Patrizio Chianese ha chiesto scusa. Il paninaro ambulante di Afragola, divo di TikTok con 1.7 milioni di follower e ex socio di New Martina, al secolo Carmen Fiorito, martinizzatrice di telefoni napoletana diventata ricca a furia di incollare pellicole di plastica sui cellulari delle pisquane, si era detto pentito. Reo – secondo le accuse - di aver speculato sul dolore della mamma di Martina Carbonaro, la povera ragazzina vittima di femminicidio, vendendole un hot dog dedicato alla figlia mentre faceva un video social. Visto che a MOW ci siamo fatti il pelo sullo stomaco a furia di ricevere insulti da lettori indignati su questioni di panini e di distanze del Vesuvio dai Campi Flegrei – vedi da Bukies di Piero Armenti ad Aversa - abbiamo voglia di esagerare, poiché ove tutti fuggono noi andiamo e un giorno senza rischio è non vissuto. Indomiti e a sprezzo del pericolo ci rechiamo dunque ad Afragola, centro cittadino dell’entroterra campano che secondo l’onorevole Francesco Emilio Borrelli "andrebbe militarizzata", tanto è il degrado in cui versa a causa della morsa della camorra. Il video in cui Fiorenza Cossentino, mamma di Martina, appare assente e quasi scollata dalla realtà e con indosso una maglietta con l’effigie della figlia ha scatenato polemiche infinite e Chianese si è dannato l'anima nel giustificarsi per l’accaduto, mentre è tuttora subissato di insulti sui social.

Detto fatto, troviamo il carretto di Chianese per vedere da vicino il luogo dove si é svolta la vicenda e metterci nei panni del paninaro, sentire le sue ragioni e, ça va sans dire, acquistare "il panino di Martina". Di domenica il minuscolo quadrilatero afragolese compreso tra due edifici diroccati è deserto e polveroso. Pare mezzogiorno di fuoco, non passa un'anima. Ci sentiamo scrutati e l’unico anziano seduto fuori di una spelonca vedendoci si alza, afferra la sua sediola e si rintana. Poi a fatica ci rivolge parola. "No rapr. O magnà? No rapr" (Tradotto: quest’oggi non vi è possibilità di desinare). Non demordiamo, avremo più fortuna in futuro. Al lunedì ci ripresentiamo al solito posto, la community autoctona appare più vivace del giorno di festa precedente, la signora titolare del carretto della grattachecca, affondata a gambe all’aria su una sedia che ha visto giorni migliori, ci informa che "Chianese è andato alla Lidl, poi torna e monta il carretto", traduciamo dall’idioma del luogo. Finalmente piazzato l’ombrellone, montate le due ruote, scaldata la piastra, il papà di Chianese, coadiuvato da un ragazzo, comincia l’attività di ristorazione on the road. Ci appare silenzioso. L’aria è quella turbata di chi non voglia parlare dell’episodio del video che ha destato tanto scalpore con la mamma di Martina.

Spacca il panino all’olio, rimesta qualcosa chinandosi sotto al carretto, sbriciola con le mani le patatine alla paprika prese dal sacchetto e le distribuisce nel panino, lo spalma di maionese e di cipolla e poi adagia nel mezzo un hot dog caldo. "Patrizio non c’è". La storia d’amore con New Martina? Dicerie: "Sono solo amici". Poi avvolge tutto nella carta assorbente e in quella di alluminio e ci porge lo street food, alla onesta cifra di ricchi tre euro e cinquanta. Sul carretto campeggia la gigantografia scorticata della faccia di Patrizio Chianese. Pare de sta al porto di Tangeri dopo la traversata Tarifa-Tangeri, quando la Medina sorprende il viaggiatore grazie a quella evidente sensazione di salto culturale che la kasbah comporta, mentre invece siamo a due ore di macchina da un’altra kasbah, quella capitolina. Incerti se dare un morso al panino o farci un’antitetanica, ne scartiamo un angolo e lo assaggiamo. Il wurstel e la cipolla si sposano bene con il croccante delle patatine alla paprika, ma in generale l’hot dog è esattamente quello che compensa la fame chimica dopo una canna gioviale tra i vicoli di questa città fatiscente che inneggia a Sant’Antonio, alla manodopera clandestina e al caporalato, a pochi metri dal casolare in cui pochi giorni fa è morta una ragazzina per mano di un altro pazzo incapace di incassare un no. Invece di parlare di patriarcato, ogni volta che un femminicidio si verifica, riempiendo le nostre vite di domande e sgomento, sarebbe opportuno inquadrare in vari casi anche nelle condizioni di estremo degrado sociale, dove ai giovani non è stato insegnato il rispetto e l’educazione. E anche l'hot dog di Patrizio Chianese, purtroppo, rappresenta tutto questo.
