Piero Lissoni rappresenta una delle massime espressioni del design in Italia. Questo, forse, perché ha sempre saputo mescolare la tecnica più pura con l’intuizione, l’idea e il gioco. Nella sua lunga carriera ha disegnato per Cassina, Kartell, Illy e molti altri, e al contempo ha mostrato al mondo un nuovo modo di intendere l’architettura con progetti freschi e intuizioni fuori dall’ordinario. Architetto ma anche designer, Piero Lissoni ha sempre lavorato per coniugare la bellezza con la praticità. Anche se, ammette, “Non comprerò mai un oggetto perché è funzionale se contemporaneamente non mi aiuta esteticamente”.
Davanti al fotografo Marco Onofri, che l’ha incontrato per MOW in Storie di Design assieme a BMW Serie 4, si è descritto come “Un essere umano. Qualche volta architetto, altre volte designer. Un curioso”. Quando parla insegna, mostrando un po’ sé stesso ed un po’ il proprio mestiere. Lo ascolti e capisci la ricerca, il lavoro, l’intenzione. O almeno una parte. Il suo pezzo iconico è quello che disegnerà domani, e quando provi a farne uno può sempre uscirne una porcata. Sperimentare, cercare, perdersi. Piero Lissoni non ha fretta perché sceglie con attenzione le parole. Parla di umanità, perché per disegnare oggetti e inventare ambienti bisogna conoscere l’uomo, vivere il mondo. “Per me l’automobile deve essere un pochino cruda e mostrare la sua funzione - racconta durante l’intervista - se è un’auto per la famiglia me lo deve far vedere, ma se fa un lavoro di potenza deve dimostrarmi che ha i cavalli”.
Lo raccontiamo assieme a BMW Serie 4 perché la quattro porte dell’Elica è un elemento di rottura, fuori dall’ordinario. Non è per tutti, è per chi se ne innamora. Perché non è comoda come una Serie 3 o sportiva come un’M4, ma riesce a prendere il meglio dei due mondi per raccontare una storia soltanto sua. Il design non scende a compromessi, non è un’auto che passa in silenzio. La 440i guidata da Marco Onofri è caotica, emozionante, veloce. Ed è un bisturi nelle linee e negli intenti, forte di una cura maniacale per gli assemblaggi ed una meccanica d’alto lignaggio. Il motore, un 3,0 litri turbo da 374 CV, si fa prepotente quando premi a fondo sul pedale del gas, ma in città sa essere docile e calmo. È prima di tutto un pezzo di design, ma non per questo rinuncia alla tecnologia. Monta gruppi ottici a LED adattivi con BMW Laserlight e presenta un evoluto sistema di radar e telecamere che spingono la macchina verso la guida autonoma. Riparte dai semafori, riconosce i limiti - ci si adatta se lo richiediamo - e monitora costantemente la strada. Sa andare fortissimo, ma anche arrivare lontano col massimo della sicurezza. Più di ogni altra cosa però, parla al cuore. Il perché lo racconta Piero Lissoni: “Un’automobile la scegli perché ti piace, non la scegli perché è perfetta per tutta una serie di funzionalità”.
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