Grande è la confusione sotto il cielo dei fast food. È esploso il “caso” di CiccioGamer89 e dei panini con la muffa serviti nella sua hamburgeria. A dire il vero c’erano già state alcune recensioni negative, ma tutto nella norma nell’universo social. La questione della muffa, invece, potrebbe essere più seria. Guido Mori lo ha già scritto su MOW, ed è ancora l’esperto che ci ha offerto alcuni chiarimenti in più. Nel frattempo, infatti, il content creator ha risposto alle accuse: “Abbiamo preso seri provvedimenti nei confronti del fornitore che ci ha erogato un pane non conforme. Il fornitore ha riconosciuto le sue responsabilità e ha avviato una serie di controlli. Ovviamente da parte nostra ci assumiamo la responsabilità per aver somministrato quel prodotto”. Ma la sua è una spiegazione soddisfacente?
Guido Mori, cosa pensi della replica di CiccioGamer89?
Lui dice: “Effettuiamo controlli a campione sulla merce ricevuta, e non su ogni singolo pezzo di pane”. Questo è il punto fondamentale: è vero che quando ricevi della merce fai solo dei controlli a campione, come prevede la legislazione sulla sicurezza alimentare, ma nel momento in cui eroghi il prodotto ne diventi responsabile legalmente. Dunque tutti i prodotti che vendi devono essere conformi. E non ci deve essere la muffa, che è considerata estremamente pericolosa. Non può dire semplicemente che è colpa del fornitore. L’unico responsabile in casi come questo è il ristoratore che ha messo in commercio del cibo non idoneo.
I possibili scenari, quindi?
Dipende in parte dai clienti e dall’eventualità che qualcuno faccia causa. Ricordo che, anche se molto raramente, la muffa può sviluppare una neurotossina e creare dei danni a volte gravi. Stiamo parlando di una faccenda piuttosto seria.
I clienti, seppur il locale abbia aperto nemmeno due mesi fa, sono già stati molti.
In quella nota dicono chiaramente che hanno venduto “oltre 9mila panini”. La mia domanda è: quanti di questi avevano la muffa? Quella cifra, nella loro strategia di comunicazione, dimostra “l’impegno e il lavoro quotidiano del team”, seppur non sia una giustificazione per quanto accaduto. E aggiunge che sono stati presi dei provvedimenti nei confronti di un loro operatore.
Ecco, cosa c’è che non ti quadra?
Semplice: l’operatore non è il responsabile. Il responsabile della sicurezza di un locale è il proprietario. Ci può essere un sottoposto, un Rspp (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, ndr), ma legalmente il responsabile è solo il proprietario. Quindi, quasi paradossalmente, CiccioGamer i provvedimenti dovrebbe prenderli contro se stesso, non nei confronti del dipendente. Ribadisco per l'ennesima volta: dal punto di vista legale è lui che deve rendere conto di questo errore.
In definitiva, da questa vicenda cosa possiamo imparare?
Che questi creator che si improvvisano ristoratori in realtà ristoratori non sono. Non conoscono i regolamenti, le norme sanitarie, non sanno come muoversi all’interno delle problematiche e non hanno cognizione dei possibili risvolti legali. È mancanza di cultura.

