Malika Chalhy, ventiduenne di Castelfiorentino, nel giro di qualche mese è passata dal suscitare solidarietà e commozione allo scatenare rabbia e indignazione. La ragazza era diventata famosa per aver raccontato di essere stata cacciata di casa dai genitori dopo aver confessato di essere lesbica. Ora la giovane, che nel frattempo è andata a vivere a Milano con la propria partner Camilla, è di nuovo al centro della cronaca: è venuto fuori infatti che, con una parte dei molti soldi (si parla di circa 140 mila euro) arrivati dalle donazioni di chi voleva aiutarla a costruirsi un futuro, Malika si è comprata una Mercedes.
Il caso è scoppiato dopo la pubblicazione di una storia Instagram, nella quale Malika è stata taggata in una foto in cui era alla guida di una Mercedes da Gaia Zorzi, influencer e sorella del vincitore del Grande Fratello Vip 2020 Tommaso Zorzi. Inizialmente la Chalhy ha provato a sostenere che l’auto fosse della sua partner e che i soldi ricevuti sarebbero stati destinati a una fondazione che la ragazza voleva costituire insieme a Laura Boldrini per aiutare le donne vittime di discriminazioni.
Un’intervista rilasciata a Selvaggia Lucarelli per Tpi, però, ha fatto saltare in aria questa versione: è stato confermato che la Mercedes è proprio di Malika e che Malika se l’è comprata con i soldi della raccolta fondi post-traumatica (in teoria presentata come aiuto per coprire spese legali e di psicoterapia). Malika ha ammesso di aver detto una bugia e si è scusata, confermando di aver pagato con quei soldi la Mercedes, ma anche dell’altro: “Ho preso la casa in affitto a Milano, abbiamo dato un anno di affitto più duemila euro di caparra. Poi ho pagato dentista, avvocato, ho comprato dei vestiti. Non avevo niente, era rimasto tutto a casa dei miei. Adesso ho avuto delle spese per la macchina”.
Anche la storia della fondazione insieme a Boldrini pare essere falsa o comunque diversa da come raccontata. Inizialmente l’agente di Malika (anche il fatto che abbia l’agente è piuttosto indicativo) aveva detto che le cose erano andate per le lunghe citando la malattia della Boldrini, che però sempre a Tpi ha smentito: “Mai è stata discussa con me o con alcun collaboratore o alcuna collaboratrice del mio staff l’ipotesi di costituire una associazione per le vittime di discriminazione tanto meno di una raccolta fondi. Il mio nome quindi viene tirato in ballo in maniera totalmente impropria”. Come minimo, dunque, è un gran pasticcio, anche se molti, soprattutto coloro che hanno donato, parlano di inganno. All’epoca il fratello della ventiduenne aveva dichiarato che la sorella “ha fatto tutto per i soldi”.
C’è da dire comunque che quando si decide di donare dei soldi a uno sconosciuto per una non meglio precisata causa poi non è che ci si possa lamentare più di tanto.
Sul caso è intervenuto anche il rapper Shade: “Al semaforo in molti mi chiedono soldi in cambio di lavarmi il vetro e si indispettiscono perché dico “non ne ho” pur essendo alla guida di una supercar. Io chiedo sempre di cosa hanno bisogno. Cibo, vestiti, bevande fresche, prodotti vari. E così glieli porto, sempre. Perché io non so cosa cazzo ci fanno con quei soldi, e non pago la droga o i vizi a qualcuno. Se non ho la certezza di dove vanno, io che ho cambiato mille lavori e so quanto valgono, non li dono così come nulla fosse. Anche se la causa in apparenza sembra nobile. […] Però se non ti esponi subito sei un razzista, un omofobo, un sessista, ecc. Il vostro perbenismo malato ha regalato una Mercedes a una ragazza che aveva promesso di aiutare persone in difficoltà come lei. Ed è per loro che mi dispiace, non per voi”.
Scatenato anche il reparto meme sui social.