"Non è rabbia la mia, è solo dolore. Volevo guardare quell’uomo negli occhi, volevo anche dargli l’opportunità di chiedere scusa a mia sorella, alla mia famiglia. Invece quel silenzio, quel suo non rispondere mi ha fatto ancora più male. È un assassino, un codardo. Ma voglio sapere che è successo a mia sorella perché molte cose non tornano. Lui ha agganciato il corpo di Alessia e l’ha trascinato per metri: come fa a dire di non averla vista? Come fa a dire di non essersene accorto?". Così Ilaria Sbal, sorella di Alessia, dopo essere stata allontanata dai carabinieri per aver aspettato sotto casa l’uomo alla guida del tir che avrebbe ucciso la sorella sul raccordo anulare di Roma lo scorso 4 dicembre.
Il 47enne, autista di tir, è accusato essere fuggito dopo l’incidente e di omissione di soccorso, ma il caso sembra più complesso del previsto. Infatti è al vaglio delle forze dell’ordine anche l'ipotesi di omicidio stradale. E siccome si trova ora agli arresti domiciliari, la sorella della vittima ha deciso di provare a chiedergli spiegazioni faccia a faccia. "Sei un assassino, chiedi scusa per averla uccisa. Assassino, vieni fuori a parlarmi", avrebbe gridato Ilaria al citofono del suo appartamento secondo quanto ricostruito dalla giornalista Flaminia Savelli sul Messaggero. Per ora le indagini hanno stabilito che un camion ha urtato l'auto di Alessia Sbal, che si è fermato sulla corsia di emergenza e poi è ripartito investendo la donna.
Dal canto suo, il 47enne si è difeso sostenendo di non averla vista. Ma nel frattempo sono spuntate alcune registrazioni di telefonate fatte da Alessia al 112 che farebbero emergere un litigio tra i due precedente all’incidente: "Fermo fermo, non venirmi addosso" si sentirebbe in una delle chiamate. Non solo, perché a disposizione degli inquirenti vi sarebbe anche una telefonata tra la donna e una amica che avrebbe registrato il primo impatto tra l’auto e il camion. A quel punto, la 42enne avrebbe rincorso il tir per accostare e verificare i danni, ma su quello che è accaduto dopo le indagini sono ancora in corso. Intanto, la sorella della vittima ha spiegato il perché ha provato a raggiungerlo di persona: "Quando sono arrivata davanti casa sua, l’ho visto dalla finestra mentre cenava con la figlia e la moglie. Allora sono esplosa perché se Alessia non c’è più la colpa è solo sua. Nessuno può ridarmi mia sorella però ci deve essere una giustizia".