Stella Egitto. Un nome bellissimo, quasi fiabesco. Uno di quei nomi che quando lo pronunci, lo associ col pensiero a una protagonista di un racconto fantastico o a luoghi suggestivi. E in effetti, ascoltando la sua storia, qualcosa di magico io l’ho percepito. Ci siamo sentite al telefono qualche giorno fa. Era un lunedì. A Roma, dove abita lei, grandinava mentre a Milano splendeva il sole. Con un accento un po' romano, la voce di Stella la percepisco come molto dolce e i suoi modi sono di una gentilezza disarmante. Le chiedo di raccontarmi di sé, della sua vita, del suo lavoro e dei suoi progetti futuri. Stella nasce a Messina, il 6 ottobre. Bilancia ascendente Leone che secondo l’oroscopo significa essere una persona vitale, socievolissima, affascinante e con un notevole potenziale artistico e creativo. Non credo molto nelle descrizioni della personalità in base ai segni zodiacali ma devo dire che, in questo caso, l’oroscopo non si sbaglia perché tutte queste caratteristiche le ritrovo davvero in lei. Stella è una donna che ama la vita e si definisce fortunata e grata per tutto quello che è riuscita a costruire in questi anni. La sua storia è una fonte preziosa da cui trarre ispirazione perché grazie alla passione, alla dedizione, all’amore e al supporto delle persone a lei vicine, prima fra tutte la mamma Sonia, Stella è riuscita a concretizzare i propri sogni in realtà. Ci sono stati anche dei momenti difficili, come la perdita di papà Bruno quando lei aveva 11 anni, ma dalle esperienze negative ha capito una regola importante: la vita va a presa a morsi, anzi a mozzichi come si dice a Roma!
Chi è Stella Egitto? Descriviti con tre aggettivi.
«Libera, libera di scegliere. Curiosa. Empatica».
Quando hai capito che volevi fare l'attrice?
«Ho capito che volevo fare questo mestiere a metà percorso del liceo. Ho frequentato il liceo scientifico. Ho avuto un insegnante che ci ha fatto conoscere la drammaturgia. Mi sono letteralmente innamorata di quella forma scritta, io sognavo le cose che leggevo, le vedevo. Leggevo i dialoghi, i testi, i classici e mi si risuonavano molto di più della prosa o di altri linguaggi. Così ho iniziato a interessarmi al teatro cercando di capire cosa poteva offrirmi in quel momento la mia città, Messina. Mi sono iscritta a laboratori di teatro a scuola, ho provato a intrufolarmi in tutti i contesti che avessero la possibilità di formarmi. Poi è arrivato il momento del diploma. Quel fatidico momento dove ti chiedi: ma cosa voglio fare? Ecco io avevo le idee già chiare. Volevo provare a studiare quello che amavo. Così ho fatto richiesta per entrare alla Silvio d’Amico a Roma e alla scuola del Piccolo Teatro di Milano e da lì mi è cambiata la vita. Sono entrata al primo tentativo alla Silvia d’Amico ma andò bene anche la prima selezione al Piccolo con Ronconi, che poi fu un mio insegnante in Accademia. A 18 anni quindi mi trasferisco a Roma e lì mi è cambiata la vita».
Ma diventare attrice era il sogno anche quando eri piccola?
«No, assolutamente no. Fino a quando non si è manifestata come passione a metà del Liceo, non ci avevo mai pensato. Da bambina penso di aver detto di volerle fare tutte. Dall’astronauta a non so. Non avevo delle idee precise. Zero proprio».
Ti hanno mai ostacolato nella scelta di diventare attrice? Penso alla tua famiglia.
«No. Io sono stata molto fortunata perché mia madre è una donna molto libera e io mi auguro di essere lo stesso quando sarò a mia volta madre. Mia mamma è una donna che ci ha insegnato ad ascoltare quello che desideriamo. Ora è in pensione ma prima era un’impiegata, una di quelle un po' rotondette, tutt’altro che una donna di mondo. È sempre stata la mia spalla durante le selezioni. Mamma mi ha incoraggiato. Ecco, non so come avrebbe reagito mio padre. Papà non c’è più, da tanti anni. Qualora avesse avuto qualcosa da ridire però non avrebbe avuto la meglio su mia madre. Però sai cosa abbiamo imparato, soprattutto in seguito alla dinamica di mio padre? Abbiamo imparato che la vita va presa a mozzichi, come si dice a Roma. Quando stavo cercando una scuola di recitazione, mamma mi ha chiaramente detto: “non abbiamo le possibilità di mandarti in una scuola privata, quelle scuole dove paghi la quota d’iscrizione 10 mila euro all’anno, ma se questo è il tuo sogno, troviamo una scuola seria e provaci!”. Non ne sapevamo molto a quei tempi ma ci siamo informate e abbiamo trovate queste due scuole».
Chi è il tuo/la tua più grande fan?
«Mia mamma, sicuramente. Io ormai vivo a Roma da 15 anni e lei, da quando ho iniziato la carriera da attrice, raccoglie qualsiasi cosa che mi riguarda in vari raccoglitori. È convinta che quando li lascerà a me poi li butterò. Lei mi segue sempre. Abbiamo un bellissimo rapporto. Ci sentiamo tante volte al giorno ma non è un rapporto morboso ma di condivisione. Lei a 18 anni mi ha detto: “vai, sei figlia del mondo!”».
Tu hai perso il tuo papà quando eri piccola. Che ricordo hai di lui?
«Papà Bruno. Avevo 11 anni quando è successo. Era il 1998. Tante volte mi domando come sarebbe se lui fosse ancora qui. Purtroppo quando sei così piccola non ti rimangono tanti ricordi. Io poi ho un meccanismo di auto-protezione e quindi molte cose le ho eliminate. Devo proprio mettermi lì a pensarci. È stato così sconcertante e non preventivato, una bambina di 11 anni non pensa che potrebbe perdere il proprio papà e quindi oggi ti puoi chiedere solo come sarebbe stato se lui non fosse venuto a mancare. Mia mamma mi racconta spesso un ricordo di papà che non dimenticherò mai: lui desiderava tanto una figlia femmina e quando sono nata io, in ospedale, non si è mai allontanato dall’incubatrice per paura che mi scambiassero. Diceva che ero troppo bella. Mamma mi racconta di queste notti dove lui è rimasto attaccato a quel vetro per tantissimo tempo. È un bel ricordo ma ora siamo qui. Forza e coraggio».
Qual è il posto della Sicilia che porti nel cuore?
«Vulcano. Una delle isole Eolie dove avevamo una casa che oltretutto aveva interamente costruito mio padre. Ho i ricordi più belli della mia infanzia. Prendevamo un aliscafo e dalla primavera in poi le volte che potevamo scappavamo lì. Era ed è tutt’ora il mio luogo nel cuore».
Sei fidanzata?
«Si, sono fidanzata».
Cos'è l'amore per Stella?
«L’amore per me è una fortuna. L’amore è a 360 gradi. Io amo la mia famiglia, amo i miei amici, il mio compagno. Qualcosa di magico che accade e ti nutre, ti riempie nella misura in cui lo provi ancora prima di riceverlo».
Per un'attrice è difficile trovare l’amore? Penso alle trasferte o alle scene di sesso. Tu hai mai avuto problemi a gestire una storia per il lavoro che fai?
«No, non ho mai avuto problemi. Sono stata abbastanza fortunata anche in questo. L’amore è libertà, soprattutto quando parliamo di lavoro. Chi ti è vicino e comprende questa cosa inevitabilmente è una persona che non può stare con te».
La tua passione più grande.
«Fortunatamente la mia passione più grande è il mio lavoro, il teatro. Ma un’altra mia grande passione è lo yoga. Nello specifico il koundalini che è una pratica di yoga che non ha niente a che vedere con l’ora in palestra. È una pratica che si lega alla meditazione, è una dimensione che mi aiuta molto nella frenesia di tutti i giorni, mi aiuta a riordinare le idee quando devo fare una scelta e a ritagliare gli spazi necessari per la concentrazione. Siamo nell’epoca del dove devi sempre correre quindi se non hai la capacità di ritagliarti uno spazio dove puoi respirare, diventa tutto più complicato, rischi di perderti. Questo è stato un incontro incredibile».
Ti piace guidare? Auto, moto?
«Si molto. Soprattutto le macchine. Ho paura delle due ruote. Ho avuto il motorino in tenera età ma Roma è pericolosa. Mi piacciono le jeep, i fuoristrada».
La canzone che canticchi più spesso in questi giorni.
«Quella di Colapesce e Dimartino. La canto in automatico perché in radio la trasmettono sempre».
La canzone che ami.
«All of me di John Legend, meravigliosa».
L'ultima serie che hai visto su Netflix?
«Sto vedendo The Crown».
Ti piace cucinare? Il tuo piatto preferito?
«Ni, non sono una cuoca ma qualcosa cucino. Quando lo faccio è per stare in compagnia. Sono poco sicula in questo. I miei piatti preferiti sono patate fritte e spaghetti alle vongole».
Sei una donna bellissima. Sei una look sempre perfetto oppure sei più acqua e sapone?
«Sono molto tranquilla, sono una da anfibi quasi tutti i giorni».
La cosa ti fa più arrabbiare?
«Le bugie e la scorrettezza. Con me non si mente».
Da attrice, cosa pensi del momento attuale che stiamo vivendo con teatri e i cinema chiusi?
«Io mi ritengo fortunata perché durante il primo lockdown ho girato un film e una serie. Alla fine i set hanno trovato una maniera per lavorare seguendo regole severe con tamponi e continui controlli. Da un anno e mezzo sto facendo una vita dove rispetto tutte le regole. La situazione per i teatri è davvero drammatica e lo dico da teatrante. D’altro canto abbiamo avuto una situazione sanitaria con un’emergenza di una gravità assoluta. Mi metto nei panni dei produttori che in questo momento sono in profonda difficoltà e non è giusto lavorare per pochi euro. Il teatro poi è il posto dove girano meno soldi rispetto al cinema e alla tv. Chi è il produttore che investe in una compagnia se non ha una garanzia di un rientro? La vita del teatro è molto faticosa. Il vero problema è che, alla luce di un’emergenza di questo tipo, non stanno arrivando le sovvenzioni e aiuti reali e sufficienti per la mia categoria che si sta battendo per una riforma. Qui bisogna sedersi al tavolo e trovare un modo per tutelare la mia categoria, io credo in quello. A fronte di questa emergenza sanitaria non mi sento di andare in piazza e battere i piedi per far sì che i teatri vengano riaperti con delle misure che sono inevitabili, penso alla mascherina e al tampone. Come si fa a entrare in 200, 300, 400 persone in una sala in questa situazione? Dovremmo essere tutti nelle condizioni di stare tranquilli. Dovremmo essere tutelati, sarebbe tutta un’altra storia ma spetta al governo decidere».
Hai avuto il Covid tu?
«No fortunatamente no».
In questi giorni si parla molto del cat calling. Cosa ne pensi tu?
«Penso che in Italia siamo in pieno oceano, nuotiamo a vista rispetto a una serie di ingiurie che ancora non hanno una tutela dal punto di vista legale. Penso anche alla ddl Zan. C’è ancora molto da fare ma devono sbrigarsi. Trovo tutto questo assurdo. Siamo nel 2021 e siamo ancora qui a discutere di cosa è giusto o no quando è evidente che parliamo di argomenti sgradevoli e soprattutto di reati».
Che rapporto hai con i social?
«No nessun rapporto in particolare, sono attiva su Instagram e Facebook. Ho avuto Tik Tok ma ho caricato due video e poi ho lasciato perdere. Instagram lo uso da tanto tempo perché come hobby fotografavo. Poi ho iniziato a utilizzarlo anche sotto suggerimento delle persone che lavoravano con me come auto promozione».
In televisione è uscita la serie Buongiorno mamma! con Raoul Bova dove tu interpreti Maurizia. Cosa ci racconti?
«È stata la mia prima esperienza in una serialità così lunga. Ho un ruolo molto bello, trasversale in questa serie. Ho avuto un incontro molto bello con il regista, Giulio Manfredonia, motivo per il quale sono entrata a far parte di questo cast. Un regista sopraffino che auguro di incontrare ad ogni attore una volta nella vita. Giulio è capace di proteggerti dalle dinamiche inevitabili dei tempi. È un regista molto attento, colto, che ti insegna a farti le domande giuste. Anche alle tre di notte non gli sfugge niente. È stato un viaggio straordinario, una bellissima esperienza. Questa serie ha una trama davvero complessa ma è molto bella. Mi è piaciuta da subito».
Altri progetti futuri in uscita?
«Ho un paio di progetti in uscita. Codice Karim, in collaborazione con Rai Cinema, che è un film d’azione e racconta la storia di un for and fighters che viene richiamato per una missione. Il protagonista è un attore marocchino ed è una storia molto bella. Il mio personaggio è completamente diverso dai ruoli che ho fatto in precedenza. Appartiene a un non-luogo, è stato molto difficile girarlo però sono sicura che ci darà delle belle soddisfazioni. Un’altra uscita sarà su Netflix, Mio fratello e mia sorella con la regia di Roberto Capucci. È la storia di una famiglia. Io interpreto una musicista e il mio personaggio è molto vicino a questa famiglia. A breve poi tornerò sul set di un film a cui tengo moltissimo con lo stesso regista con cui ho girato Malarazza, Giovanni Virgilio. I racconti della domenica, un film che racconta 40 anni di storia della Sicilia, arriva fino all’uccisione di Aldo Moro. Interpreterò un bellissimo personaggio, una donna molto cazzuta. Poi c’è un altro bel progetto ma è top secret».
Hai interpretato tanti ruoli nella tua carriera, ma ne hai uno che sogni di fare?
«Tantissimi! Ancora tantissimi! La fascia d’età 30-40 penso sia lo spaccato di vita di una donna più interessante da raccontare. Io poi anche quando ero ventenne mi sono sempre sentita un po' più grande. Ora sto lavorando sulle mamme, per chi come me non lo è ancora, è molto stimolante. Mi piacerebbe tanto lavorare per esempio sulla dinamica della malattia mentale. Oppure vorrei raccontare storie di donne forti».
Il regista con il quale vorresti lavorare.
«Emanuele Crialese».
L'attore con cui vorresti lavorare».
«Castellitto, non lo conosco ma mi piacerebbe molto. Un mostro di bravura.
Il tuo film preferito.
«Dio esiste e vive a Bruxelles».
Ti piacerebbe fare da regista in futuro?
«Perché no? Ci vuole una preparazione precisa però non dico di no».
Tu hai recitato in numerose fiction andate in onda in tv, ma tu la guardi la televisione?
«Si certo la guardo, ovviamente ci sono cose a me più vicine e altre no. Per me fare Montalbano è stato molto significativo per varie motivazioni. Lavorare con Camilleri è stato un onore, con Zingaretti e poi da siciliana non vedevo l’ora. Ho recitato anche in altri film molto legati alla mia terra, come Io sono Libero che è la storia di Libero Grassi, dove io interpretavo una giornalista. La televisione è un mezzo che arriva a molti. Ci sono film e programmi belli, poi dipende sempre da come li fai. Possiamo fare del nostro meglio per rendere la tv più audace. È tutto un fatto di incontri, se hai colleghi e registi giusti riesci a fare bene. È molto gratificante».
Com’è da siciliana interpretare i film dove si parla di Mafia?
«Da siciliana lo senti ancora di più, lo vivi in un altro modo, direi con responsabilità. Purtroppo quello che si racconta è vero. Sono delle cose tangibili e reali, poi il film è romanzato ma c’è una grossissima base di verità».
Faresti mai un reality?
«No assolutamente no».
Ti piacerebbe condurre Sanremo?
«Si, quello sì. Io sono un’attrice, non faccio spettacolo però questa sarebbe un’esperienza diversa. Io ho già condotto un programma che è andato in onda su Sky, Cinepop. È stato molto divertente».
Ti do un biglietto aereo, dove andresti?
«Tailandia, Indonesia, Israele. Vorrei vedere l’India e fare un percorso legato allo Yoga».
Il regalo più bello che la vita ti ha fatto?
«La salute, mi sento molto fortunata. Sono felice di quello che ho. Io mi sento grata per tutto quello ho».
Se ti volti indietro, rifaresti tutto?
«Rifarei tutto quello che ho fatto».
Qual è il sogno di Stella?
«Vorrei viaggiare e aiutare chi è meno fortunato. Nel mio piccolo è una cosa che già faccio, oggi però ti direi che vorrei avere tempo per viaggiare. Il viaggio è un incontro. Non sono una di quelle persone che si muove solo in hotel 5 stelle. Mi piace più l’aspetto filosofico del viaggiare, più profondo».
Credits
Styling: Umberto Granata per EPSUITE19
Make up: Raffaele Schioppo per Simone Belli Agency
Hair: Francesco Borghese per Mimmo Laserra