Ha patteggiato un anno e sei mesi (pena sospesa) per M.D., il 49enne autista brianzolo che l’11 dicembre 2020, alla guida del bus 727 di Atm mentre a quanto riferito scambiava messaggi su una chat erotica investì e uccise una donna che stava attraversando sulle strisce a Cinisello Balsamo.
Nei confronti dell’uomo, imputato di omicidio stradale, è arrivata anche la sospensione della patente per due anni: dalle indagini sul telefonino dell’autista condotte dalla Procura sarebbe emerso che il conducente del bus stava chattando su Messenger tra le 15.20 e le 15.25, e che la prima chiamata ai soccorritori dopo l’investimento mortale della 53enne Cristina Conforti risaliva alle 15.27.
“La sentenza – sono le parole del marito della donna, Franco Carpentieri, riportate dal Corriere – mi ha lasciato amareggiato e senza parole. È chiaro che Cristina non ce la riporterà indietro nessuno ma non è una pena che le rende giustizia. Come può valere così poco una vita umana? […] L’imputato se la cava con poco e niente. Anzi, è libero di uscire di casa come se non avesse fatto nulla. Invece ha causato la morte di una persona e ha distrutto una famiglia, la mia. Non siamo per niente soddisfatti di come funziona la giustizia. Ammazzi una persona e hai quasi la certezza di cavartela con poco”.
Aggiunge il marito (che con i due figli avrebbe ricevuto un indennizzo economico dall’assicurazione, mentre l’autista avrebbe anche offerto un risarcimento alla sorella della vittima): “Stando a quanto emerso dalla perizia, pare che l'autista fosse abitualmente collegato a queste chat durante le ore di lavoro. È come se giocasse alla roulette russa. Questo ci ha lasciato l’amaro in bocca. Fosse stato un incidente causato da un colpo di sonno o da un abbagliamento potevamo forse farcene una ragione. Ma in questo caso no”.