La Procura di Brescia ha chiesto l’arresto di uno dei due turisti tedeschi che sul Garda, all’altezza di Salò, erano a bordo del motoscafo Riva finito contro il piccolo natante su cui si trovavano Greta Nedrotti (25 anni) e Umberto Garzarella (37), morti dopo lo schianto (Umberto sul corpo, mentre Greta a quanto pare per annegamento, dunque probabilmente si sarebbe potuta salvare, se i germanici si fossero fermati, fossero tornati indietro o avessero chiesto aiuto). Le motivazioni citate sarebbero il rischio di reiterazione del reato e il pericolo di fuga. Il gip ha già dato l’assenso all’arresto di chi era ai comandi del motoscafo e la Procura ha firmato un mandato di arresto europeo che dovrà ora essere valutato da un giudice del tribunale di Monaco di Baviera: sì, perché nel frattempo i turisti sono rientrati in patria.
Il destinatario del mandato è il 52enne che al rientro in porto in un video si vede barcollare e poi cadere in acqua, apparentemente in stato di alterazione.
“Il mandato di arresto europeo firmato dalla Procura di Brescia – hanno detto all’Ansa gli avvocati Patrizia Scalvi e Caterina Braga, legali della famiglia di Greta Nedrotti – è la risposta efficace a un comportamento dei due tedeschi che dall’inizio alla fine non è stato improntato al senso di responsabilità e correttezza”.