Una vicenda avvolta nel mistero e che non accenna a schiarirsi quella di Davide Pecorelli, l’imprenditore sparito per nove mesi e ritrovato a largo delle coste dell’isola di Montecristo. L’uomo era scomparso a gennaio in Albania, dove aveva deciso di aprire un nuovo business insieme alla moglie. Addirittura aveva noleggiato un’auto che pochi giorni dopo era stata ritrovata bruciata a Puke, una zona sperduta del Paese, al confine con il Kosovo. Ma non finisce qui. Non solo perché da quel momento in poi di lui si erano perse le tracce, ma perché all’interno del mezzo completamente carbonizzato erano stati rinvenuti i suoi effetti personali (orologio e telefonino) e dei frammenti di ossa umane.
Inevitabilmente inquirenti e familiari avevano aperto a qualsiasi ipotesi, suicidio compreso, ma poi è successo l’incredibile. Il 45enne è stato infatti recuperato nell’arcipelago toscano a bordo di un gommone in avaria mentre era diretto nella zona protetta dell’isola del Giglio. Con sé non aveva documenti ma avrebbe subito declinato le sue generalità e chiesto di poter chiamare la moglie. Il problema è che però adesso Davide Pecorelli dovrà spiegare il perché di parecchie cose, su tutte l’auto in fiamme con i resti umani. L'imprenditore verrà subito ascoltato dalle autorità di Perugia, dirette dal procuratore Cantone, per capire come sia andata realmente la vicenda.