La pastasciutta condita con maionese e grasso di lardo (per altro quello in cubetti di disperazione) è finalmente diventata un video che gira su Ig. Un video di un americano matto? No è fatto da una ragazza italianissima che sponsorizza una marca di maionese italiana che tutti noi conosciamo. Ma la cosa non è una mera svista di un social manager con la cultura di una scarpa rotta e l’acutezza visiva di un tavolino. Questa è una scelta fatta con cognizione di causa. Scorrendo la loro pagina troviamo il brownies con una “splendida” guarnzione: uovo sodo, marmellata, maionese e tante altre delizie che renderebbero indisposti anche i peggiori influencer a stelle e strisce. La cosa interessante di questa campagna, perché di questo si tratta, è che viene fatta passare come libertà e innovazione. Un po' come se ti facessi un bell’infuso di calzino zozzo e, di fronte alle tue stesse proteste, ti dicessi: ma è innovativo. Quindi, da un lato abbiamo questa pretesa di dire che qualsiasi intruglio sia innovativo perché nessuno lo fa, ma dall’altro abbiamo una campagna costruita sul senso di ribrezzo che la cosa genera. Scorrendo i video ti trovi anche il “big influencer” che sponsorizza le tagliatelle di una nota marca facendone una colomba, così appiccicata e allappante che potresti porla come pietra miliare per un castello (in cui magari rinchiudere queste bruttezze e non vederle più).
Ma mica finisce qua, più mi addentro in questa foresta degli orrori, più mi pare di essere Dante: “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!”. Ed è proprio paura quello che ho provato, quando ho visto un ragazzetto che per sponsorizzare il suo locale ha fatto un gelato col kebab, uno col panino del McDonald’s e uno con la Redbull. Mi sono occupato per anni, e ancora mi occupo, di cucina molecolare, che adesso ha preso il nome di cucina scientifica. Ho sempre avuto una passione per chi ha distrutto le regole e ha creato il futuro. Ho avuto i brividi quando ho letto per la prima volta Saffo (poesia di 2600 anni) che ignorava completamente i dettami della metrica e parlava di sesso saffico. O Leopardi, che con la sua poesia “Alla luna” infrangeva i dettami del verso, delle rime, adoperando parole al tempo impensabili, assolutamente mai usate in poesia. Oppure Ferran Adrià che disintegrava ogni regola della cucina classica, riscrivendo il gusto stesso.
Personaggi del tutto diversi, ma che hanno una cosa in comune: l’infinita cultura da cui viene fuori l’innovazione che hanno creato. Un bambino che mette nello stesso piatto la nutella, le salsicce e la maionese non sta innovando, sta sperimentando i limiti dei suoi gusti. L’innovazione parte sempre dalla conoscenza del passato. La pastasciutta con la maionese o il gelato al kebab non hanno niente di innovativo, perché non sono l’evoluzione di nessuna cultura. Al contrario sono lo sdoganamento della completa assenza di cultura. Il problema è: questo sdoganamento dell’ignoranza non sarà uno strumento di marketing? Voglio dire, se non sei in grado di far parlare di te per qualcosa di interessante e positivo che produci, forse facendo qualcosa di ignominioso riesci ad attrarre l’attenzione delle persone. Alla fine esiste questo adagio: “nel bene e nel male basta che si parli di me”. La domanda che però adesso vi pongo è la seguente: se voi vedete una gelateria che si reclamizza con un gelato al kebab, oppure una marca di maionese che fa altrettanto con una pastasciutta calda con sopra la maionese, comprereste il prodotto?
