Vi siete mai domandati qual è il contesto in cui vi capita più spesso di utilizzare la vostra moto? Provate a fare mente locale! Passi di montagna? Circuito? Dentro a un bosco? O forse… in città? Quanto tempo avete passato in sella, nell’ultimo mese, in ognuno di questi luoghi? Beh, vi aiuto io: se abitate in un posto come Milano, Roma o Napoli è molto probabile che sia proprio tra le loro strade, che avete percorso più chilometri nelle ultime settimane. E tra lavoro, tempo libero, commissioni e spostamenti vari, quanto vi siete goduti la vostra moto, in mezzo al traffico? Fatemi indovinare: molto poco. Ma la colpa, d’altra parte, non è vostra. O meglio, può esserlo nella misura in cui avete soltanto scelto la moto sbagliata, una moto che nel contesto in cui vi ritrovate ad usarla più spesso, non è affatto a suo agio. Scommetto, ad esempio, che è troppo pesante, o che magari, in mezzo al traffico, è troppo nervosa. E scommetto anche che, in questa stagione, non riuscite a starci sopra per più di dieci minuti consecutivi, da quanto scalda. Eppure esiste chi è in grado di farvi tornare il sorriso, anche nel centro di una grande città.
Prendete la nuova Moto Morini SEIEMMEZZO, ad esempio. La fanno in due versioni: STR, come stradale, ed SCR, come scrambler. Hanno quasi tutto in comune, tranne qualche dettaglio, in grado di farle sembrare due moto molto diverse tra di loro. La prima, specialmente nella versione grigio opaco, è super aggressiva. Vista dal vivo è una bomba: una di quelle moto che ti fa venire voglia di montarci sopra e tirare due pieghe alla prima rotonda. La scrambler, invece, è più elegante. In realtà, rispetto alla STR, a cambiare sono solo i cerchi - in lega di alluminio sulla prima, a raggi sulla seconda -, il parafango anteriore, alto, come sulle moto da fuori strada, e le sovrastrutture nella zona della sella, che qui diventa color cuoio. In generale, il lavoro fatto da Morini sul design di tutte e due le moto è davvero notevole: pochi tratti di matita per definire un’estetica elegante, con linee pulite, semplici, armoniose, in grado di unire, al contempo, classico e moderno, secondo la migliore scuola dello stile italiano. Entrambe esprimono al meglio quanto di più attuale esista nel modo di concepire le moto e il modo di adoperarle: linee azzeccatissime, un motore potente il giusto e una facilità di guida che vi farà godere ogni metro percorso assieme, anche in città.
Per farle, in Morini, sono partiti dal motore della X-Cape: due cilindri, 649 cc e 61 CV. Pochi? Mah… quanti credete di utilizzarne, ogni giorno, quando andate al lavoro? Probabilmente anche 61 sono troppi. E con 61 CV, poi, il gas lo usi tutto: ti diverti in uscita di curva e con la SCR, ogni tanto sulle strisce provi a metterla di traverso, manco fosse una moto da flat. Merito dei 54 Nm di coppia massima, in grado comunque di assicurare sempre una spinta più che adeguata, anche nelle fasi di sorpasso in autostrada.
Rispetto a X-Cape cambiano, invece, le sospensioni: entrambe le versioni della SEIEMMEZZO, montano, infatti, delle unità Kayaba. Davanti c’è una forcella upside-down da 43 mm, con 120 mm di escursione, regolabile nel precarico e, nell’idraulica, in estensione e compressione. Dietro, il mono ha 120 mm di escursione e permette di essere regolato nel precarico e nel controllo idraulico in estensione. A rendere la SEIEMMEZZO diversa dalle altre ci pensano i cerchi: 18 i pollici scelti da Morini per l’anteriore, 17 per il posteriore. Ora, non so come funzionino le cose dalle vostre parti, ma a Milano, tra rotaie e pavé, spesso pare di fare i rally, piuttosto che guidare nel centro di una grande città. E però un 19, davanti, avrebbe significato sbilanciarsi in maniera eccessiva verso il mondo dell’on-off. Che fare dunque? L’idea di montare ruote da 18 pollici è il classico uovo di colombo: più diametro significa una maggiore facilità nel superare gli ostacoli, senza tuttavia - in questa misura - connotare in maniera realmente fuoristradistica l’impostazione di guida di un mezzo che è pensato anche e soprattutto per gli amanti della guida rotonda, fatta di pieghe armoniose e zero pensieri.
Ma la cosa che ti colpisce di più della SEIEMMEZZO, quando ce l’hai in mano, è il livello delle finiture. Perché, oh, Moto Morini la mette in vendita a partire da 6.990 €: esattamente come per X-Cape, un prezzo super competitivo. E quando ti ci avvicini, però, vedi che monta un bel TFT a colori da 5 pollici, che, tra l’altro, permette via bluetooth di gestire simultaneamente un telefono e due dispositivi auricolari. Poi guardi bene e vedi che la fanaleria è full LED, i comandi sono retroilluminati, le tubazioni sono in treccia, ti ricordi che il forcellone è in alluminio e ti accorgi che le pinze freno sono firmate Brembo. Il serbatoio da 16 litri? È in acciaio, di quelli che pure alcuni marchi premium non fanno più. Le gomme, ancora, sono marchiate Pirelli, su entrambi i modelli e, naturalmente, c’è l’ABS, firmato Bosch. Insomma, più in generale è una moto curata, realizzata da chi le moto le ama e ama farle.
Va be’ ma come va, direte voi? Ve l’ho detto, vi farà (ri)innamorare della vostra città. Perché in sella alla SEIEMMEZZO tutto è facile, armonioso. Ci esci di casa la mattina, ci vai al lavoro, al museo, all’aperitivo e ogni chilometro che ti separa dal prossimo impegno sembra essere sempre più breve di quello che avresti voluto. E anche se sono 200 i chili fatti segnare dalla bilancia, l’impressione è sempre quella di avere a che fare con una moto leggera leggera, di quelle che ci giri come in bicicletta. Roba che ogni volta ti devi ricordare di prendere su il casco, prima di uscire. Certo, avrebbe potuto essere più leggera o più potente. Avrebbe potuto montare un’elettronica da MotoGP o chissà quale altro accessorio che ti ricordi di avere una volta ogni morte di papa. Avrebbe potuto essere più sportiva o più specialistica. Avrebbe potuto portarvi al bar più velocemente o facendovi credere di essere pronta a partire da un momento all’altro per un grande raid. Ma quello che non avrebbe potuto fare in maniera migliore è farvi ricordare, cosa voglia dire divertirsi in sella a una moto, ogni volta che uscite di casa.