Per l’opinione pubblica sono tutti già condannati (compreso il padre del ragazzo al volante), ma la verità è che, tra gli youtuber di TheBorderline coinvolti nell’incidente costato la vita al piccolo Manuel Proietti (5 anni), a quanto riferiscono le cronache l’unico indagato per omicidio stradale e lesioni è il conducente della Lamborghini Urus, il ventenne Matteo Di Pietro, che sarebbe stato trovato anche positivo ai cannibinoidi (ma sono in corso ulteriori accertamenti). E sempre le cronache riferiscono che il quadro a carico del ragazzo potrebbe rivelarsi meno grave di quanto percepito. Questo ammesso che le tesi difensive vengano accolte o comunque prese in considerazione.
L’avvocato di Di Pietro, Francesco Consalvi, ha negato “categoricamente che la Lamborghini stesse effettuando un sorpasso. È una circostanza inventata. L’autovettura di Matteo procedeva nella sua corsia di marcia, non stava effettuando manovre azzardate. A lui non è stata data la precedenza”. Per il legale, sentito da Libero, sarebbe stata la Lamborghini ad avere la precedenza su quel tratto di strada, mentre la Smart le avrebbe tagliato la strada: “Lo dimostra il fatto che lo scontro è avvenuto nella corsia di competenza della Lamborghini che a seguito dell’impatto ha riportato i danni nella parte anteriore e la Smart ha riportato i danni nella parte laterale destra”. Per l’avvocato “è fuori di dubbio che la conducente della Smart stesse effettuando una manovra per svoltare, come ha lei stessa dichiarato”.
Per il Fatto siamo al cospetto dello “spettro di un «concorso di colpa» che, se dimostrato dalle perizie invocate dal collegio difensivo, potrebbe portare significative attenuanti sia in sede penale che civile”. L’ipotesi dopo i primi rilievi è “che la Lamborghini viaggiasse intorno ai 100 km/h, su una strada che ha il limite di soli 30 km/h. Sull’asfalto non vi sono evidenti segni di frenata. La Smart stava svoltando a sinistra, in un punto abbastanza trafficato e dunque, in linea puramente teorica, potrebbe aver tagliato la strada alla Lamborghini. I carabinieri […] vogliono però capire il ruolo di una terza vettura ufficialmente non coinvolta nell’incidente: una Mercedes nera che, per alcuni testimoni, la Lamborghini avrebbe sorpassato pochi metri prima dell’impatto. Se questa ricostruzione, al momento non confermata, trovasse riscontro nell’analisi delle videocamere già al vaglio degli inquirenti, si spiegherebbe la velocità raggiunta dall’auto con a bordo gli youtuber, l’assenza di frenata e, soprattutto, dimostrerebbe che la mamma di Manuel non avrebbe potuto prevedere, per scarsa visibilità, l’arrivo della Lamborghini. Ma è tutto da dimostrare”.
La questione del seggiolino
Secondo il Fatto ci sarebbe un’altra perizia, “disposta dalla Procura, che agita la famiglia del bimbo, sul seggiolino su cui era seduto il piccolo Manuel. I due bimbi quel giorno, all’uscita dell’asilo, si erano scambiati i seggiolini. Ora i pm vogliono verificare se Manuel era stato assicurato alla seduta o se, per qualsiasi motivo, le cinture non erano allacciate”. In tutto questo l’unica certezza è che il piccolo è morto.