Era l’estate del 2019 quando, al volante della sua auto e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, travolse in piena notte un uomo in scooter, provocandone la morte. Una tragedia che, sulle prime, l’aveva anche vista fuggire, salvo poi tornare pochi minuti dopo sul luogo dello schianto per prestare soccorso, con l’etichetta sociale di quella che aveva ucciso ed era scappata che, però, le si era ormai stampata addosso. Un dolore atroce, un senso di colpa insopportabile per una ragazza che all’epoca dei fatti non aveva neanche trent’anni e che, nel secondo anniversario di quella tragedia, ha deciso di chiudere il conto con la propria esistenza.
La famiglia della vittima, racconta il Corriere del Veneto, l’aveva anche perdonata pubblicamente, ma quel gesto era servito a poco, perché la ragazza non s’era mai ripresa, piombando in due anni di depressione, con alti e bassi in cui la coscienza tornava a mordere. Fino ai giorni scorsi, all’avvicinarsi della terribile ricorrenza e alla decisione di raggiungere la vicina stazione ferroviaria. E’ lì che si è lanciata contro un treno in corsa, morendo sul colpo.