Il maltempo ha colpito in pieno Milano: si parla di raffiche di vento a 108, 118 chilometri orari. Giorgio Vacchiano, docente di sismi forestali all’università statale di Milano: “Con queste velocità anche molti alberi di un bosco non riescono a resistere, indipendentemente dalla specie e dallo stato di salute. In città gli alberi hanno meno resistenza, le radici sono più compresse dal cemento, possono incidere anche le temperature e la siccità. Sono comunque più stressati, anche se ottimamente gestiti”.
Non solo, tutto dipende anche da come si incanala il vento. Ecco spiegato come mai l’epicentro della devastazione sta dietro alle braccia della statua di San Francesco, aperte verso il centro della città. Cosa è successo: il vento si è violentemente intrufolato alle spalle del santo, lungo corso Concordia e viale Argonne. Il vento ha fatto sì che si schiantassero a terra ben 42 platani, che sono caduti sulle auto parcheggiate in strada, accartocciandole in un ammasso di rottami. Maurizio Maugeri, climatologo e docente di fisica dell’atmosfera alla Statale: “Venti con quelle velocità, in ambiente urbano, possono incanalarsi e creare una sorta di effetto canyon”. Un fenomeno conosciuto soprattutto negli Stati Uniti per via della conformazione delle città, con palazzi e grattacieli molto alti. Per effetto canyon si intende quindi un fenomeno meteorologico che si verifica in luogo in cui la strada è fiancheggiata da edifici su entrambi i lati, creando un ambiente simile a un canyon.