Tornare in forma dopo il lungo periodo di “reclusione forzata” è un dovere verso se stessi e verso un momento storico che deve trovarci capaci di rigenerare il futuro.
Nostro e di un Paese che, inevitabilmente, soffrirà ancora a lungo le conseguenze della pandemia.
Il professor Umberto Borino ci ha dato alcuni consigli su come sfruttare le opportunità della Fase 2 per allenare il corpo e rilassare la mente.
L’esercizio fisico può essere a tutti gli effetti un farmaco.
Probabilmente il più efficace in questa fase di ritorno alla normalità dopo il Coronavirus. Lo afferma il professor Umberto Borino, che dirige il Centro Attività Motorie di Domodossola e che ha trascorso una vita nella divulgazione della cultura dello sport, sia da un punto di vista teorico che strettamente pratico.
Il professore, infatti, è uno dei più noti preparatori atletici del calcio nazionale, avendo rivestito questo ruolo in quasi tutte le categorie, dai dilettanti fino alla Serie A, al fianco di tecnici come Ciro Ferrara e Marco Giampaolo.
Ultima esperienza: la Sampdoria. A lui, quindi, abbiamo chiesto cosa fare e come per tornare in forma dopo la quarantena.
A lui e non ad altri perché, purtroppo, al Covid19 ha dichiarato una guerra anche personale: “Il mostro ha ucciso mio padre – ci ha raccontato – Non abbiamo nemmeno potuto salutarlo come avrebbe meritato. Ma, al di là di questo, che attiene alle mie emozioni e a miei sentimenti, abbiamo ora, tutti, il dovere di metterci alle spalle la pandemia, con senso di responsabilità e facendo, ognuno, il nostro dovere. Per farlo dobbiamo sapere che l’esercizio fisico è a tutti gli effetti un farmaco. Chiaramente non una terapia contro il Covid19, lungi da me affermare una cosa del genere, ma la migliore cura per uscire da un periodo che è stato difficile per tutti noi”.
L’attività fisica, quindi, come un mezzo non solo per raggiungere risultati estetici che mettano fine al classico “ingrassamento da quarantena”, ma come strumento per ritrovare una efficienza fisica e mentale che potrà permetterci di rilanciare noi stessi e, in conseguenza, anche un Paese messo in ginocchio dalla pandemia e dai suoi effetti.
“La fase di emergenza – ci ha spiegato - ha costretto tutti noi a restare a casa per non correre rischi di contagio e, di fronte al cambiamento obbligato del proprio stile di vita, molti hanno saputo mettere in campo capacità positive trasformando le avversità in opportunità. Così gli amanti dell’attività fisica, per mantenere sciolte le articolazioni e attivi i muscoli, si sono allenati in casa con lo stretching, gli esercizi a corpo libero, la cyclette, il tapis roulant, il potenziamento contro resistenza con gli elastici (acquistabili a poco prezzo su internet, dove si trovano anche video utili per capire come usarli correttamente), la salita e discesa da un gradino, eccetera.
Ognuno di noi, superata la così detta Fase 1, dovrà rivedere scale di valori e priorità, facendo i conti con i problemi legati al lungo periodo di isolamento. Per quanto riguarda il movimento, le attività fisiche svolte a domicilio potranno essere sostituite, compatibilmente alle nuove restrizioni, o integrate da quelle all’aperto, come la corsa, la bicicletta, la camminata sportiva. Il movimento è l’antidoto perfetto contro i disagi prodotti dalla sindrome da clausura obbligata dall’emergenza virus.
Allenarsi aumenta le endorfine del buonumore e dà una scossa benefica all’organismo. L’esercizio fisico è ritenuto una medicina a tutti gli effetti, importante per lo sviluppo e il mantenimento in salute del corpo e della mente, a tutte le età. E produce i suoi effetti migliori se scelto e dosato con cura.
Pertanto, bisogna modulare la durata, la frequenza e l’intensità dell’allenamento, adeguando i carichi e il tipo di sollecitazione, per ottenere i migliori risultati senza rischi e per non avere effetti collaterali se ne pratichiamo troppo (o, al contrario, non essere utile se lo si pratica poco e saltuariamente).
Per queste ragioni, sarebbe utile farsi consigliare dagli specialisti (medico dello sport, laureato in scienze motorie) l’attività più indicata sulla base dell’età, delle proprie condizioni fisiche, di eventuali patologie e delle esigenze personali. Non esiste, infatti, una “prescrizione” giusta e unica, uguale per tutti. L’attività fisica deve essere una terapia su misura”.
Di seguito le raccomandazioni del professor Umberto Borino per la ripartenza (fonte Società Italiana di Cardiologia):
-
Ripartire con gradualità
-
Preferire le attività all’aria aperta e in ambiente naturale
-
Distribuire l’attività in più sessioni, piuttosto che allenarsi molto e a lungo una volta soltanto a settimana
-
150 minuti di esercizio fisico a settimana (75 di attività intensa)
-
100 passi da fare al minuto per almeno 10 minuti di seguito, 5 volte alla settimana
-
90 la frequenza cardiaca al minuto durante la camminata
-
45-60 i minuti di esercizio a intensità medio-alta a giorni alterni
I consigli del professor Umberto Borino per allenarsi in sicurezza:
-
Non fumare, soprattutto nelle due ore prima dell’allenamento
-
Non fare attività fisica quando la pressione è molto alta (oltre 200/110 mm/Hg)
-
Non fare attività fisica in caso di febbre, infezioni virali o se ci si sente insolitamente deboli
-
Adattare sempre l’abbigliamento, il tipo e l’intensità di esercizio alle condizioni ambientali di temperatura, umidità, altitudine
-
Prevedere sempre 10-15 minuti di riscaldamento prima di iniziare e altrettanti di defaticamento, alla fine
-
Bere in abbondanza prima, durante e dopo l’attività fisica
-
Non esagerare con lo sforzo: durante il training si deve essere sempre in grado di conversare
-
Interrompere l’allenamento se compaiono sintomi come dolore al torace, cardiopalmo, difficoltà respiratoria
-
Evitare la doccia calda nei primi 15 minuti successivi al termine dell’esercizio fisico
-
Non assumere integratori per lo sport senza conoscerne il contenuto.
“Poter tornare a fare sport all’aperto – precisa in conclusione il professor - Non vuol dire che l’emergenza sanitaria sia terminata, ma che è entro valori controllabili. Per questo si dovrà continuare ad adottare certi comportamenti per contenere il contagio.
Continuerà, ad esempio, il divieto dello sport amatoriale di squadra. Significa che il calcio, il calcetto, il basket, la pallavolo e gli altri sport collettivi saranno banditi.
E questo blocco, molto probabilmente, verrà mantenuto per tutta l’estate.
Quindi niente sport in spiaggia, neanche beach volley.
A questo riguardo, va detto che tre ricercatori italiani hanno messo a punto un modello teorico-scientifico di COVID-19, per spiegare come funziona il virus e perché ci siano casi tanto variabili e ad essere colpiti con violenza possano essere anche persone giovani e in ottima forma come gli atleti. Secondo il modello, il virus riesce a compiere un vigoroso balzo in avanti quando si compie un esercizio fisico intenso e/o prolungato, con elevatissimi flussi e volumi respiratori, proprio nei giorni di incubazione immediatamente precedenti l’esordio dei sintomi, facilitando così la penetrazione diretta del virus nelle vie aeree inferiori e negli alveoli, riducendo fortemente l’impatto sulle mucose delle vie aeree, coperte da anticorpi neutralizzanti. Questa situazione potrebbe verificarsi con maratoneti, canottieri, calciatori e atleti impegnati in allenamenti intensi o in partita”.