John Elkann, presidente di Stellantis e amministratore delegato di Exor, non coltiva solo passioni industriali ma anche musicali, al punto da aver investito sei milioni di dollari nello Ap Music Royalties Fund, veicolo che ha acquisito i diritti degli ex membri della rock band britannica Status Quo. Una somma che rappresenta soltanto una minima parte del tesoro estero, stimato in oltre 700 milioni di dollari, ereditato dalla nonna Marella Caracciolo Agnelli e oggi nelle mani sue e dei fratelli Lapo e Ginevra. Quel patrimonio, emerso nel 2024 durante un’indagine della Procura di Torino per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato, era stato originariamente collocato, a partire dal 2014, in due trust delle Bahamas, Providenza e Providenza II Settlement, e investito dal gestore Rhone Trustees nel fondo lussemburghese Pictet Private Wealth Management Global, comparto Multiassets, che aveva come unico cliente proprio i trust. Secondo l’accusa, John Elkann avrebbe gestito quei capitali anche quando Marella era ancora in vita.

Come riportato da MilanoFinanza, dopo la morte della nonna, nel febbraio 2019, i fondi sono passati direttamente agli eredi, senza più la schermatura giuridica dei trust, e sono rimasti affidati alla gestione di Pictet, che a sua volta utilizza come investment manager la fiduciaria Fidares Asset Management Trust sg, con sede a Eschen, in Liechtenstein, presso lo storico indirizzo legato alla famiglia Agnelli di Essenstrasse 91. I capitali sono stati dichiarati al fisco italiano soltanto nel 2023, e su di essi, oltre che sulle imposte non versate da Marella in vita, contestando la presunta residenza svizzera, John Elkann avrebbe raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per un versamento di circa 175 milioni di euro, condizione necessaria per accedere alla messa alla prova con lavori socialmente utili ed estinguere così il reato. La decisione del giudice è attesa dopo la pausa estiva, mentre per Lapo, Ginevra e il notaio svizzero Urs von Grüniger si prevede l’archiviazione. Nel frattempo il patrimonio non è rimasto fermo. Nel 2024 il fondo Multiassets ha registrato un rendimento dell’8,44%, pari a circa 56 milioni di dollari di ricchezza in più, pur rimanendo sotto la performance del benchmark MSCI World, che ha chiuso l’anno con un +19%. Oggi il valore complessivo del portafoglio offshore ammonta a 719 milioni di dollari, ma secondo fonti vicine a Elkann non sarà da qui che arriveranno le risorse per saldare il debito fiscale, essendo queste somme rivendicate in sede civile dalla madre Margherita Agnelli.

Gli investimenti si muovono su più fronti e giurisdizioni, con una significativa esposizione - quasi 200 milioni di dollari, in fondi domiciliati alle Cayman Islands, prevalentemente orientati alla tecnologia, alla ricerca medica e al fintech, settori ad alto rischio ma anche ad alto potenziale. Nel 2024 è venuta meno la componente legata alle miniere d’oro, centrale negli anni precedenti, mentre è cresciuta la quota allocata a Lingotto, società di gestione britannica controllata da Exor, salita a 79 milioni di dollari, pari all’11% del portafoglio Multiassets. Sono stati inoltre investiti 50,9 milioni di dollari in Exor Seeds e 14,7 milioni in Exor Co-invest Fund I, consolidando una strategia che rimane in gran parte interna all’ecosistema della holding di famiglia. Un capitolo a parte riguarda Nuba Investment LLC, veicolo registrato nel Delaware del quale si sa pochissimo, ma che nel 2024 ha reso il 9,6%, recuperando le perdite dell’anno precedente e confermandosi una delle operazioni più redditizie degli ultimi anni per gli Elkann: in otto anni ha generato complessivamente circa 35 milioni di dollari di utili. La gestione ufficialmente è autonoma e separata, ma i suoi amministratori, Daniel Tschikof e Waltraud Bertrams, operano anch’essi dall’indirizzo di Eschen, dove hanno sede anche altri veicoli dichiarati da John Elkann come Dancing Tree AG e Blue Dragons AG, oltre alla stessa Fidares. Sul fronte italiano, Elkann può contare anche sui dividendi distribuiti da Exor alla holding olandese Giovanni Agnelli BV, che a fine 2024 presentava un patrimonio netto di 757 milioni e debiti saliti da 506 a 578 milioni. Se, come di consueto, le cedole fossero distribuite ai vari rami della famiglia, la Dicembre dei fratelli Elkann, che detiene il 41% della holding, incasserebbe circa 23,4 milioni di euro, anch’essi oggetto di contestazione da parte di Margherita. La vicenda, che intreccia gestione patrimoniale internazionale, strutture offshore, rendimenti milionari e una complessa contesa ereditaria, resta aperta tanto nelle aule dei tribunali italiani quanto in quelle svizzere, dove si deciderà chi, alla fine, avrà titolo per disporre di uno dei patrimoni familiari più rilevanti d’Europa.
