Molto medico di famiglia (“di campagna”, di definisce), un po’ vaccinatore “folle”: è Marcello Pili, quarantottenne romano che esercita a Ostia, e – riferisce Panorama – “ha convinto uno per uno i pazienti riottosi e con la sua moto Bmw Gs 1250 ha percorso forse 3 mila chilometri per recuperare dosi e iniettarle a domicilio”.
“Di pazienti – dice Pili – ne ho più di 1.600, mi chiamano a qualunque ora e questo rapporto è stato fondamentale nella campagna vaccinale perché molti sono disorientati dalle tante informazioni: anche persone stimabili dal punto di vista scientifico spesso non chiariscono le idee al paziente. […] Dobbiamo far capire che i vaccini sono sicuri e che ti mettono al riparo dalle forme gravi della malattia, il mio compito è quello di curare il paziente e quindi anche di prevenire le malattie”.
A un certo punto il medico recuperava in ospedale le dosi di vaccino avanzate: “Sono andato fino a quattro volte al giorno all’ospedale Grassi di Ostia a prendere le dosi inutilizzate. Un esempio: a fine giornata da un hub ne tornavano indietro tre, mi telefonavano chiedendomi se volevo ritirarle e andavo in moto a recuperarle dopo aver avvertito i pazienti che sarei passato a vaccinarli. Capisco che non possa valere per tutti, ma alla fine di giugno avevo quasi ultimato i miei pazienti. Un giorno, tra studio e abitazioni, ho vaccinato quasi 200 persone”. E per non interrompere la catena del freddo, “collegavo il contenitore frigo alla presa elettrica della mia Bmw che per fortuna ha una batteria che lo consente...”
Pili è “ovviamente” pro vax (dice di aver ricevuto anche delle minacce), ma non necessariamente a favore dell’obbligo: “Su categorie a rischio, soggetti fragili e personale sanitario credo che la terza dose vada fatta e la vaccinazione dev’essere obbligatoria per tutti i sanitari – medici, infermieri e operatori – sia per il tipo di lavoro che per non dare un pessimo esempio. Ho qualche dubbio sull’obbligo per tutti”.