Svolta clamorosa nel caso Donato "Denis" Bergamini, la giovane promessa del calcio uccisa nel 1989 a causa di un incidente stradale. La fama postuma del calciatore è legata alle controversie relative alla sua morte. Il suo corpo fu trovato sulla statale 106 nei pressi della provincia di Cosenza. Inizialmente il decesso fu attribuito a un suicidio da parte dell’uomo che, secondo gli inquirenti, si era buttato tra le ruote di un camion che lo avrebbe trascinato per oltre 60 metri. Il caso fu archiviato, ma l’ipotesi non fu mai ritenuta credibile. È così che nel quattro anni fa dopo varie sollecitazioni da parte di famigliari, amici del calciatore e giornalisti furono riaperte le indagini e disposta la riesumazione della salma. Dalle analisi emerse che il Bergamini fu prima strangolato e poi adagiato sulla strada buia. È così che, in questi giorni, sembra essere arrivati a un passo dalla fine di un mistero irrisolto da oltre trent’anni.
Isabella Internò, fidanzata dell’epoca e unica testimone oculare assieme al guidatore del camion che lo investì, è stata infatti rinviata a giudizio con l’accusa di concorso in omicidio di Bergamini aggravato dalla premeditazione e dai motivi futili. Sembra infatti che la donna, che si è sempre dichiarata innocente, avrebbe voluto punire l’ex fidanzato per aver interrotto il loro rapporto. Dopo averlo narcotizzato e soffocato, con l’aiuto di persone ancora rimaste senza nome, fu realizzata la messinscena del suicidio. La prima udienza del processo è stata fissata per il 25 ottobre.