Le ipotesi sul delitto di Garlasco continuano a circolare, persino durante il weekend di Ferragosto. Lo psicologo Andrea Tosatto ha diffuso attraverso il proprio canale YouTube un'intervista con Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, e Paolo Larceri, ex difensore del maresciallo Marchetto. Entrambi hanno proposto interpretazioni che allontanerebbero definitivamente i sospetti dai principali indagati, Alberto Stasi e lo stesso Sempio. Un elemento quasi comico è emerso negli ultimi tempi, e che l’avvocato Lovati ha riportato anche durante l’intervista: il Fruttolo nelle mani dell'avvocato Lovati. Il legale di Sempio ha chiarito che si trattava di un “dono per il giorno di Ferragosto”, ma ovviamente non è bastato a fermare i commenti negativi su YouTube, tanto che lo stesso Tosatto è intervenuto in maniera decisa: “La Nestlé continua a vendere regolarmente il Fruttolo. Se qualcuno ritiene inopportuna e deprecabile la commercializzazione del Fruttolo, faccia causa alla Nestlé e non venga a cagare il caz*o né a Tosatto, né all'Avvocato Lovati, né a chi ha donato il Fruttolo a Massimo”.
Tra le piste che Lovati avrebbe a suo dire smontato c’è quella sostenuta dal “partito del concorso”. Secondo l'avvocato, infatti, l'intera strategia investigativa si sarebbe basata su presupposti errati: “Hanno riaperto questa indagine aggiungendo questo dato in più del concorso di persona. Essendo andati in cerca dei complici invece che dell'assassino, si sono perduti in tale dato, ormai sconfessato, di Ignoto 3”. Fin dal principio, dunque, qualcosa a suo dire non torna. Paolo Larceri, invece, ha sollevato questioni tecniche riguardo agli accertamenti svolti dopo il ritrovamento del corpo di Chiara Poggi: “Abbiamo un istituto di medicina legale all'Università di Pavia, che è famosa nel mondo e a venti minuti da Garlasco e dove ci sono tutte le attrezzature, e tu decidi di portare la ragazza in un posto dove non puoi pesarla, dove c'è la contaminazione? E da qui nasce l'ora dell'omicidio ballerina. Non vuoi portarla a Pavia? C'è Abbiategrasso a dieci minuti da Vigevano e lì c'era la pesa. Questa cosa non me l'hanno mai spiegata, però guarda caso riescono a contaminare nella sala autoptica di Vigevano una traccia. Possibile che nessuno se ne sia accorto?”. A quel punto, però, Tosatto non gira più intorno alla questione e fa la domanda: “Chi ha ucciso Chiara Poggi?”. A rispondere è Lovati: “Non è stato Alberto Stasi, non è stato Andrea Sempio, è stato un sicario assoldato da un'organizzazione criminale che ha dovuto sopprimere Chiara Poggi perché era diventata scomoda. Aveva scoperto alcune cose che non avrebbe dovuto scoprire e che potrebbero essere state deleterie per soggetti di alto potere”. Secondo questa ricostruzione, la giovane Chiara avrebbe fatto delle scoperte compromettenti sul “territorio, avvalorate poi da ricerche online che risultano, peraltro, dall'analisi del computer”. Il riferimento è alle ricerche fatte dalla vittima sul Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco e sul presunto scandalo sessuale che sarebbe legato all’omicidio. Larceri ha poi ribattuto: “Io non so e non voglio neanche ipotizzare che Chiara potesse essere in qualche modo coinvolta in cose come queste. Poteva però essere un tramite, potrebbe essere entrata in contatto con queste cose in altro modo, poteva essere importante per arrivare a qualcuno” che avesse la capacità di nascondere capitali illeciti, di trasferirli verso paradisi fiscali come la Svizzera, Praga o Malta.

Tra i nomi evocati, c’è anche quello di Don Gregorio Vitali, presunta vittima di ricatto per del materiale a luci rosse. Lovati ha dichiarato: “Io posso solo dire che trovo inusuale o strano che un parroco come Gregorio Vitali disponesse di oltre 100mila euro per intrallazzarsi omosessualmente con questi rumeni, che poi fecero un'ultima richiesta estorsiva in questo senso di altri 250mila euro per non divulgare dei filmati che avrebbero potuto interessare il parroco e a qualcun altro, tant'è che il nipote di Savu, nell'ambito del memoriale che ha scritto, dice che Don Gregorio baciava i piedi a sua eminenza. Non è che me lo invento io, sono le carte". "Questi 100mila euro, che lui avrebbe disposto a favore di questi prostituti, è una cifra considerevole. L'estorsione di altri 250mila euro è stata accertata al momento dell'arresto”. Troppi soldi, quindi, per Lovati, perché dietro a questa storia non possa nascondersi qualcos’altro. Ovviamente l’avvocato di Sempio è responsabile delle sue dichiarazioni. Un altro punto toccato durante l'intervista riguarda dei minori stranieri: al momento dell'omicidio di Chiara, infatti, bambini arrivati da Lampedusa vennero portati da Milano a Garlasco, specificamente nella zona delle Bozzole, per poi sparire nel nulla. Tutti questi minori raccontavano storie identiche e il più grande tra loro aveva quasi 14 anni. Larceri ha raccontato che uno di questi bambini si ammalò e fu ricoverato all'ospedale di Vigevano: “Qui gli chiesero chi fosse e poi scoprirono che a Garlasco c'erano altri 15 bimbi come lui. Tosatto ha poi commentato: “Quindi anche la pedofilia potrebbe essere una pista?”. Lovati conferma: “Non dimentichiamoci di Don Cervio che già nel 2006 aveva denunciato alla Curia vescovile l'insorgenza di questi fenomeni di pedofilia presso il Santuario della Bozzola”. La teoria si completa con un'ipotesi ulteriore. Così Larceri: “Chiara aveva 5 numeri diversi dello zio Ermanno Cappa, quindi può essere che sapesse qualcosa? Può essere che l'abbiano davvero interrogata con violenza per capire se sapesse qualcosa? Di fatto, anche non avesse saputo nulla, le chiudi la bocca perché chi ti fa un certo tipo di domande ti fa anche capire dove si vuole andare a parare”.
