Un luogo desolato si staglia lungo via Varsavia, nella periferia sud-est di Milano, tra il campo nomadi di via Bonfadini e l'ortomercato. Qui si trova una sorta di cimitero: non di corpi umani, bensì di automobili bruciate. Una fila interminabile di carcasse arrugginite che ricordano i segni di un devastante bombardamento, ma che in realtà sono prova di altro. In questa terra di nessuno, le forze dell'ordine sono intervenute con un'operazione mirata che si è tradotta in 10 provvedimenti cautelari, tra cui l'arresto di 7 individui e l'imposizione di 3 misure di obbligo di dimora.
Tutte le persone coinvolte sono accusate di far parte di un'organizzazione criminale che aveva il suo quartier generale nel campo rom. Con ruoli diversi, si dedicavano al furto di auto e al riciclaggio di pezzi di ricambio. Inoltre, illegalmente bruciavano le carcasse e i rifiuti. In aggiunta a tutto questo, secondo quanto emerso dalle indagini della polizia locale, si occupavano anche dello spaccio di hashish e cocaina, sempre in modo organizzato: per questo la procura ha contestato l'accusa di associazione a delinquere e il giudice ha descritto l’attività come "sistematica". Le auto venivano svuotate e incendiate, mentre i pezzi smontati venivano rivenduti. C'erano persino casi in cui venivano rubate auto identiche a quelle coinvolte in incidenti, per poi scambiarne la targa.
Già in passato c’erano sono stati arresti e sequestri riguardanti il traffico illegale di rifiuti edili in un campo abusivo nelle vicinanze. Il campo nomadi di via Bonfadini è stato aperto nel 1987: l'assessore comunale alla sicurezza Granelli ritiene che il modello dei campi rom non garantisca più l'integrazione e favorisca invece l'espansione dell'illegalità: “Siamo per chiudere questi luoghi”, ha detto dopo il blitz delle forze dell’ordine.
Di quello che avveniva nel campo nomadi si era occupata anche Striscia la Notizia.