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Omicidio Poggi, OGGI ALBERTO STASI SAREBBE INNOCENTE, perché? La riforma Orlando ha riscritto le regole processuali: due assoluzioni non possono portare a una condanna, non più l’assassino della fidanzata Chiara ma…

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

  • Foto di ANSA

23 giugno 2025

Omicidio Poggi, OGGI ALBERTO STASI SAREBBE INNOCENTE, perché? La riforma Orlando ha riscritto le regole processuali: due assoluzioni non possono portare a una condanna, non più l’assassino della fidanzata Chiara ma…
Oggi forse Alberto Stasi non sarebbe condannato: lo dice la legge. Nel 2015 fu riconosciuto colpevole dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi dopo due assoluzioni. Ma la Riforma Orlando del 2017 ha cambiato le carte in tavola. Ora il ricorso della Procura può basarsi solo su errori di diritto. Stop a valutazioni su prove ignorate o motivazioni discutibili. Questione di tempistiche…

Foto di ANSA

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Se il delitto di Garlasco fosse avvenuto oggi, molto probabilmente Alberto Stasi sarebbe un uomo libero. Non per mancanza di prove o per nuove piste investigative, ma per una questione di legge. Sì, perché nel 2017 è arrivata la Riforma Orlando, che ha riscritto le regole del gioco. E in quel nuovo codice, la condanna di Stasi, emessa nel 2015 dopo due assoluzioni, oggi non avrebbe nemmeno avuto spazio per nascere. Il processo per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco, si è chiuso con una condanna a 16 anni. Ma prima, in primo e secondo grado, Stasi era stato assolto. La Procura Generale ha fatto ricorso e la Cassazione ha ribaltato tutto. Fine della storia? Sì, ma solo per la cronaca. Perché oggi quella sentenza sarebbe (probabilmente) impossibile. Lo dice l’articolo 608 del codice di procedura penale: “Se il giudice di appello pronuncia sentenza di conferma di quella di proscioglimento, il ricorso per cassazione può essere proposto solo per i motivi di cui alle lettere a), b) e c) dell'articolo 606”. Tradotto: la Procura può ricorrere solo su violazioni di legge, non più sulla valutazione dei fatti.

Chiara Poggi Ansa
ANSA, Chiara Poggi
20250407 141359927 5720

Quindi niente più “mancanza di motivazione” o “prova non assunta”. Se il primo e il secondo giudice ti assolvono, lo Stato non può ribaltarti la vita per un errore interpretativo. Almeno non più. La Cassazione l’ha spiegato con parole precise, quasi fredde: è “un limite alle facoltà della parte pubblica che trova ragionevole giustificazione (...) nell’esigenza di deflazione del giudizio di legittimità (...) e nella presunzione di non colpevolezza dell’imputato, stabilizzata dall’esito assolutorio di due gradi di giudizio”. Tradotto per chi non è pratico di codice penale: due assoluzioni bastano. Non si torna indietro. Chiara Poggi è morta e questo non cambia. Ma forse, col processo celebrato oggi, Stasi non sarebbe stato condannato. Sarebbe rimasto l’eterno dubbio. Quello che la riforma Orlando ha scelto di accettare in nome di una giustizia più rapida, più leggera. E meno disposta a rimescolare tutto, sempre.

ANSA, la villetta della famiglia di Chiara Poggi
ANSA, la villetta della famiglia di Chiara Poggi
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di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

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