L’ultima truffa a Napoli? Multe finte. Certo, non è la più fantasiosa tra quelle sventate nel capoluogo campano ai danni dei possessori di un’auto (il premio lo vince quella del lecca-lecca). Il modus operandi è semplice. Un foglio che attesti la sanzione sul parabrezza delle auto in sosta. Verbali contraffatti con Iban diverso da quello del comune di Napoli. Le autorità sono intervenute appena si sono rese conto dell’irregolarità con un comunicato della polizia municipale: «Si ricorda che l’unico Iban del Comune di Napoli da utilizzare in caso di pagamento di contravvenzione al codice della strada è il seguente: IT03W076010340…» chiedendo agli automobilisti di «prestare la massima attenzione per evitare di incorrere in truffe, mentre sono in corso attività investigative tese all’individuazione dei responsabili». Non è il primo caso di truffa in cui siano state utilizzate delle multe false.
Già a Chioggia, nella frazione di Sottomarina, era stato dato l’allarme ad agosto di quest’anno. Cristina Boscolo Chio dell’hotel Miramare aveva parlato di un suo cliente che si era trovato un verbale sulla macchina e che, essendo straniero, aveva chiesto a lei la traduzione. «Visto il verbale strano ho preferito chiamare la polizia locale e mi hanno confermato che era una truffa». Tra gli accorgimenti dei truffatori anche la richiesta di pagamento tramite PayPal, metodo che però non viene mai usato dalla polizia municipale. Un altro caso risale invece ad agosto del 2021, stavolta al Nord, quando un automobilista friulano si è visto recapitare dei verbali dalla Germania per delle infrazioni al Codice della Strada tedesco che in realtà non aveva commesso, come confermato dalla polizia municipale chiamata immediatamente. Ma si può risalire fino al 2015 per i primi casi. In quell’occasione vennero recapitate varie sanzioni per veicoli con targa diversa da quella reale, ma di modello e colore identici, che parlavano di una presunta mancata esposizione del ticket per le strisce blu del parcheggio. Si arrivava anche a 250 euro da pagare tramite iban, mentre, come spiegò l’Adiconsum, la procedura consueta era l’invio del bollettino postale o del tagliando per il pagamento presso il tabaccaio o la ricevitoria. In seguitò si scoprì che la provenienza delle lettere era croata.