Abbiamo vinto. Ecco cosa mi piacerebbe scrivere: “Abbiamo vinto contro l'Argentina nella prima partita dei mondiali di calcio femminile”. E basta. E invece... “'Fallo da dietro è patriarcale!”, urlo a un certo punto durante la partita Italia – Argentina dei mondiali di calcio femminili. Gli avventori mi guardano. Sono braccianti agricoli, immigrati clandestini, tossici, operai edili, giardinieri, gente che in questi giorni sta lavorando sotto il sole con temperature di 47 gradi. Non si guardano le partite da soli. Soprattutto di calcio femminile e se la trasmettono alle 8 del mattino. Così mi sono fatto dare un passaggio da Salvuccio, con lo stesso furgone con il quale sono andato per fare un “reportage nudista puppage ma non solo” e sulle cui fiancate c'è scritto “POMPE SOMMERSE, SOLLEVAMENTO ACQUE”. Siamo seduti sul marciapiede. Hassaf, o quello che è, ha tirato fuori un televisore catodico in bianco e nero che grazie a non so quale modifica riesce a trasmettere la partita. Siamo seduti sul marciapiede perché è antica usanza dei redneck nostrani guardare le partite davanti l'uscio delle case. Che siano le 8 del mattino e che il sole inizi già a scottare sembra non importare a nessuno. E in ogni caso dentro casa fa ancora più caldo. E comunque Currau dice che al limite rubiamo un ombrellone dai tavolini del bar accanto.
Ci sono anche una mezza dozzina di spettatrici donne, delle quali non posso dire nulla perché sono una persona responsabilmente woke, e che non so se sono appassionate di calcio (da come sono vestite non si direbbe) o se è soltanto perché sono le 8 del mattino e sono curiose di sapere cosa succede davanti all'uscio delle case altrui. In realtà mi sto rendendo conto che non si può commentare una partita di calcio femminile senza incappare in qualche gravissimo incidente diplomatico. Ma alla terza birra non ce la faccio più e scoppio: “Al massimo si può dire Strap-On da dietro!”. Mi domandano cosa sia lo Strap-On. In mezzo alla strada mimo lo Strap-On, il suo uso e anche l'arbitro che fischia. Le donne lo conoscevano già. Gli uomini sono sempre più ingenui.
“Però da adesso tutti zitti, abbassate l'audio e stiamocene muti perché se qualcuno sbaglia a parlare poi ci vado di mezzo io che sono uno scrittore ed è per questo che guardo la partita leggendo Proust, segnatamente il capitolo “Giornaletti Pornografici”, e controllo l'orologio al polso mentre nessuno di voi ce l'ha. A proposito, qualcuno ha visto la mia cartella marrone?”. Dice che l'allenatore... ALT! Si dice allenatri... no mi correggo... si dice allenat... dove minchia si mette lo schwa nelle parole che al femminile diventano 'trici' come attrici o trattoratrici? Chiedo come si pronuncia lo schwa. “Non lo so, io parlo solo il dialetto” mi dice uno in perfetto italiano. “Ti vuoi stare muto che ci distrai dalla partita?”. Ok, mi siedo. Dice che quell* là che allena ha schierato in campo tutte le giovani. Faccio notare sommessamente che è un vergognoso atto di age shaming e blind recruiting, detto anche ageing… “Ah come ce la stai scassando la minchia!” dice Turiddu, che evidentemente non si rende conto del pericolo che stiamo correndo. “Però le argentine sono b...” Mi alzo di scatto prendo per la collottola Nzino, lo sollevo portando il suo naso bitorzoluto e il suo alito di vino e cipolla all'altezza della mia fronte e urlo: “Che hai detto?”. “Ancora niente, stavo dicendo che, al di là del giusto tifo nazionalistico e campanilistico bisogna oggettivamente ammettere che le argentine sono brave e stanno giocando bene e fino adesso sono andate a rete più di noi”.
Lo guardo con disprezzo anche perché oramai avevo quell'espressione e mi vergogno a cambiarla. Per non fare brutta figura gli do ugualmente una testata sul naso e mi invento lì per lì un “non dire minchiate, le italiane sono le migliori!”. Temevo stesse per dire “le argentine sono bone”. “Sono brave e hanno anche un bel culo”, sento. Ma non è possibile! Mi giro di scatto e vedo che è stata Cosima a dirlo. Non so se dovrei picchiarla o meno o semplicemente redarguirla con veemenza ma temo che prendere le difese delle donne attaccanto una donna sia un atto di appropriazione culturale e la mia frustrazione acuita dal caldo mi sta portando alla pazzia. Faccio finta di non avere sentito. “Hai sentito che ho detto? - Dice Cosima – Le argentine sono brave e anche bone”. Niente, non ho sentito niente. “In che girone siamo?”. Inizio a elencare freddamente: “Siamo con Argentina, Svezia e Sudafrica”. “No, dico, che lettera?” “Non lo so” (siamo nel gruppo G, cazzo, proprio nel maledettissimo gruppo G e i maschi, a causa del Punto G non possono più pronunciare quella lettera, che non lo sanno?). “Controlla nel coso”. Prendo il coso, faccio finta di controllare: “Siamo nel punto B”. “Punto?” “Cioè nel gruppo B”. Nzino ha la splendida idea di seguire una “live” sullo smartphone. Fallo se ti va, ma non leggere ad alta voce! “Si lotta molto sulle seconde palle”. “Sì, dico, lo stiamo vedendo, abbiamo tolto l'audio, non il video”. “A me senza commento la partita non mi piace”, e torna sul suo smartphone.
“Le azzurre sbattono su due linee strette...” ci fa notare Nzino, e a me viene subito in mente l'immagine dei festini alla moda in cui si fa sesso multiplo e fluido tra striscie di coca e impallidisco, “linee strette che impediscono l'affondo alle mezzali (Dragoni e Caruso)”. Mi agito. “Dragoni in affanno sbaglia un passaggio semplice ma le compagne le danno una pacca”. Finiscila Nzino che va a finire a schifìò. Così Nzino si calma, ma ovviamente fino alle due reti annullate alla nostra nazionale. Dopo la prima rete ci alziamo tutti in piedi, qualcuno balla la samba, altri la zumba, altri la techno come in un rave. Ci riversiamo nella strafa impedendo il passaggio di un camion della frutta, quando Nzino urla: “L'ARBITRO HA FISCHIATO!”. Cala il gelo. Ci freeziamo, ognuno nella sua eccentrica posizione. Io sono esterrefatto: “Ma non si fischia, alle donne. E' CATCALLING!” Nzino, che non sa cosa sia il catcalling, controlla bene: “No, qui dice che l'arbitro ha fischiato”. Di che sesso è l'arbitro? Chiedo. Melissa Borjas dell'Honduras. “Bello l'Honduras”
“SHHHHHHHH”, poi chiedo: “Ma le donne possono fischiare alle altre donne?”.
Alla seconda rete annullata tutti tacciono. Credo pensino che io oggi non sono in me e sono abituati, qui al paese, a gente che impazzisce all'improvviso. Secondo me è il nero d'avola, che c'hanno fatto una minchia tanta con questa minchia di nero d'avola che invece è un vinaccio che una volta si chiamava vino di pachino e faceva impazzire la gente, almeno così mi dicevano a dieci anni (forse per non farmi bere, boh).
Infine, la TRAGEDIA.
Dopo qualche piccola emozione da entrambe le parti, entra Cristiana Girelli. “Adesso glielo facciamo vedere noi, le vecchie di cosa sono capaci!”, dice Cosima che non sospettavo essere così patita di calcio femminile. “Sì, sì, le donne mature sono le migliori”, le risponde Corrada. “Gallina vecchia fa buon brodo non lo diciamo?” faccio notare. “Certo che lo diciamo!” dice Cosima sollevandosi la gonna e dandosi una manata sulla coscia così forte che rimbomba per la strada assolata. Se qualcuno si azzarda a dire che le giovani sono acerbe e con le palle non ci sanno fare me ne vado e negherò a vita di essere stato qui. Per darmi un contegno mi stazzono ancora di più il mio vestito di lino e la mia camicia leggera, prendo il taccuino e scrivo degli appunti mentre dò un'occhiata al Financial Times. Così, mentre sono distratto, sento sollevarsi un urlo, poi un silenzio, come se qualcuno aspettasse il fischio di un fallo (i falli non fischiano e in questa partita non ce ne sono di falli, ho detto NON CE NE SONO) e poi di nuovo l'urlo pieno. Cristiana Girelli ha segnato di testa all'87'!
Non so se esultare...
“Hai visto la vegliarda?”.
“Evvaiiii vecchia mia!”
“Hai visto sudamerica che t'ha infilato la veterana?”
“Minchia come gliel'ha azziccata”
“Vi abbiamo SFONDATO”.
Niente, me ne vado. Prendo la cartella marrone, l'inserto culturale di Repubblica ‘Robinson’, mi faccio largo tra quelli che stasera vogliono andare al night a festeggiare... ma poi questa cosa della Girelli, in panchina, che fa largo alle giovani, e che entra a fine partita e gliela risolve un po' mi commuove! La forza della vecchia guardia che non tramonta mai. E così mi tolgo questa minchia di giacca stazzonata, inizio a farla roteare per aria, e mi metto a ballare per strada coi lanzichenecchi!
P.S. Tutto quanto scritto è vero tranne le parti che sono inventate.
P.S. 2 La descrizioni delle azioni di gioco sono più o meno prese dalla “rosa” online a firma di Pietro Scognamiglio. Non lo so fare il commento tecnico delle azioni di gioco.
P.S. 3 La prossima partita è contro la Svezia, e considerando cosa hanno combinato le scandinave in Sicilia la mia anima woke è terrorizzata.