L’anno prossimo Nikita Mazepin correrà in Formula 1 grazie (principalmente) ai meriti economici del padre, condividendo il box della Haas con Mick Schumacher, fresco di titolo in F2. Che le porte della Formula 1 (come di altri sport motoristici) si aprano con martelli fatti da mazzette di soldi non è una notizia, ma se a questo si aggiunge che a martellare sia un personaggio dal dubbio senso morale, le cose cambiano.
Così, il video Instagram in cui Nikita Mazepin cerca di palpeggiare un’amica ha fatto il giro del mondo: in un attimo è partita una petizione per togliergli la monoposto, il team Haas si è dissociato dall’accaduto ed il pilota ha dovuto rimuovere la clip con tanto di scuse ufficiali.
Alberto Naska, durante una sessione di Q&A con i fan, ha commentato così la vicenda:
“Un ragazzo fa lo stupido con un’amica (consenziente come ha dichiarato lei stessa) e ne nasce una questione di stato con indignazione globale, petizioni, scandali. Fatemi capire: ci sono donne che ogni giorno subiscono orrori in tutto il mondo e anziché combattere per liberarle dall’oppressione e difendere i loro diritti si sprecano energie a perseguire una cosa del genere?”.
Ora. Al netto del fatto che, al grido di "viva il caos", siamo per certi versi più che contenti che un personaggio come Nikita Mazepin - antidepressivo a partire dal nome - trovi posto in Formula 1, gettando scompiglio e delirio tra gli inquadrati schermi di Liberty Media, è altrettanto vero che l'argomento "stava soltanto facendo lo stupido" ci sembra non cogliere due aspetti fondamentali della vicenda.
Il primo riguarda la normalizzazione di determinati atteggiamenti. Tanto per essere chiari, nell'ordinamento italiano è stata del tutto eliminata la distinzione tra molestie e violenza sessuale. Palpeggiare qualcuno senza il suo consenso è a tutti gli effetti una violenza sessuale. Quella di Mazepin era una violenza sessuale? Forse no, dipende da cosa ne pensi o ne abbia pensato realmente la sua amica. Ma è proprio per fare in modo che gesti di questo tipo siano (ancora) liquidati con un "massì, vabbè", che da molto tempo, in molte, si battono.
In aggiunta, a proposito di consenso, e qui veniamo al secondo punto, il nostro Mazepin non avrebbe dovuto soltanto valutare con estrema attenzione se gli fosse permesso di comportarsi così con qualcuno, ma di certo non avrebbe in ogni caso potuto pubblicare il video che documenta il suo gesto, senza l'ok di chi l'ha subito, anche e soprattutto vista la sua dimensione di personaggio pubblico, seguito da un'audience allargata di milioni di persone.
Ed è grave che a non considerare questi aspetti sia qualcuno chiamato a commentare queste gesta, davanti a un pubblico di centinaia di migliaia di utenti, per lo più minorenni. Perché se un pilota di Formula 1 palpeggia una sua amica senza che lei lo voglia e pubblica il tutto, sui suoi canali social, senza chiederle il permesso, non si capisce perché non dovrebbe fare lo stesso uno studente qualunque, in uno qualunque dei licei della provincia italiana. E perché non fare lo stesso, allora, nel caso in cui, invece che palpeggiare qualcuno, lo si sia colpito, magari, con un pugno? Tanto è solo uno scherzo, no? Mmm, forse non è proprio così e, se per mestiere ti occupi di comunicazione, se parli a migliaia di ragazzi, ogni volta che pubblichi qualcosa su YouTube, forse dovresti saperlo anche tu.