Il Denim nasce in Italia. Non negli Stati Uniti, e nemmeno in Inghilterra. Ma a Genova, con il Blue de Genes attorno al Cinquecento. E Alberto Candiani, presidente di Candiani Denim, lo racconta a Marco Onofri con orgoglio, senza però volersi prendere un posto che - da secoli - è quello delle grosse firme d’oltreoceano. Perché Candiani fa una cosa diversa. Ti fa vedere come vengono prodotti i tuoi jeans, te li cuce su misura, cerca la sostenibilità. Lo fa in Italia, a qualche chilometro dalla boutique.
In questa puntata di MOW Meets assieme a nuova BMW Serie 4, Marco Onofri è stato al Candiani Denim Store di Milano, per conoscere la storia di Alberto Candiani e dell’azienda che, da quasi un secolo, ha sempre puntato sull’innovazione.
C’è chi l’auto la usa per andare da un punto ad un altro e chi vive per poterla guidare. Più veloce, con più emozione, con il proprio stile. Se hai passione diventa una ricerca quasi necessaria. Allo stesso modo c’è chi indossa i pantaloni perché gli hanno detto di farlo e chi, invece, cura il proprio stile per raccontare una storia, per esprimersi. Per questo abbiamo fatto incontrare Candiani Denim e BMW Serie 4. Viaggiano lontano dalla strada maestra, dalla scelta scontata, dall’omologazione. Sono, a modo loro, due prodotti pensati per esprimere il proprio carattere, per uscire da una casella. Alberto racconta che per lui l’auto è una compagna di vita. E che da sempre, per tutta la sua carriera di produttore musicale, ha ascoltato i suoi pezzi in auto, una prova del nove. “Ci vedo tradizione, passato, futuro e innovazione. Amo le auto storiche, tantissimo. Amo anche le auto innovative, quando devo spiegare la sostenibilità nel mio settore dico di pensare all’automobile”.
Perché il denim di Candiani è fatto su misura, punta forte sulla sostenibilità. Non è il pantalone da comprare per esibire l’etichetta. È solo tuo, fatto per te. Da gente che lo fa di mestiere e non soltanto per lavoro, con materiali d’avanguardia sviluppati con l’obiettivo di andare oltre. Anche per stupire, perché no. “Partiamo dalla fine del ciclo di vita del prodotto - spiega Alberto Candiani - ti facciamo vedere, toccare come si fa il denim. Perché se uno non vede farlo, non lo capisce. Credo sempre che per amare qualcosa debba essere prima apprezzata, ma per essere apprezzata deve essere compresa".
È così anche per BMW Serie 4. È una scelta precisa, senza competizione. Se vuoi una BMW Serie 4, vuoi una BMW Serie 4. Per il suo design, la linea rastremata, l’iconico doppio rene più imponente che mai. E poi i dettagli, le finiture, le scelte stilistiche. Ma anche la concretezza, perché la 440i xDrive guidata da Marco Onofri combina un 3,0 litri turbo ad un modulo elettrico a 48V, per sviluppare 374 CV di potenza e 500 Nm di coppia massima. La trazione integrale aiuta, ma non ingabbia il piacere di guida. Il differenziale autobloccante, combinato con il sistema di torque vectoring, è lì per garantire una guida sempre sportiva, anche di traverso. Basta disattivare i controlli per far danzare l’auto tra le curve senza che l’elettronica, sempre a punto, ripartisca gran parte della coppia motrice all’anteriore. D’altronde Serie 4 è parente stretta di M4 e non fa nulla per nasconderlo. A differenza della sorella sportiva però, garantisce un elevato comfort di guida quando glielo si richiede. Così è possibile passare una giornata in città, affrontare viaggio in famiglia e lanciarsi in pista per un track day. Tutto con la stessa auto. E, volendo, con gli stessi Candiani addosso.
Guarda le altre immagini della Serie 4 scattate da Davide Musto