Fuga dalla realtà. Anzi, fuga nella realtà. Ché quest’anno tutto è stato fuorché una cosa normale, una cosa vera, una cosa reale. La voglia di salire in moto e andare a farsi un giro, di notte, senza patemi, senza coprifuoco, è più forte di ogni cosa, anche se stai a Milano e le strade con almeno una curva come si deve, le conti sulle dita di una mano.
Fortuna che adesso anche i week-end non son più roba per fuorilegge. Possiamo tornare sulle nostre strade preferite, goderci la libertà, essere liberi di godere, scoprire con i nostri occhi, con il nostro polso, che le cose non stanno proprio come ce le avevano raccontate.
Non ci riferiamo al virus e nemmeno ai vaccini. Ci riferiamo a tutta una serie di cose che ci hanno raccontato in questi anni.
All’idea, ad esempio, che un certo tipo di moto, di divertimento, di tecnologia, sia accessibile soltanto se in garage hai già un SUV e un’utilitaria (rigorosamente plug-in, mi raccomando), soltanto se ti manca tanto così alla pensione, soltanto se puoi permetterti di spendere cifre che un millenial vede mediamente in un anno - se non spende neanche una lira.
Ecco, che le cose non stiano proprio così, è evidente dal primo momento in cui ci sali in sella, alla nuova Aprilia Tuono 660.
Giri la chiave e ti accorgi che quello che hai davanti, quella che hai in mezzo alle gambe, è un concentrato di tecnologia e di piacere di guida che, fino ad ora, nessuno sosteneva potesse esistere, a quel prezzo, con quell’estetica, con quei colori.
Cavalli 95, da portare su strada, non in una rullata al banco. Roba che nel mondo di ieri non c’era. E ci voleva un pianeta invaso da cilindrate da automobile e potenze da corsa per ricordarcelo (d’altronde ci voleva lo smart working per ricordarci la bellezza di un giorno in ufficio). Ti scegli la mappa Dynamic, prima dentro, STAC! Molli la frizione, gas, prima e seconda, con il quickshifter che le fa entrare come una cannonata, e alla prima rotonda ti butti giù in piega, credendoti un pilota. Che poi è la classica cosa da non fare quando hai le gomme ancora fredde, ma le Pirelli Rosso Corsa II, di primo equipaggiamento riescono sempre a salvarti la vita… e poi, hey, si vive una volta sola.
È neutra la Tuono, fa quello che le dici di fare, proprio come lo vuoi fare.
E ti para il culo, quando fai lo scemo, ma non sei in grado di farlo.
Anti pattinamento, anti impennata (disinseribile), ABS cornering (ok optional, come il quickshifter, ma c'è), c’è tutto.
Vuoi fare lo scemo senza rete? Si può fare. Basta entrare nelle impostazioni della mappa Individual e gestire i vari parametri a piacimento.
Oh, c’è anche il controllo del freno motore che fa tanto MotoGP.
E per illudersi di essere davvero capaci di andare in moto, ci sono anche due riding mode alla voce Race: il Challenge e il Time Attack.
Se selezionate uno dei due, il dashboard si trasforma: al centro c’è il cronometro (che può essere comandato con il tasto del lampeggio) e nella parte bassa è indicato il livello di intervento del traction control, che può essere modificato in movimento con il comando che solitamente è deputato al controllo del cruise control (ah già, c’è il cruise control).
E poi girare di notte, in moto, quando fa caldo, è una delle cose per cui vale la pena vivere. Certo, meglio se lo si fa con qualcuno seduto dietro. Ma è vero che da solo la moto te la godi di più, se ti piace guidare.
E se non ti piace farlo, la Tuono non è la moto per te. Perché la Tuono è guidare e basta, è un momento di libertà.
E a dirla tutta è anche non prendersi troppo per il culo, perché con il doppio dei cavalli non vai al doppio della velocità, nemmeno in pista.
Aprilia ha fatto una moto che va guidata, accesa, piegata. Ha dimostrato che una moto non deve per forza essere funzionale o bella, economica o costosa, veloce o ferma. Ha spaccato un motore in due e ci ha fatto due mezzi come ci avevano detto non potessero esistere: la RS e la Tuono.
Aprilia ha scritto la ricetta della felicità. Le dosi? 183 Kg in ordine di marcia, 95 CV, elettronica quanto basta.
Il problema è che, poi, non vuoi più scendere.
P. S.
In questa prova abbiamo utilizzato una giacca Alpinestars Faster V2 leather jacket, un sistema air-bag Alpinestars Tech-Air® 5, dei guanti Alpinestars Chrome, delle scarpe Alpinestars Faster-3 e un casco Caberg Drift Evo Carbon Pro.