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Perché l'addio di Francesca Michielin a Marta Donà (La Tarma) non è per forza una brutta notizia

  • di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

15 aprile 2025

Perché l'addio di Francesca Michielin a Marta Donà (La Tarma) non è per forza una brutta notizia
Michielin dice addio alla sua storica manager Marta Donà, che l’ha accompagnata per dieci anni con La Tarma, e apre la porta a un nuovo capitolo della carriera. Un passo che potrebbe segnare una rinascita lontana dal circuito ultra pop che sembrava averla ingabbiata finora. E se Francesca ritrova Francesca, anche se nell’ambiente indie e non più nel mainstream, ci sarebbe solo da esultare…

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

L’addio di Francesca Michielin alla manager Marta Donà (o Marta Donà che dice addio a Francesca Michielin?), dopo dieci anni di collaborazione, non è necessariamente una tragedia. Anzi. Probabilmente, siamo davanti a una notizia che potrebbe rivelarsi, alla lunga, molto più favorevole alla cantante di quanto non sembri. La separazione con La Tarma, l’agenzia che ha contribuito a costruire l’immagine pop di Francesca, non segna per forza il tracollo di una carriera. Piuttosto, potrebbe essere il passo decisivo per una nuova fase, quella che Michielin sembra non aver mai potuto davvero vivere appieno. Il punto, osservando dall’esterno, è che in questi dieci anni La Tarma ha fatto e disfatto la carriera di Francesca Michielin con scelte più orientate al mercato che alla vera espressione musicale. La manager Marta Donà, legittimamente dal suo punto di vista (di business), ha contribuito a farne decollare la popolarità, a portarla sui palchi più prestigiosi, a metterla tra i big della musica. Ma in questo processo di "costruzione", qualcosa sembrava essersi perso lungo la strada. Non in termini di hype, ma di autenticità. Così, dietro a una carriera piena di luci, i risultati musicali non sono stati all’altezza delle potenzialità.

Marta Donà (La Tarma) e Francesca Michielin
Marta Donà e Francesca Michielin

Sì, perché la vera Michielin, quella che aveva convinto, da Distratto a Nessun grado di separazione, è in seguito rimasta un po’ in sospeso. La sua musica, le sue parole, il suo approccio cantautorale sono sembrati sfumare rispetto alle esigenze di un ambiente, quello dello showbiz, dove c'è poco spazio per le sfumature. Spesso ci siamo trovati davanti a un “prodotto” che cercava a tutti i costi di rimanere rilevante, tra partecipazioni a Sanremo e conduzioni di X Factor, ma a quale prezzo? A quello di venire schiacciata in un ingranaggio che non prevede sbavature emotive. Ecco perché, con l’addio a Marta Donà, Francesca Michielin potrebbe finalmente respirare un’aria nuova, più lontana dai risultati a tutti i costi e anche da critiche spesso ingenerose. Potrebbe essere l’occasione per tornare a concentrarsi sulla musica e a ripensare qual era la sua originaria esigenza nel farla. E forse è giunto il momento di abbandonare definitivamente l’idea di essere la nuova Laura Pausini, ma per provare a diventare in tutto e per tutto Francesca Michielin. Se questo si realizzerà nel mainstream o nell’indie, alla fine conterà poco. La forza di un artista, infatti, come in molti stanno cominciando ad accorgersi (o a ricordarsi), non risiede nel riuscire a totalizzare milioni di stream o a dominare le playlist sulle piattaforme, ma nell’approccio autentico al proprio talento. Il resto, anche se è difficile da raggiungere e da accettare, è soltanto una conseguenza. Quindi viva la libertà di sbagliare, di contraddirsi, di sperimentare, mantenendo fede al proprio cuore. E se il distacco da La Tarma è davvero un nuovo inizio in questo senso, allora, come dice spesso lei, potrebbe diventare "una figata".

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