Chi non ha visto la foto della tavolata lasciata in condizioni miserrime dopo la festa di compleanno di Jvli, musicista e producer di Olly, probabilmente ha vissuto le ultime 48 ore in orbita su Marte grazie a un calcio nel posteriore di Elon Musk. E, un po', lo invidiamo. Il vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo ha fatto serata nella sua Liguria per celebrare il ventisettesimo genetliaco dell'amico e ha avuto la tracotanza di postare, tra gli altri contenuti di balorda baldoria, il tavolo del ristorante su cui sembrava si fosse abbattuto uno tsunami di inciviltà: mozziconi spenti sulla tovaglia, in tazzine del caffè e bicchieri. Copiose macchie di vino ovunque, pacchetti di Winston abbandonati qua e là. L'ufficio stampa del ventiquattrenne, la mitologica Marta Donà, probabilmente stava dormendo a quell'ora e al mattino, appena ha riaperto gli occhi, si è trovata davanti a tale sfacelo combinato in nottata dal sul golden boy. La immaginiamo, per un attimo, a vedere la terra dalle parte delle radici (figura retorica dell'iperbole, ndr) e imprecare (letteralmente). Oramai sarebbe stato troppo tardi per cancellare il danno d'immagine, siamo molto curiosi di vedere come cercherà di ripurgliela, anzi. Comunque, sicuro le toccherà lavorare pure nella settimana di Ferragosto, solidarietà! Perché quella foto ha fatto (e sta facendo) indignare tutti quanti così tanto i social? I motivi ci paiono ovvi, ma andiamo a dragarli insieme. Potrebbe spuntar fuori qualche sorpresa...
Partiamo da una premessa fondamentale: non c'importa una sega se voi nei vostri gloriosi 20 anni, defecavate nei lavandini dei pub. Se avete fatto "anche di peggio". Fosse pure vero, non è rilevante e, di certo, ne sarete consapevoli, non un qualcosa di cui vantarsi o da mettere in cv. Lo scriviamo perché tale è la 'giustificazione' più diffusa nelle ultime ore sui social. Per quanto, gli indignati siano molto più numerosi, grazie al cielo. Grazie al cielo non perché Olly ci sta sul gozzo. Ma semplicemente perché, di questi tempi amari ed egoriferiti ai massimi termini, esistono ancora molte persone che hanno rispetto per il lavoro degli altri, dei comuni mortali, non soltanto per le 'fatiche' dei vip alle prese con la sindrome dell'impostore o l'alluce valgo. Punto uno: quello era un locale pubblico, non casa del cantautore o di un suo amico. Punto due: anche se, pare, il proprietario del ristorante e Olly siano amici di lungo corso, uno sfacelo del genere non è accettabile: c'è gente che, non avendo vinto Sanremo, lavora lì dentro. Il rispetto per il prossimo e il suo mestiere dovrebbe stare alla base del comportamento di ogni artista, anzi, di ogni persona. Qui non c'è stato, anzi, quel macello è finito orgogliosamente su Instagram, come potesse essere testimonianza di una gran bella serata passata in balorda compagnia. A sfregio di chi, poi, sarebbe andato a pulire cotanto schifomarcio. "Eh, ma gli avranno lasciato una grossa mancia", osserva qualcuno su X. Purtroppo, i soldi possono 'comprare' molte cose ma di certo non il rispetto. Né la dignità.
Olly, poi, è l'unico in Italia a godere di una speciale dispensa: quella di poter fumare nei locali pubblici, perfino al chiuso. Non è la prima volta che lo fa, su TikTok fioccano video del suo tabagismo molesto. In pratica, il nostro sfoggia tutti i 'vizi', tra alcol e nicotina, dei cantautori di un tempo. Ma non ne ha né i testi né i brani, per il momento. Poi, se vogliamo regredire a cosa fosse considerato socialmente 'accettabile' negli anni '50 o su di lì, va bene: De André e Villaggio, per esempio, praticavano l'hobby di scagliare pietre agli omosessuali che incrociavano per la via. I 'bei vecchi tempi', nevvero? C'è un altro fatto che, con grande onestà, tocca riportare: le ragazzine che lo seguono saranno pur state felicissime del trionfo di Olly all'ultimo Sanremo. Il resto dell'Italia, però, no. Giorgia fuori dalla cinquina finale è ancora uno scempio che grida vendetta agli dei, l'impressione generale, il percepito, è che il ventiquattrenne possa essere finito sul primo gradino del podio per la potenza di fuoco dell'agente che tiene, Marta Donà, più che per effettivi meriti artistici o dello stesso brano. Di conseguenza, in molti stavano solo aspettando un buon motivo per attaccarlo. Ed eccolo qua, ora pasteggiano tutti su quella infausta cena, twittandogli dietro le peggio cose. Se lo merita? Sì, ha sbagliato. E non ha nemmeno chiesto scusa, almeno finora. Restituendo quell'impressione di quel viziatello 'voglio, posso e comando' che non piace mai a nessuno, non regala una bella immagine dell'artista (?). Perché sussistono dei casi in cui, non importa quanto 'famoso' tu sia, semplicemente 'non puoi'. Per decoro, per decenza, lo ribadiamo di nuovo: per rispetto. A questo punto, visto che il ragazzo dimostra di non possedere l'abc dello stare al mondo, in un mondo civilizzato intendiamo, cerchiamo di guardare il bicchiere mezzo pieno: menomale che ha rinunciato di partecipare all'ultimo Eurovision, per altro tenutosi in Svizzera, non esattamente un posto dove prendono a coccole eccessi e maleducazione. Ve le immaginate le proporzioni delle figure di m*rda che Olly, rappresentando l'Italia, ci avrebbe fatto collezionare? Altro che eurovisione, lo avrebbero rispedito in collegio già la prima sera!
Olly è un ex rugbista che, pur avendo studiato al Conservatorio, per sua stessa ammissione, attualmente, canta 'così così', ha ancora molto da migliorare. Durante Sanremo, col pubblico che storceva il naso contro l'autotune (di cui abusa pure lui, pur non facendo trap), aveva postato questo video in cui intona (?) Balorda Nostalgia nel backstage del Teatro Ariston, di preciso, sulle scale. Non una scelta casuale perché lì, l'acustica è migliore (come nei bagni). Si genera una eco, un riverbero naturale, che aiuterebbe tutti a sembrar Pavarotti. O almeno un mezzo tenorino de Il Volo. Eppure Olly, raglia perfino in tale solidale location. Basta vedere quanto gli si gonfino le vene sul collo (tantissimo) ogni volta che emette una nota, per rendersi conto che il nostro canti 'di gola'. Il modo migliore per rovinarsi la voce in tempo breve, nonché per riprodurre grida, urlate, non certo 'note' e melodie. I cantanti, quelli che possiedono almeno le basi della tecnica dello strumento vocale, fanno sembrare qualsiasi esibizione 'semplice'. Olly pare stia fisicamente scalando l'Everest a ogni verso. Non è pathos né forza espressiva. È la plastica dimostrazione del fallimento di ogni maestro di Canto abbia mai incrociato, fin qui, la sua via. Il nostro Depresso Fortunato, dunque, ha reali ragioni per vantarsi di qualche cosa? No. Ma chi coglie la palla al balzo e anche in questa occasione lo attacca per le frasi misogine che ha scritto da ragazzino in qualche embrionale brano, nemmeno. E neanche i moralisti che gli puntano il dito contro perché, corre voce, Olly abbia un bel giro di fan con cui passare la notte per poi dimenticarsene al mattino. Onestamente, se qualsiasi donna giace con lui, che a 24 anni sta a questo livello di popolarità, e pensa di passarci la vita insieme, forse il rapporto tossico lo ha con l'overdose di film Disney che s'è fatta nella vita, purtroppo credendoli realistici. Comunque, parliamo di lui, dell'enfant prodige della musica nostrana: a oggi possiamo serenamente definirlo 'femminaro' (e amen, lo sono anche i più insospettabili santarellini delle sette note), stonatello e maleducato assai, senza rispetto per il lavoro altrui - a meno che non riguardi 'l'arte'. Quindi sovviene un timido interrogativo: sarà davvero un talento oppure ha soltanto la fortuna d'esser sotto l'ala benevola di una manager 'di talento'? Intanto, grazie a Mefisto, l'Italia è stata rappresentata all'Eurovision da Lucio Corsi e non da Olly. Se la rigorosissima Svizzera vedesse le storie Instagram di questi giorni, probabilmente, gli imporrebbe il confino. E almeno 'sta figura di m*rda l'abbiamo scampata. Non sarà molto, ma è già qualcosa, di 'sti tempi. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno, va. E non il vino versato. Sul tavolo.
