A Roma un'auto con a bordo due agenti di polizia è stata travolta in via di Salone da una Lancia Delta con quattro rom in fuga, che avevano appena commesso un furto in una farmacia. Episodio che ha sollevato al sindacato il caso dei servizi nei pressi delle strutture per i nomadi, con agenti costretti ad assistere a quanto accade a pochi metri da loro e a rischiare anche la vita. Le pattuglie dei vigili urbani piantonano i principali campi nomadi, come Castel Romano, via Salviati, via di Salone e via dei Gordiani. Solitamente attorno a queste strutture c'è un'auto con due agenti di giorno e due auto con un totale di quattro vigili di notte. In contesti simili, effettuare un intervento diventa un problema di ordine pubblico. Tanto che ci sono direttive precise che impongono agli agenti di non entrare, e di limitarsi a dare l'allarme. Ma un problema è anche restare fermi nel caso in cui accadano fatti gravi come questo.
Dell'attività che svolgeva un tempo la polizia locale con i gruppi speciali, come i blitz all'alba per verificare chi risiede nei campi, non c'è più alcuna traccia. E di conseguenza i nomadi possono entrare e uscire tranquillamente dalle strutture anche al volante di un'auto, dal momento che sono stati rimossi i blocchi che impedivano l'accesso ai mezzi nei campi. Marco Milani, segretario romano aggiunto del Sindacato unitario lavoratori polizia locale, ha dichiarato che: “Disporre di 4 uomini davanti ad un villaggio di centinaia di persone, legate tra loro da vincoli di parentela e che hanno un'elevatissima percentuale di vissuto criminale tra gli abitanti equivale solo a fare uno squallido effetto vetrina, con il solo risultato di mettere a rischio l'incolumità dei lavoratori, troppo spesso oggetto di sassaiole ed aggressioni e da oggi, purtroppo, anche investimenti”.