Chi si arrabbia in tv, guardando in camera ed esclamando: “Non rompetemi le balle”? Mara Maionchi, ovviamente. L’ex giudice di X Factor e discografica ha rilasciato un’intervista a Libero in cui ha parlato della sua vita prima di entrare nello showbiz: “Da ragazza, prima di entrare nello show business, ho fatto l’impiegata in una fabbrica che produceva antiparassiti, poi sono finita in un’azienda di materiale antincendio. Nulla mi annoiava. A metà anni Sessanta ho scoperto la mia vocazione: la musica”. Ed ecco che arrivano Sanremo nel 1968, “il primo Festival dopo la tragedia di Tenco”, e il lancio di Gianna Nannini: “Capii subito che era una potenziale stella. Negli anni Settanta andavano di moda i cantautori ma io puntai su questa ragazza, nessuno del nostro mondo la fumava. Poi incise America e tutti a ricredersi”. E di Tiziano Ferro, invece, cosa ha detto Maionchi? “È stato il mio secondo fiore all’occhiello, cantava così bene che decisi di puntare grosso anche su di lui. E feci bene. Ora, però, non si fa più vivo e mi dispiace un po’, in tutta sincerità”. Leonardo Iannacci propone un gioco: due simboli musicali per ogni decennio, dagli anni Sessanta fino ai Duemila, uno italiano e l’altro internazionale. Ecco i nomi fatti da Mara: Gino Paoli e i Beatles, Lucio Dalla e Elton John, Gianna Nannini ed Eric Clapton, Eros Ramazzotti e gli U2, Vasco Rossi e Bruce Springsteen.

“Rap e trap le piacciono?”, chiede Iannacci. “No, non li capisco affatto. Colpa mia, probabilmente, appartengo a un’altra generazione. Un mistero, non so neppure se ritenerli brutti”. La figura di Maionchi, però, è inscindibile da quella della giudice dei talent (“il prossimo Italia’s Got Talent sarà super e l’arrivo di Cattelan è un bel colpo”, dice). Il primo fu X Factor, nel 2008: “Era la prima edizione e i giudici solo tre: io, Morgan e Simona Ventura. Fiorirono talenti veri come Mengoni e Giusy Ferreri. L’intuizione che ebbe Morgan di esigere brani inediti per i ragazzi in gara, oltre alle solite cover, fu vincente”. Su Sanremo, invece, e la questione aperta con il Comune: “Il Festival non sulla Rai o fuori da Sanremo lo ritengo impossibile”.
