Il leader di una setta religiosa americana è stato accusato di aver sposato ben 20 ragazzine di età inferiore ai 15 anni, una di soli nove anni, e persino la sua stessa figlia, costringendole ad atti sessuali, anche in gruppo. È ciò che emerge dai documenti del tribunale di Washington a carico di Samuel Rappylee Bateman, un 46enne a capo di un gruppetto di mormoni poligami, arrestato durante un controllo della polizia. Inizialmente l’uomo era stato fermato dopo che un agente aveva visto le mani di alcuni bambini che si muovevano all’interno della portiera posteriore del rimorchio agganciato alla sua auto. Nel mezzo c’erano due donne e due ragazze con meno di 15 anni mentre nella roulotte, un cassone chiuso con un secchio adibito a bagno c'erano anche tre ragazzine, di età compresa tra gli 11 e i 14 anni.
L'uomo, arrestato e poi liberato su cauzione, dopo alcune indagini l'FBI ha fatto irruzione nelle sue due case a Colorado City scoprendo una realtà alquanto sconcertante. Gli inquirenti lo hanno accusato di incesto, atti sessuali di gruppo tra adulti e bambini e traffico sessuale di minori. Oltre ad aver sposato minorenni, lui e altri della setta avrebbero trasportato in modo illecito dei minori tra Arizona, Utah, Nevada e Nebraska. Secondo l'accusa all’inizio l’uomo faceva parte di una setta più grande, ma nel 2019 ha iniziato a proclamarsi profeta, arrivando a raccogliere intorno a lui oltre 50 seguaci. Non solo, Bateman avrebbe imposto a tre uomini adulti della sua setta di fare sesso con le sue figlie minorenni, una aveva solamente 12 anni, assistendo lui stesso agli abusi.