Prevista per il 22 giugno l’udienza preliminare nei confronti dell’autista attualmente imputato per omicidio stradale. Dalle indagini della Procura di Monza è emerso che al momento dell’impatto l’uomo era immerso in una chat a luci rosse già da mezz’ora. Questo è quanto stabilisce la perizia disposta sul suo smartphone, e che si legge nella richiesta di rinvio a giudizio: “Non prestava adeguata attenzione alla guida, essendo impegnato in conversazioni scritte via Facebook, tanto da urtare con il pneumatico il cordolo in cemento del marciapiede, non accorgendosi della presenza del pedone, così colpendola con il cristallo del parabrezza e proiettandola alla base dell'autobus per poi investirla e trascinarla fino alla fine della corsa, causandone il decesso”.
L’incidente è avvenuto in zona Cinisello Balsamo, a Milano, lungo la strada che costeggia il Parco Nord e porta all'ospedale Bassini. Sull’autobus numero 727 evidenti i segni del violento impatto. L’autista, un uomo di 47 anni, dopo l’incidente aveva dichiarato alle forze dell’ordine di non ricordare nulla dell’accaduto per via di un forte choc, e per questo trasportato in codice verde all’ospedale di Sesto. Per Cristina Conforti, 53 anni, invece non c’è sato nulla da fare, inutili i soccorsi che sono giunti sul posto. Non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. L’azienda di trasporti milanesi dopo questo tragico episodio ha immediatamente sospeso l’autista, sia dalla guida sia da altre attività connesse con il servizio su strada, destinandolo ad altre mansioni in attesa del giudizio. Il responsabile Giesse Risarcimento Danni di Monza che assiste la famiglia ha dichiarato che: "Non sapevamo neppure con quali parole spiegare ai familiari di Cristina l'utilizzo che questa persona stava facendo del proprio cellulare. È inaudito morire in simili circostanze. Inizialmente sembrava solo una banale distrazione, invece è emerso qualcosa che non ci saremmo mai aspettati".