Nel corso del warm-up dedicato alla MotoGP del Gran Premio del Qatar, Sandro Donato Grosso di Sky Sport è intervenuto in collegamento dai box per svelare una curiosità, in merito alla prima gara del Campionato del Mondo di Formula 1, in programma per lo stesso giorno, in Bahrein: “Sapete chi sventolerà la bandiera a scacchi questa sera in Bahrein?” ha chiesto Sandro, “Paolo Campinoti!”. “Ma come Campinoti!?”, si sono domandati in cabina di commento Guido Meda e Mauro Sanchini, prima di interrogarsi sul perché l’imprenditore toscano avesse preferito la Formula 1 al Qatar, dove il suo team - il team Pramac Racing - era impegnato direttamente. Motivi di lavoro, si è detto, anche e soprattutto in considerazione dei molti interessi nel settore energetico di Campinoti. Una notizia apparentemente di interesse secondario che è, tuttavia, tornata a destare una certa curiosità nel momento in cui, Federica Masolin, nel corso del pre gara dedicato alla Formula 1, si è per un attimo interrotta, osservando le immagini provenienti dalla regia internazionale, impegnate nel riprendere un interessante conciliabolo tra Jean Alesi, il Dottor Riccardo Ceccarelli, Corinna Schumacher… Matteo Renzi e Paolo Campinoti. È possibile che la visita dell’ex premier in Bahrein sia legata a doppio filo alla presenza del patron del team Pramac nel paddock della Formula 1? Di certo i rapporti tra i due sono noti da tempo.
C’entra la politica e c’entra un legame personale tra di due. Ad unirli, al di là delle posizioni partitiche o ideologiche, ci sarebbero le comuni radici toscane e una amicizia che dura da anni. E non è un caso che il nome di Campinoti sia stato, come riporta un articolo de LaVerità dell’aprile scorso, avanzato proprio da Matteo Renzi per un posto nel consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi di Siena.
Sicuramente la presenza di Matteo Renzi in Bahrein sta facendo discutere in virtù del rapporto che lega l'ex premier e fondatore di Italia Viva a Mohammed bin Salman, principe ereditario dell'Arabia Saudita, accusato da più parti di essere il mandante dell'omicidio del giornalista Khashoggi. Renzi è, infatti, parte del Future Investment Institute, un comitato consultivo controllato dalla famiglia saudita che ha il compito di tracciare una possibile rotta per proiettare il Paese oltre l'economia del petrolio e che vede, al suo interno, anche la presenza di Jean Todt, presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile. Il fatto che i due fossero presenti in Bahrein e che siano stati forografati assieme, in un momento diverso da quello che ha visto ripresi Renzi e Campionti, non deve, quindi, stupire ma deve, anzi, essere verosimilmente ricondotto all'attività di lobbing che ha portato l'Arabia Saudita ad ottenere che, nonostante le feroci polmiche, una gara del mondale 2021 faccia tappa a Gedda.
Ma è possibile, a questo punto, supporre che quello tra Renzi e Campinoti, nel paddock del GP del Bahrein, sia stato un incontro del tutto casuale?Decisamente improbabile. Le attività svolte a titolo privato dall’ex premier e la permanenza di incarichi istituzionali - oltre alla sua di recente comprovata centralità nello scacchiere politico interno - lo pongono di sicuro nella condizione di poter rivestire un ruolo di mediatore d’eccellenza, per qualsivoglia affare debba essere portato a conclusione in quella zona del mondo.
Nulla toglie, peraltro, che la verità possa essere l'esatto contrario, con Campionti chiamato a svolgere il ruolo di networker tra Renzi e non meglio precisati interlocutori, stante la fitta rete di relazioni su cui l’imprenditore toscano può contare dopo anni di affari nel settore energetico. Quello che è certo è che è davvero difficile credere che i due si siano incontrati per caso nel retro dei box o, ancor più, che i due si siano recati in Bahrein assieme solo per godersi lo spettacolo offerto da Hamilton e rivali. Ok che quest’anno la Formula 1 non correrà al Mugello, ma non ci vorrà poi così tanto per vedere l’ennesimo errore di Mazepin anche senza farsi nove ore di volo.
Chi è Paolo Campionti
Nato a Siena, il 16 luglio del 1967, Campionti vive a Firenze, è sposato e ha due figlie. Fondatore e amministratore delegato di Pramac, azienda che si occupa della produzione di generatori elettrici e di carrelli elevatori, la cui ragione sociale oggi è mutata in Pr Industrial Srl e la cui proprietà è ora in mano a un gruppo industriale statuintense, ha fondato nel 2002 il Team Pramac, mettendo in pista una Honda 500 gommata Dunlop, guidata da Tetsuya Harada. Dall'anno successivo, la sua squadra è la casa di Makoto Tamada, che si incarica di portare avanti lo sviluppo degli penumatici Bridgestone. Dal 2005, Pramac passa a Ducati, con la quale stringe un rapporto di stretta collaborazione che frutta ben 10 terzi posti e 9 secondi (compreso l'ultimo, di Zarco, proprio in Qatar, lo scorso week-end).
Dal novembre 2005 al dicembre 2014, Campionti è Console Onorario di Romania in Toscana. Ricopre la carica di Executive Vice President Rest of the World Generac Holding Inc.
Oltre alle partecipazioni in Pr Industrial, la famiglia Campinoti controlla il 35% delle quote della newco nata nel 2016 attraverso un’altra società, la Casole lavorazioni industriali Srl di Firenze. Come riportato da La Verità, nel 2014 Campinoti è stato coinvolto, in quanto proprietario e membro del consiglio di amministrazione di Pramac Swiss Sa di Riazzino, produttrice di panelli fotovoltaici, in una vicenda giudiziaria in Svizzera, legata al fallimento di quest'ulitma, risalente al maggio 2012.
A carico di Campinoti e di altri tre dirigenti sarebbero stati ipotizzati i reati di amministrazione infedele, bancarotta fraudolenta e frode nel pignoramento, diminuzione dell’attivo in danno dei creditori e cattiva gestione. Il crac della filiale svizzera di Pramac avrebbe lasciato a casa 130 dipendenti e un passivo di 144 milioni di franchi. Presidente di Pramac Swiss Sa era l’avvocato luganese Davide Enderlin, arrestato pochi mesi prima nel corso di un’inchiesta svolta dalla Procura di Genova nell’ambito delle indagini relative allo scandalo che ha coinvolto Banca Carige, con l’accusa di riciclaggio e associazione per delinquere. Sempre stando all'attività investigavia svola da La Verità, il nome di Campionti comparirebbe, infine, anche in alcune segnalazioni su possibili operazioni sospette, effettuate dal suo istituto di credito, all'unità di informazione finanziaria della Banca d'Italia. Citiamo letteralmente:
In una di queste si legge: «Paolo Campinoti è stato coinvolto in una vicenda giudiziaria in un altro Paese (Svizzera) con riferimento al fallimento di una società del gruppo familiare». A insospettire i segugi dell’antiriciclaggio è stato un prestito infruttifero del valore di 350.000 euro da parte di Mario Campinoti, fondatore del gruppo Pramac, a favore del figlio Paolo. «Seppure l’importo trasferito sia inferiore al limite della franchigia prevista per le donazione tra padre e figli, non sappiamo se tale limite sia stato già superato attraverso operazioni analoghe effettuate al di fuori di Ubs Italia». Sotto il faro dei risk manager è finita anche un’operazione riguardante la San Michele energy Srl, di cui Campinoti è liquidatore. Gli esperti hanno segnalato in due diverse sos un giro di assegni in uscita e in entrata dai conti della società per un valore di almeno 500.000 euro. Per l’antiriciclaggio «sorge il sospetto che l’operatività segnalata riguardi un’eventuale attività mirata a sottrarre consistenza patrimoniale da eventuali azioni da parte di terzi creditori».