È il fotografo che più fa discutere sui social. Ma è anche quello che ha creato Ricordi Stampati, che si è fatto Imperia - Milano a piedi finanziandosi solo con le sue foto, che ha fotografato le donne più belle del mondo da Elisabetta Canalis e Emily Ratajkowski. È stato uno dei primi ad aprire un blog di fotografia nel 2003 (e nel settore è ancora uno dei più seguiti) e durante lo scorso lockdown ha creato un reportage per il Corriere della Sera usando gli screenshot delle videochiamate al personale dell’ospedale Sacco.
Per raccontare la sua storia lo abbiamo voluto ospite di questo nuovo format: Talking heads driving car, un percorso in auto attraverso la città e la vita di persone straordinarie. A bordo della nuova Audi e-tron Sportback fornita dalla concessionaria Fratelli Giacomel, Settimio Benedusi ha parlato con Moreno Pisto del suo lavoro, della sua vita e del significato che ha per lui la fotografia.
Perché un viaggio in macchina è molto di più di uno spostamento da un punto A a un punto B. Può essere un momento solitario, di riflessione, magari fai mente locale sulle cose da fare: “avrò chiuso il gas? Forse devo comprare il latte». O magari ti ritrovi a riflettere sulla tua vita, guardi la strada davanti a te, ascolti l’auto che ti accompagna e la mente vaga. Oppure, come in questo caso, può essere un momento per raccontare sé stessi ad altri, per ripercorrere i momenti più importanti della propria vita.
Così il fotografo ligure ci ha raccontato degli inizi della sua carriera che sembra quasi un film degli anni 90. Dalle prime foto fatte agli amici in vacanza con la macchina fotografica regalata dal padre, al primo servizio fotografico commissionato arrivato per caso: «Quando sono arrivato a Milano la prima cosa che ho fatto è stata andare in in edicola e comprare tutte i settimanali e i giornali che c’erano. Mi è sembrato che quella più interessante e abbordabile per un dilettante allo sbaraglio come ero io fosse Duepiù. mi ricordo il viaggio verso il palazzo della Mondadori, questo palazzo mitologico, gli ho fatto vedere le mie prime foto fatte ai miei amici e mi hanno detto: “non male, le faremo sapere”. Tornai a Imperia con la coda tra le gambe. Ogni tanto andavo al telefono pubblico con i gettoni e chiamavo per sapere. Fino a quando mi dissero: “Sei piaciuto, se torni qua ti diamo il primo servizio”».
Il primo approccio con la fotografia professionale non è stata proprio una passeggiata: «Ho capito che sapevo fare le fotografie ma nulla sapevo di fotografia professionale che non c’entra niente con fare bene le foto». Settimio Benedusi è il fotografo dei calendari, per anni ha immortalato le top model e le donne più sexy del pianeta. Qual è il passaggio dai servizi per Duepiù a fotografare le donne in costume?
«Bisogna partire sempre dalla propria storia, io avevo cominciato facendo le foto alle mie amiche in costume da bagno al mare ad Imperia. Uno deve alimentarsi di quello che ha a disposizione».
Dalle amiche in spiaggia a Elisabetta Canalis, Melissa Satta, Belen Rodriguez, Emily Ratajkowski, mica male!
«La fotografia è l’applicazione di un metodo, di una tecnica, 1 +1= 2, fotografare un semaforo o Belen Rodriguez è la stessa cosa».
E se lo dice Settimio, noi ci crediamo.
La rivoluzione di Benedusi non si è fermata alle donne in costume. Raggiunto il punto più alto della sua carriera ha deciso di ripartire da zero, ripartire dalla fotografia e da una domanda: nell’era in cui tutti fanno foto, la fotografia ha ancora un valore?
La risposta? Un viaggio a piedi da Imperia a Milano con la macchina fotografica e le fotografie come sola moneta di scambio.
«Volevo provare sulla mia pelle se la fotografia mi permetteva ancora di sopravvivere. non volevo mangiare pane e acqua e dormire su una panchina. Io volevo mangiare nei migliori ristoranti e dormire nei migliori alberghi. E così è stato».
Ma che faccia tosta ci vuole ad andare da qualcuno e chiedergli: se mi fai dormire gratis ti faccio una foto?
«La faccia tosta è una caratteristica endemica per chi vuole fare il fotografo. Fare il fotografo significa entrare dentro le cose, le persone, non puoi stare ai margini» .
Un viaggio quello in compagnia di Benedusi, che non è solo un viaggio in auto. Ci sono aneddoti, ci sono i ricordi, c’è la vita intera, il lavoro e la passione che se sei fortunato a volte coincidono.
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