Andiamo in moto per sentirci un po’ più liberi. Dagli impegni, dal traffico, anche dai pensieri. In moto prendi la pioggia quando capita e qualche rischio quando esageri, però resti sempre un po’ più figo del collega che arriva in macchina. Il motociclista di una volta girava senza casco e fumava un pacco di rosse al giorno con l’idea che per godere della vita non si dovesse scendere a compromessi. Sbagliava, ed è inutile dire che quel mondo oggi non esiste più: tutto è connesso, veloce, agile. Il casco è obbligatorio e le sigarette sempre più elettroniche, come le moto. Proprio per questo però il bisogno di libertà è ancora più grande e necessario. L’idea di Airscud, l’airbag di Tucano Urbano, gira attorno a questo concetto. La sicurezza in moto non conta nulla se a mancare è la sensazione di libertà, l’aria addosso, la leggerezza e lo stile. Che vuol dire essere sicuri senza pagare un pedaggio in comfort e libertà. Altrimenti bastava prendere l’auto, che di airbag ne ha almeno una mezza dozzina.
Per questo, più che far indossare Airscud a tester professionisti - che hanno un lungo rapporto sia con il rischio di andare in moto che con le protezioni che vanno indossate - abbiamo scelto tre appassionati. Motociclisti quando possono, maniaci dello stile sempre. Gli abbiamo dato la versione giacca, con protezioni su spalle e gomiti. È regolabile sui bicipiti e ai polsi ma le maniche, volendo, possono essere rimosse (la tecnologia si chiama Arm Link) così da poter utilizzare esclusivamente l’airbag, il quale presenta comunque un paraschiena integrato. Tessuti idrorepellenti e antiabrasivi completano la dotazione. Chi sono? Alberto, Alessandro e Ismaele hanno età e moto diverse. Ecco chi sono, ed ecco le loro storie.
Alessandro Folador e quell'unico momento
Alessandro Folador ha un'agenzia di pubbliche relazioni, Carryover pr. Segue la comunicazioni di brand come Canada Goose e Premiata e di attori come Pierfrancesco Favino e Greta Scarano. La sua vita è fatta di meeting, call, telefonate, vocali, lavoro, ancora telefonate, problemi da risolvere, ancora telefonate. Non finisce mai. Il Fola, come lo chiamano tutti, guida un BMW R1250 GS: “Andare in moto è l’unico momento della vita in cui mi sento libero, come se il tempo si sospendesse. Mi sento vivo. La prima vera moto è stato un 125, si chiamava Arizona ma non andava mai. Avrei potuto comprare una moto nuova con tutti i soldi che ho speso per sistemare quella. Però ero giovane, era anche un modo per sentirmi libero e un po’ più grande. Appartengo a un mondo in cui non c’erano i social network, la condivisione con gli amici era solo fisica: ci si incontrava sempre fisicamente, si facevano tante cose e tutti avevamo la moto. Era il modo per divertirsi, spostarsi, andare alle feste. Ora è un po’ diverso, ma è anche una società più ricca: i ragazzi a 18 anni hanno già l’auto, ai miei tempi te la sudavi e le due ruote erano una cosa immediata e fruibile per essere autonomi. Inizia con la fruibilità del mezzo, che poi diventa grande libertà ed evolve. Ti rendi conto che alla fine nella vita ci vuole. Tutta questa libertà dove la trovi? In quel momento, sulla moto, ce l’hai”.
Anche lui, parlando di Airscud, si dice sorpreso: “Mi aspettavo una giacca meno bella da mettere. Ho pensato subito che fosse un prodotto pensato per la sicurezza e che, quindi, lo stile fosse in secondo piano. Invece devo dire che è molto stilosa e bella da portare. Io sono uno difficile, indosso poche cose con cui mi trovo bene anche quando vado in moto. Questa è molto bella da sentire addosso, è leggera e ha un bellissimo design, che è un fattore più importante di quanto si potrebbe immaginare”.
Alberto Zanet e quell'altra parte
Alberto Zanet è uno scrittore, è un copy pubblicitario, è uno creativo: “Nella mia testa non avevo mai pensato di comprare una giacca che potesse proteggere, ma soltanto al fatto che fosse stilosa da mettere. Però quando metti quella giacca lì ti proietta in un’altra mentalità. Ci rifletti e alla fine il fatto che puoi mettere l’airbag sotto la tua giacca è una cosa incredibile. E sta roba è figa, funziona”. Poi racconta di come è nata la sua passione per le moto che, come per molti di noi, è una storia nata quand’era ancora piccolino: “Per me è una roba di famiglia, mio padre andava in pista, è una roba di DNA. Avrò avuto otto anni quando ho capito che avrei dovuto guidare la moto, punto e stop”. Mentre parla lo vedi emozionarsi, gesticolare. “Per carità, penso sia una cosa che appartiene un po’ a tutti, però ecco, io quando guido mi sento da un’altra parte. Chiaramente devi essere estremamente presente in quello che fai, però ogni volta che monto in moto… ma anche su uno scooter, capito? Mi sento proprio in pace. Anche in mezzo al traffico e al casino è pace. È molto semplice, ma anche molto romantico. Che sia da qui al bar o fino in Sicilia. Ho questa febbre della moto, una passione enorme”.
Ismaele Urgo e la nuvola di fumo azzurro
“La moto per me è adrenalina, spensieratezza, belle sensazioni - racconta Ismaele Urgo - è una passione che mi porto dietro da quando ero ragazzino. Un giorno ho provato la moto da cross di un amico ed è scattata la passione, anche se all’inizio sono riuscito a permettermela perché i miei non volevano. Da solo, lavorando, mi sono tolto i miei sfizi, a cominciare dal cross”. Ismaele si perde nel racconto delle prime volte in moto, nell’adrenalina di girare la manopola del gas e sentire il gracchiare del due tempi che si risolve in una nuvola di fumo azzurro. Non è certo tipo da airbag, a trent’anni sono in pochi ad esserlo. Però lo abbiamo chiamato per fargliela provare comunque e, nonostante lo scetticismo iniziale, non ha rifiutato. “La giacca è molto interessante - il suo commento - ti dà quella sensazione di sicurezza e soprattutto non è una di quelle giacche ingombranti in cui non riesci a muoverti e sudi… È abbastanza tecnica, molto versatile”.
Come funziona, chi lo utilizza e quanto costa l’airbag di Tucano Urbano: la tecnica di Airscud
Il sistema ha sette sensori che dialogano con la centralina 1.000 volte al secondo e, dal momenti in cui viene rilevato il rischio a quando si gonfia l’airbag, passano 60 millisecondi. Airscud si aggiorna in automatico con dati da tutto il mondo e, per farlo, basta collegare il dispositivo allo smartphone. Airscud, oltretutto, prevede tre diverse modalità di utilizzo: Street Mode per tutti i giorni, Adventure Mode per l’offroad (si, viene usato anche alla Dakar) e Track Mode per la pista (esatto, lo impiegano anche in MotoGP). Si può indossare sotto la giacca, anche con lo zaino (che non pesi più di 8Kg) ed ha un peso inferiore ai due chili. Se lo fai esplodere, la cartuccia la cambi da solo senza bisogno di un servizio post vendita, procedimento che puoi ripetere fino a tre volte. L’Autonomia è di 30 ore, circa un mese per un utilizzo quotidiano, mentre il prezzo per il sistema sviluppato da In&Motion è di 12 euro al mese per chi vuole sospenderne l'utilizzo (come per l’assicurazione) o 120 euro annuali. Volendo è anche possibile acquistare l’intero software, con una garanzia di due anni, a 399 euro. Il rapporto qualità/prezzo, facendo due rapidi conti, è sorprendente: Airscud costa meno di una giacca classica, tuttavia offre un livello di protezione decisamente più elevato. L'abbonamento mensile? Meno di un pieno di benzina, ma il suo obiettivo - sempre augurandosi di non scoprirlo mai - è quello di non dover rinunciare alle due ruote nemmeno per un giorno.