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CHE SUCCEDE AL TURISMO? Il flop Toscana specchio dell'Italia con il “sistema Versilia”. Guido Mori: “Ecco perché gli stagionali hanno responsabilità”. L’offerta “noiosa”, i prezzi stile Milano e i parcheggi...

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

  • Foto: Ansa

5 agosto 2025

CHE SUCCEDE AL TURISMO? Il flop Toscana specchio dell'Italia con il “sistema Versilia”. Guido Mori: “Ecco perché gli stagionali hanno responsabilità”. L’offerta “noiosa”, i prezzi stile Milano e i parcheggi...
Il “sistema Versilia” sta facendo affondare il turismo in Toscana. Lo dice Guido Mori, chef e toscano doc: ma a cosa si riferisce? E la responsabilità, dice, è anche degli stagionali. Oltre all’offerta “noiosa”, i parcheggi assenti e i prezzi "milanesi"…

Foto: Ansa

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Prezzi alti e poca gente. Questa la sintesi dell’estate toscana. Ma gli ombrelloni perché restano chiusi? Guido Mori ci ha restituito il quadro della situazione. “Il problema” - ci dice - “è il sistema Versilia”. E quindi un cortocircuito causato dall’offerta “noiosa” e dalla volontà di alcuni stagionali di “lavorare quattro mesi e stop”. Se a tutto questo si aggiungono costi eccessivi (ma inevitabili) come quelli per i parcheggi il danno è fatto. “Tra qualche anno non ci verrà più nessuno, solo olandesi o norvegesi che stanno bene”, aggiunge Mori. Gli elementi per il disastro, quindi, ci sono tutti. Si può ancora fare qualcosa? Ovviamente sì.

Gli stabilimenti balneari in Versilia
Gli stabilimenti balneari in Versilia Ansa/CLAUDIO GIOVANNINI

Guido Mori, i problemi nel settore turistico in Toscana sono davvero così profondi?

Sì, ma sono situazioni che vanno oltre il turismo in sé. Prima di tutto c’è una questione che riguarda l’economia italiana in generale: gli stipendi sono fermi, il potere d’acquisto diminuisce, si sta avvicinando la crisi, anche viste le previsioni sull’impatto dei dazi. A questo si aggiunge il fatto che gran parte delle famiglie non riesce ad arrivare a fine mese. Il turismo toscano è composto in maniera rilevante da gente che va in quei luoghi abitualmente. Ora, non è che le persone non sono in vacanza: semplicemente vanno altrove. I viaggi ci sono, ma sono diretti fuori dall’Italia.

A cosa è dovuta questa fuga?

Il sistema balneare toscano nel tempo si è “versilizzato”, cioè ha preso spunto dalla Versilia, che è rimasta in piedi grazie al turismo del nord Europa e dei russi. È passato il concetto che è necessario diminuire il più possibile le offerte, facendo pagare tutto quello che uno fa in vacanza, dal parcheggio fino al ristorante. E le cifre sono molto alte. Capita spesso di vedere un piatto di pasta servito su una tovaglietta, anche al limite di quello che prevedono le regole della ristorazione, a 18, 20, talvolta anche 22 euro. Non si può nemmeno portare il cibo nello stabilimento, a meno che tu non voglia litigare con i gestori. Paghi tutto.

Com’è possibile che siamo arrivati a questo punto?

La risposta sta nel sistema Versilia. Chi fa questo lavoro, gli stagionali, vogliono lavorare quattro mesi e stop. Quindi devono concretizzare il loro guadagno all’interno di questo periodo molto ristretto, dunque calcolano quanto gli serve per vivere e cercano di raggiungere quella cifra. Se vai in uno stabilimento balneare tra Fiumetto e Tonfano (due delle quattro frazioni del comune di marina di Pietrasanta, in provincia di Lucca, ndr) non è strano che una tenda con due sdraio costi anche 180 euro al giorno. Sono prezzi che non sorprendono più nessuno, ma sono pochi quelli che se li possono permettere. E chi magari potrebbe anche pagare preferisce farlo da un’altra parte.

Come mai?

Se per una settimana spendi 800 euro solo di stabilimento, magari vai a vedere la Grecia, o anche altri luoghi più lontani, come l’Indonesia, tanto di quelle cifre stiamo parlando. Si è creato questo cortocircuito: un sistema per cui si pagano cose come in centro a Milano senza gli stessi servizi. Il parcheggio a 3 euro l’ora vicino alla spiaggia fa sorridere, specialmente in luoghi in cui la gente va per stare comoda: come pensano che le famiglie raggiungano la spiaggia? È una cosa ridicola, come è ridicola l’idea che non ci siano più turisti. Poi, ripeto, è evidente che si vuole ottenere un guadagno in breve tempo. Il risultato è un sistema fallimentare.

Cosa succede al turismo in Toscana?
Cosa succede al turismo in Toscana? Ansa/ALESSANDRO DI MEO

Le alternative in Italia ci sono?

Sì, perché il mare della Maremma è sicuramente bello, ma se uno deve andare a farsi spennare va in riviera romagnola, dove ci sono servizi migliori, offerte più strutturate e accessibili, e non va più in Maremma.

Cosa intendi con offerte migliori?

Quella della Toscana è un’offerta noiosa in sé. Proporre le stesse cose per tanti anni può essere romantico per chi si ricorda di quando ci andava con i nonni. Teniamo però conto che le generazioni precedenti guadagnavano molto di più e spendevano molto meno. Ci stavano anche due mesi in vacanza. Il mondo oggi è estremante più facile da raggiungere. Un’offerta che non ricerca modernità, quindi l’esaltazione della tipicità del posto, è perdente. Si deve creare un network tra Comuni, Regione e imprenditori. È nei loro interessi creare una relazione che li porti a comprendere la modernità.

In Toscana è così ovunque?

Facendo un giro nei litorali anche al di fuori di Forte dei Marmi, che è uno status symbol, ti viene richiesta una corrispondenza economica mostruosa. I numeri bassi spingono chi ha gli stabilimenti e i Comuni, che sono ossessionati dai parcheggi, ad alzare ancora i prezzi. Tra qualche anno non ci verrà più nessuno, solo olandesi o norvegesi che stanno bene. Ma gli operai che magari ci vanno da quarant’anni invece no, preferiranno la Grecia, spendendo meno e cercando offerte più varie.

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