C’entra la concorrenza, in questa storia però ci sono anche opportunismi politici. Non a caso, il lancio di Reels è arrivato dopo gli appelli di Trump e la firma dei decreti che vietano di utilizzare l'app cinese. Insomma, la concorrenza per l'applicazione TikTok si fa sempre più agguerrita, non solo verso i diretti competitor, ma avendo gli Stati Uniti che ti vogliono distruggere. Non proprio una passeggiata. E così, se dal punto di vista legislativo è comunque difficile bloccare una app che in pochissimo tempo ha spopolato tra i giovanissimi, ecco spuntare il “copia e incolla” firmato Instagram, che prende il nome di Reels.
Dal 5 agosto è disponibile anche in Italia ed è già stata battezzata come il clone di TikTok. L’abbiamo provata, cercando in tutti i modi di appassionarci, ma come tanti di voi, siamo arrivati alla conclusione che al massimo – per ora – può essere considerato il cugino scemo dell’app cinese.
Come funziona Reels di Instagram
Gli Instagram Reels sono brevi video, di massimo 15 secondi, che possono essere condivisi sul proprio account Instagram coi follower, ma anche con l'intero pubblico del social network, attraverso la funzione “Esplora”. Per creare un video serve selezionare la fotocamera di Instagram e scegliere “reels”: si troveranno davanti una serie di strumenti con cui creare la propria clip. Sembra facile, però in realtà non si capisce davvero a cosa serva, in particolare inserito dentro Instagram che ha già le stories, IGTV e questa aggiunta sembra la classica toppa peggio del buco.
Le differenze
È possibile selezionare una base musicale o un proprio file audio da abbinare al video. Nel caso di profilo pubblico, l'audio sarà connesso al profilo e utilizzabile anche dai propri follower (cliccando su "Usa Audio" dal reel). Ogni reel, sempre qualora il profilo non sia privato, può essere condiviso con una vasta platea. Sfruttando, inoltre, determinati hashtag, audio ed effetti sarà anche possibile apparire sulle pagine dedicate, così da incrementare la propria visibilità. Rispetto al minuto di video a disposizione su TikTok, i 15 secondi di Reels sono molto limitanti. Altra differenza è il layout: TikTok ha gli strumenti per la creazione dei video che appaiono più intuitivi, o forse in questi mesi hanno semplicemente abituato il pubblico e sarà difficile cambiarlo a fronte di una novità non certo rivoluzionaria.
Reels è sostanzialmente un clone, senza se e senza ma. Con il problema di fondo che quella su Instagram è una funzionalità tra le tante all’interno di un’App, mentre Tik Tok è una App vera e propria focalizzata solo nel cercare di farti ottenere la massima esperienza nella realizzazione di video ludici. E poi non si capisce cosa c’entri lo stile dei Tiktoker con quello degli Instagrammers, per non parlare delle influencer. I primi pubblicano video di balletti e scherzi senza trucco e senza troppi fronzoli (e filtri), i secondi sono tutti attenti al look, alla foto ben focalizzata e al video in HD.
Per dirla fuori dai denti, Reels non sembra altro che una sponda di Mark Zuckerberg alla politica trampiana di contenimento della Cina e anche un modo per mantenere il suo monopolio Facebook-Instagram-Whatsapp delle comunicazioni a livello globale. Chissà come evolverà. Quel che è certo è che, ad oggi, il lancio di questa funzione lascia trasparire solo una cosa: la preoccupazione del genio di Paolo Alto per chi, prima o poi, lo scalzerà a livello di creatività nel cuore degli utenti social.