La regista Laura Luchetti ci racconta delle differenze con la serie omonima norvegese: “c’è una sensualità e una passione tipica degli adolescenti che nell’originale non c’erano”, delle scelte stilistiche coraggiose: “se si sta parlando di un video di nudo o di un rapporto sessuale penso sia giusto farli vedere” e di come, secondo lei, alla base del catcalling ci sia “la stessa mancanza di rispetto che sfocia nel Revenge Porn”.
Attenzione: forse la Rai per una volta ha dimostrato di essere al passo con i tempi e di poter competere con i grandi colossi dello streaming perché Nudes, il nuovo teen drama disponibile su Raiplay dal 20 Aprile è la serie tv di cui avevamo bisogno. È una serie attuale che parla di un problema reale con il quale purtroppo dobbiamo fare i conti: il Revenge Porn tra gli adolescenti.
Ci ricordiamo tutti le vicende legate alla maestra di Torino ingiustamente licenziata per colpa di un video intimo messo in giro dall’ex fidanzato come anche della tragedia di Tiziana Cantone, suicida dopo essere stata colpita dal Revenge Porn. Meno noti i casi che riguardano i più giovani che invece, stando alle statistiche, risultano essere le vere vittime. Nudes ha il merito di essere una "fotografia della situazione attuale" e di rappresentare tutta l'ambiguità, il malessere e la desolazione delle vittime senza sconti. Nessuno meglio della regista Laura Luchetti, che oltretutto è una vera e propria "badass", poteva spiegarci l’importanza di una serie tv come Nudes in questo momento storico.
Da dove nasce Nudes?
È l'adattamento di una serie norvegese che il mio meraviglioso produttore, Riccardo Russo, ha acquisito circa un anno e mezzo fa. Anche se il problema del revenge porn è universale, c’è stato un grande lavoro di riadattamento della sceneggiatura per avvicinarlo alla nostra cultura e al nostro contesto sociale. Ho cercato di nascondermi tra i ragazzi per vedere la situazione dal loro punto di vista. Anche nel modo di girare le scene la macchina da presa è sempre molto vicina agli attori. Io poi ho una figlia di quell’età e questa cosa mi ha aiutato molto, ho ascoltato i suoi racconti e quelli dei suoi amici, ho cercato di fare una fotografia dell’attuale, non ho la presunzione di voler raccontare gli adolescenti, semplicemente mi limito a fotografarli.
E in loro c’è tutta una passione, una sensualità pulita, fresca che è tipica degli adolescenti a quell’età ma che nel teen drama originale norvegese non c’era.
Devo ringraziare Raiplay per avermi lasciato la libertà di mostrare tutta questa sensualità tipica delle nuove generazioni. Il revenge porn in fondo si sviluppa nell’area emotiva e sensuale dove basta una foto fatta per gelosia, un selfie in reggiseno perché finalmente ci si sente belle, basta una frazione di secondo, un click per farsi rovinare la vita.
È un adattamento ma c’è molto di tuo e di quello che conosci
Sì esatto, anche la serie originale si chiamava Nudes ma non c’era un pezzo di carne neanche a pagarlo oro, tutti vestiti (ride).
È questa la libertà di cui parlavi?
Penso che se si sta parlando di un video di nudo che gira su internet sia giusto far vedere cosa c'è in quel video, se si parla di un rapporto sessuale che ha rovinato la vita di un personaggio della serie, io lo voglio far vedere; ho mostrato tutto ciò nei limiti e con il rispetto degli adolescenti. In punta di piedi ho cercato di mostrare una realtà sana che diventa poi mostruosa. Perché la realtà in sé è sana, cioè la sensualità adolescenziale, lo sperimentare i propri orientamenti sessuali è sano, diventa malato quando un determinato contenuto viene divulgato senza consenso. Il mio tentativo è stato quello di cercare di avvicinarmi e capire quale può essere l’elemento che scatena un atto così orribile.
Negli adolescenti spesso può essere colpa di una maleducazione o meglio della mancanza di una educazione al rispetto.
È fondamentale l'educazione sessuale nelle scuole è in famiglia?
Ma più che l'educazione sessuale è fondamentale l'educazione al rispetto della volontà altrui e del corpo altrui. Prima di parlare ai ragazzi di revenge porn bisognerebbe insegnargli a rispettarsi a vicenda e a rispettare sé stessi. Insegnargli ad accettare un no, a non apostrofare con un fischio o con un commento non richiesto, perché dal momento in cui tu, ragazzo, ti senti in diritto di fare un commento pesante ad una ragazza, immediatamente pensi di avere la libertà di fare delle foto e di divulgarle. Viceversa se non c’è un' educazione al rispetto dei propri limiti e del proprio corpo, se c’è un’insicurezza di base perché non ci sentiamo mai abbastanza belle, alte o magre basta un complimento dal ragazzo sbagliato per cadere in una trappola infernale. Come succede a Ada, la protagonista più giovane di Nudes.
Per come la vedo io l’importante è l’educazione al rispetto per sé stessi e per la volontà altrui, perché è tutto collegato, il revenge porn non è un fenomeno che nasce dal nulla ma viene fuori da tante piccole cose.
Come il catcalling?
Il commento pesante, la pacca sul culo, i fischietti, il cosidetto catcalling sono l’alba di un tramonto più grave che sfocia nel revenge porn. Io credo che sia la stessa base che parte dalla mancanza di rispetto nei confronti di un corpo femminile che io, uomo, devo fare mio con un commento non richiesto e che a livelli più alti diventa una pacca sul sedere o una foto divulgata senza il consenso.
In questi giorni sto vedendo una bellissima inchiesta inglese in bianco e nero del 1971 in cui una fotomodella andava in giro per Londra e dava le pacche sul sedere agli uomini che si giravano incazzatissimi e lei gli diceva: "ti piace? È giusta questa appropriazione del corpo altrui come fate voi per strada?". Andava in giro a chiedere pareri sulla parità di genere e cose così, sono passati quanti anni, 50? e stiamo ancora parlando delle stesse cose.
E a quelli che dicono “non si può più fare un complimento” che dici?
Nessuno ha detto che è un sorriso ad offendere una donna, non siamo pazze che non vogliamo più complimenti, non sono i complimenti né i sorrisi il problema, qui stiamo parlando di altro, del trattare le donne come merce di cui io uomo mi posso appropriare con commenti non richiesti, pacche sul sedere e anche di peggio. Come alcuni ex fidanzati che poi si vendicano mettendo in rete video e foto; il vero e proprio revenge porn, anche questo atteggiamento fa parte di una sorta di diseducazione al rifiuto.
A te è mai capitato?
Fortunatamente no, anche se il cinema è un ambiente di squali. Invece quando mi hanno offerto questa serie ne ho parlato con mia figlia e le sue amiche che mi hanno detto: “tu non sai a quante persone è successo, succede spessissimo”
È un fenomeno molto più vicino di quanto pensiamo, i casi non sono solo quelli di cui si parla in tv ma sono praticamente all’ordine del giorno. Questa cosa mi ha sconvolto perché non avevo mai parlato con mia figlia di questi argomenti e non ne avevo idea. Spesso noi genitori siamo sempre gli ultimi che se ne accorgono e il lavoro che ho voluto fare in Nudes è stato quello di mostrare questa solitudine mettendo i ragazzi in posti isolati, freddi, come dei grandi capi perché spesso quando succedono questi episodi le vittime non solo non ne parlano con i genitori ma non ne parlano neanche con gli amici perché si vergognano e quindi rimangono isolati e cercano goffamente di uscire dal problema non sapendo come fare e facendosi molto male.
Consigli Nudes anche ai genitori?
Io credo che ad un genitore guardandola potrebbe accendersi una lampadina su dei fatti che non conosceva e che non poteva aver notato dei propri figli, queste cose succedono anche a ragazzi molto giovani di 12/13 anni.
Nel tuo film Fiore Gemello si parla di adolescenza e della perdita dell'innocenza, in un certo senso è il filo conduttore delle tue opere
Ma forse sì, sai, sono quelle cose che succedono anche inconsciamente e poi guardandoti alle spalle ti accorgi che stai percorrendo una strada verso la stessa direzione. Fiore gemello è la storia di due ragazzi a cui è stata rubata l'innocenza e insieme faranno di tutto per recuperarla, questo è un tema a me molto caro perché l’adolescenza è un’età molto fragile ma anche molto forte. A quell’età c’è ancora la forza di lottare per recuperare l’innocenza che ti è stata portata via. Fiore gemello è proprio la storia di due persone violentate dalla vita che insieme provano a recuperare la spensieratezza della propria adolescenza. Questa forza, questa lotta è un po’ il mio tema dominante.
Anche nei tuoi progetti futuri?
Sì infatti il mio prossimo film è tratto da un romanzo meraviglioso di Cesare Pavese La bella estate: protagonisti saranno 4 adolescenti nel 1938.
Tu che adolescente eri?
Ero un adolescente un po' dicotomica; molto saggia ma anche molto ribelle, preferisco rispondere alla domanda su che adolescente sono oggi (ride).
Che adolescente sei oggi?
Con una grandissima speranza: di un futuro lunghissimo davanti a me, perché io non mi accorgo di averne meno di un adolescente, probabilmente è anche questo che mi porta ad avere un' affinità maggiore con i miei coetanei 17enni (ride).
Cesare Pavese diceva: "l'adolescenza è l'età che conosciamo meglio è quella che più a lungo ha vissuto dentro di noi”. Mentre l’infanzia svanisce, l’adolescenza te la porti dentro per tutta la vita.