Quei 175 milioni versati al fisco non sono un’ammissione, “neppure tacita”, di quanto ipotizza la Procura di Torino, cioè evasione e truffa ai danni dello Stato nella questione relativa all’eredità di Marella Agnelli. Così almeno sostiene il portavoce degli Elkann. John ha deciso di pagare anche a nome di Ginevra e Lapo. La dichiarazione di “non ammissione” però non ha convinto quasi nessuno. Nemmeno Mario Giordano: “Non è una novità. Anche quando, nel febbraio 2022, versarono 950 milioni al fisco per chiudere la vertenza nata dallo spostamento della società in Olanda, furono altrettanto chiari: il pagamento, scrissero, ‘non può essere interpretato come una accettazione, anche parziale, delle tesi dell’Agenzia delle entrate’. Dal che si deduce, evidentemente, che gli eredi dell’Avvocato sono diventati dei benefattori dell’erario italiano”, e infatti “di tanto in tanto, senza alcun motivo, prendono un pacco di milioni e li girano nelle casse del nostro Stato. Che cosa aspettiamo a ringraziarli di cotanta generosità?”. Ci crediamo, dunque, a questa storia? “Ciecamente. Crediamo che gli Elkann oggi versano al fisco 175 milioni per lo stesso motivo per cui tre anni fa avevano versato al fisco 950 milioni: puro spirito patriottico. Amore delle gabelle. Insana passione per l’Agenzia delle entrate”. E anche Giordano, come Marco Travaglio, prende in giro il Corriere della sera che “scrive che mamma Margherita, che li aveva denunciati, sta festeggiando. Ma si tratta probabilmente di una pura coincidenza. Una casualità”.

“I 175 milioni vengono pagati così, per amor patrio” – prosegue Giordano su La Verità – “non perché uno dei gestori dei soldi degli Agnelli, Siegfried Maron, ha presentato un elenco di società del Liechtenstein nelle quali sarebbero stati custoditi 600 milioni di euro dell’Avvocato”. E nemmeno perché “secondo la denuncia della figlia dell’Avvocato, Margherita, i fondi occultati fuori dai confini nazionali potrebbero essere molti di più”. Sull’ammontare presunto cita l’Espresso, che stima a “due miliardi concentrati soprattutto in due trust alle Bahamas (The Providenza e The Providenza II), senza contare i tesoretti alle Isole Vergini (sedici società), Hong Kong e Singapore su cui indaga la Procura di Torino”. E quel “vademecum della frode” che avrebbe scritto John Elkann? E le presunte “finte lettere” redatte “per dimostrare che la nonna aveva regalato loro i preziosi (tra cui un paio di orecchini da 78 milioni, ndr) mentre era ancora in vita”? “Tutto falso, secondo la magistratura. Tutto studiato per evadere il fisco. Ma questo, sia chiaro, non c’entra niente con i 175 milioni versati oggi dagli Elkann. La loro unica preoccupazione è portare in giro quegli orecchini da 78 milioni di euro: vuoi mettere se ti cadono in un tombino?”. Ma non solo queste le cose che non hanno niente a che fare con il versamento: “Nemmeno il sospetto che pure nonna Marella frodasse il fisco, evitando di denunciare la ‘pensioncina’ che le passava la figlia (600.000 euro al mese)” c’entra. Mario Giordano poi commenta i possibili lavori socialmente utili a cui potrebbe essere dedicato lo stesso John Elkann: “Noi tifiamo perché lo faccia. Intanto perché farebbe finalmente qualcosa di utile, per di più socialmente. E poi perché la chiamano ‘messa alla prova’. E chissà che, prova dopo prova, non possa provare per una volta a dire la verità”.
