Gli ita(gliani) hanno sempre voluto l'uomo forte. Difficilmente lo hanno trovato. Persino Benito Mussolini si è invaghito di un uomo che credeva più forte di lui, e in effetti, a me, l'uomo forte è sempre sembrato un po' gaio, nel senso di quei maschioni dei Village People con annessi e connessi e con gli annessi connessi. Nulla di male, ci mancherebbe, è questa faccenda dell' en travesti che stona, tutti a pensare che i travestiti siano i travestiti e poi la verità, invece, è che i veri travestiti sono gli uomini forti. Ma comunque. Giusto per ricordare gli ultimi due che abbiamo avuto: Giuseppe Conte con la lacca, le unghie curatissime e la pochette che secondo me se la stirava da solo, la mattina, con la cuffia in testa per la messa in piega e in reggicalze (quelli maschili, per carità) e Mario Draghi, forte sì, ma, come tutti gli uomini di banca, forte coi deboli e debole coi forti, whatever it takes (che fu una frase a difesa della tenuta dell'Euro e non a difesa dei poveri). Ma ecco che, finalmente, con Giorgia Meloni, il desiderio dell'uomo forte al comando si è realizzato. Forse in maniera un po' troppo maschilista, ma questo vogliono gli ita(g)liani, un bel maschione (altro che Matteo Salvini col suo pane e Nutella). Dell'uomo forte, Giorgia Meloni, ha tutto, persino la tendenza a spararla un po' grossa. La decisione di farsi chiamare “il presidente” del consiglio, come vedremo, c'entra poco, anzi è una conseguenza del suo essere profondamente macho.
Ma ecco che, finalmente, con Giorgia Meloni, il desiderio dell'uomo forte al comando si è realizzato.
Per esempio: è stata mesi e mesi a dire che si alzava, come gli si alza a lei non gli si alza a nessuno, che voi magari avevate sperato, in passato, che si alzasse e invece siete sempre rimaste deluse. È arrivata persino a dirlo: hai visto che si è alzato? Ma non era vero, era un po' come il cotone nelle mutande di Carlo Verdone. Alla fine, insomma un po' gli si è alzato il tetto del contante, ma di fronte alle aspettative, diciamolo, gli è rimasto barzotto più che altro. Tipico del maschio ita(g)liano che parla parla ma al dunque… Anche per quanto riguarda la questione dell'infilarlo, Giorgia si è dimostrata un vero uomo, con i pregi e i difetti del genere. Diceva: mica si può infilare dovunque, mica quando arrivi lo infili. E no, qui non siamo così sfigati. Prima di infilarlo esigiamo una certa attenzione, insomma se lo devono meritare. Bisogna diffidare di quelli che si prendono una birra e subito vogliono infilarlo. Il vero uomo è seduttore, gli piacciono le cose difficili, gli piace doverselo guadagnare l'infilamento: le fessure che si fanno infilare facilmente lasciamole agli altri. Voglio dire: anche fosse a pagamento, mica ci accontentiamo di quelle che con pochi euro se lo fanno infilare. Ci vuole classe, stile, charme, quantomeno un Berlucchino, un Ferrarino, insomma, a meno di sessanta euro nella macchinetta pos non glielo puoi infilare. Com'è finita? Come tutti gli italiani: che alla fine lo infilano dovunque basta che abbia connessione...
Meravigliosa la risposta a Carlo Calenda dopo l'intenzione di “firmare col sangue” il no al Mes (i dettagli sono importanti, a chi verrebbe in mente di dire “firmerò col sangue”, evidentemente Giorgia Meloni firma così, gira con un coltellone alla Rambo al posto della penna) gli (uso di proposito “gli”) ha scritto un Whatsapp (vedi come sono delicati gli ita(g)liani, mandano i Whatsapp, mica pergamente vergate col sangue fresco che sgorga dall'avambraccio) dicendogli “ma così nel 2023 la Sanità salta”. Risposta della Meloni (gli ha mandato una capra sgozzata con la risposta scritta sul vello): “Lo so”. E infatti mancano i venti milioni di euro destinati ai malati di cancro.
Che la Meloni sia capace di abbattere i cinghiali a mani nude lo ha dimostrato la sera della prima alla Scala indossando la canottiera da camionista
Vogliamo parlare dei cinghiali? Ci sono i cinghiali a Roma? Ma che non lo avete mai visto un cinghiale? Vedi un cinghiale, vai lì e lo ammazzi. Che ci vuole. Ma basta con tutte queste fighette spaventate dai cinghiali. Secondo me, la Meloni, i cinghiali li ammazza a morsi a mani nude, ma mica sono tutti come lei: questi uomini deboli degli ita(g)liani hanno bisogno dei fucili (a pallettoni o con le siringone di sonnifero), delle gabbie, poi li devono ammazzare lontano dagli sguardi sensibili. Ci credo che poi l'emendamento non l'ha capito nessuno. E infatti, quando hanno fatto presente alla Meloni il problema dei cinghiali in città il presidente del consiglio prima ha detto: “Problema?” e poi, già pensando ad altro, ha aggiunto “abbatteteli lì dove sono”. Che ne sapeva Giorgia che i soliti maschietti deboli si incartavano. E gli animalisti? “Si fottano”. Che la Meloni sia capace di abbattere i cinghiali a mani nude lo ha dimostrato la sera della prima alla Scala indossando la canottiera da camionista che, Armani o non Armani, era senz'altro una canottiera da camionista in linea con la perfetta macchietta del maschio italico a evidenziare, come ha scritto Dagospia, le braccia da boscaiola (i boscaioli quando vedono un cinghiale lo affettano con la motosega seduta stante), canottiera che il quotidiano Libero, di certo non avverso alla Meloni, ha addirittura incensato per la sua mascolinità, assimilandola alla celebre e iconica canottiera di Umberto Bossi. Insomma: Giorgia è davvero l’uomo dell’anno, diffidate delle imitazioni.