“L’estate che stiamo vivendo non sarà la più calda”, “L’azione umana non c’entra nei cambiamenti a cui stiamo assistendo: ci sono sempre stati”. Queste sono solo alcune delle espressioni che scienziati esperti di meteorologia e cambiamento climatico hanno utilizzato per descrivere l’attuale situazione ambientale. Non sono serviti i fenomeni estremi degli ultimi mesi a far cambiare idea a queste persone. Avevamo ancora negli occhi le immagini dell’Emilia-Romagna sommersa da fiumi di fango quando grandinate mai viste si sono abbattute su varie parti del nord Italia. L’accusa di catastrofismo o allarmismo è del tutto infondata, anzi. Abbiamo intervistato Antonio Sanò, fondatore de Ilmeteo.it e da anni attento analista dei fenomeni che di volta in volta si manifestano. “Io creo modelli matematici, non sono un climatologo”, ripete più volte, come a voler dire: “ognuno deve occuparsi di ciò che conosce”. Ciononostante, non nasconde una certa sensibilità rispetto alla necessità di un cambiamento globale nell’affrontare la questione climatica. Di contro, alcune frange di scienziati “semi-negazionisti” si ostinano a non vedere ciò che sta accadendo sotto i loro occhi, ciò che dai dati raccolti emerge nitidamente. L’umanità, producendo anidride carbonica, contribuisce all’aumento delle temperature.
Gli eventi estremi a cui assistiamo ciclicamente sono il risultato di tale aumento. Una consequenzialità logica difficilmente contestabile. L’unica reazione da parte della politica, però, rimane uno sterile sgomento. “Vediamo cosa succede tra 50 anni”, afferma provocatoriamente Sanò. Di certo, chi si aspetta una “svolta”, una presa di coscienza definitiva e un’operazione decisa di ripensamento della società, non può esimersi dal confronto con esperti come lui e dai moniti di una comunità scientifica largamente in accordo sulle cause del climate-change. Non basta dire, come ha fatto il colonnello Mario Giuliacci in un’intervista a Libero, che l’estate che stiamo vivendo non è la più calda della storia. Se fosse, invece, la seconda più calda? O la terza? Classifiche che lasciano il tempo che trovano se uniamo i puntini e ci accorgiamo della trasversalità della questione climatica. Ovviamente, è semplicistico credere che ci possa essere un’unica causa e, dunque, un’unica soluzione. Nessuno è così sciocco. Da qualcosa, però, dobbiamo partire. Minimizzare i rischi e alludere al fatto che “non siamo messi così male” sicuramente non aiuta. Con buona pace della destra e dei suoi alleati (pochi) reclutati tra gli scienziati.
Dottor Sanò, cosa pensa delle dichiarazioni del Colonnello Mario Giuliacci a proposito del falso allarme sul calo record di quest’estate?
Oggi è il 25 luglio. Come si fa a parlare prima del 21 di settembre?
La critica del colonnello è rivolta all’eccesso di allarmismo.
Mi risulta il contrario: tutti hanno sottostimato. In Sardegna ci sono stati 47,2 gradi. Tra Sciacca e Mazara del Vallo 47,3 gradi. E da giorni che a Catania e Siracusa siamo sopra i 45. Alle 11 del mattino non si erano mai viste queste temperature. Abbiamo toccato 42,9 a Roma, record storico. Il caldo poi sta provocando temporali e instabilità sulle regioni settentrionali. Non si erano mai verificate un numero così elevato di grandinate di questa intensità, in così pochi giorni. È la prima volta nella storia in assoluto. Non lo dico io. Basta aprire il Corriere della sera di stamattina e si possono leggere queste cose.
Le previsioni meno ottimistiche erano dunque corrette.
Purtroppo, la realtà ha superato ampiamente le previsioni. Sia rispetto al caldo, che è stato più forte del previsto, sia per quanto riguarda i temporali, che sono stati decisamente più violenti di quello che ci si aspettava.
Parlare di allarmismo quindi per lei non ha senso?
Se avessimo voluto fare allarmismo, avremmo detto “distruzione totale a Milano”. Invece, abbiamo detto “qualche temporale a Milano e c'è stato il disastro”, quindi tutto il contrario. Non c'è nessun allarmismo. I sistemi di previsione che abbiamo a disposizione tendono a sottostimare l’estremizzazione del clima. Quindi è tutto il contrario di quello che queste persone stanno affermando. I fatti li smentiscono categoricamente.
Invece cosa pensa di coloro che, come il Professor Battaglia, credono che il cambiamento climatico sia dovuto solo in minima parte all’azione umana?
Non sono un climatologo, per cui non mi esprimo. Io leggo le pubblicazioni e queste indicano una correlazione tra l’aumento dell’anidride carbonica e cambiamento climatico. Tale aumento è causato essenzialmente dall’attività umana, quindi dalla combustione degli idrocarburi, oltre che, chiaramente, anche da eruzioni vulcaniche. Paesi come Cina e India, con metà della popolazione globale, hanno aumentato negli ultimi dieci anni la loro produzione industriale. È chiaro che le emissioni che rilasciano influiscono su tutto il pianeta. Occorre attuare delle misure a livello globale
Ancora il Professor Battaglia ha detto che il consenso della comunità scientifica non è così largo come invece si tende a credere.
Mi sembra che ci siano delle dimostrazioni sull’effetto dell’essere umano sul pianeta. Se ci sono evidenze contrarie verranno valutate. Al momento non ci sono delle valutazioni che dicono “no, non è vero che la CO2 porta all’aumento della temperatura”. Quando ci saranno allora saranno tenute in considerazione.
Relativamente agli attivisti di Ultima Generazione: lei pensa che siano sulla strada giusta?
Non conosco questo argomento. Io mi occupo di modelli matematici per la meteorologia. Su campi che non sono di diretta mia applicazione non mi esprimo.
Lei è una persona importante in questo campo, si sarà fatto un’idea.
Certamente ho una sensibilità di un certo tipo, però non posso parlare di cose che non ho studiato approfonditamente.
Però a un certo punto siamo quasi costretti a fare delle scelte di campo. Ci sono professori che sono stati maggiormente chiamati in causa da una certa destra “negazionista”.
Io mi occupo di una materia specifica non di politica. Come ho detto prima, ci sono delle documentazioni scientifiche che dicono chiaramente che è in corso un riscaldamento molto evidente negli ultimi 50 anni. Io confermo che c’è stata un’accelerazione negli ultimi 10. Parallelamente negli ultimi 50 anni c’è stato un aumento dell’anidride carbonica. Inoltre, c’è una correlazione con la combustione e quindi petrolio, gas e derivati. Ci sono correlazioni evidenti, che sono difficili da scardinare.
Chi dice che non si tratta solo di questo ha torto?
Io non dico che c’è un’unica causa. Ci sono altri fattori come l’attività solare e altri elementi secondari. Però quello che stiamo osservando negli ultimi anni è tutto ben concatenato e correlato.
E allora perché questi scienziati sottostimano quello che lei invece vede come un problema?
Questo non lo so. È chiaro che nelle epoche passate ci sono state modificazioni climatiche, ma noi non avevamo strumenti di misura milioni di anni fa. Quelle che si fanno sono delle stime. Per cui quello che dobbiamo prendere in considerazione sono le condizioni attuali e capire se quello che sta accadendo ha una qualche relazione con la nostra attività. Dai dati che ci sono, sembra che al momento ci sia una diretta conseguenza.
C’è forse una difficoltà nell’interpretazione dei dati e degli studi.
Non so se i colleghi hanno riportato degli studi che hanno fatto. Guardi, banalmente: ho fatto personalmente una misura dell’anidride in una località. 15 anni fa i livelli erano circa 150 parti per milione. Oggi siamo a 450. Nello stesso luogo, nello stesso periodo.
Insisto, Franco Battaglia non si è scomposto quando in una trasmissione gli hanno letto il dato dello scioglimento della superficie ghiacciata delle Alpi, arrivato al 50%.
Allora non facciamo niente. Ci risentiamo tra 50 anni. Vediamo come siamo ridotti.
Il Professore diceva che sono processi che sono sempre avvenuti…
Certo. Continuiamo a bruciare petrolio e vediamo cosa accade. Secondo lei che posso consigliare a queste persone? Ci risentiamo tra 10 o 20 anni, se sono ancora vivi, e poi facciamo il punto della situazione. Magari i ghiacci si ricomporranno e allora avranno avuto ragione loro. 30 anni fa dicevano la stessa cosa e i ghiacciai hanno continuato a sciogliersi. In futuro la situazione potrebbe rientrare oppure peggiorare drammaticamente.
C’è anche una sorta di pigrizia di certi scienziati nel cambiare prospettiva?
Non conosco queste persone e il settore in cui operano. Non mi esprimo.