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Omicidio Poggi, IL RITROVAMENTO CHOC nella spazzatura di Chiara: a chi appartiene il capello? Ci sono tracce di dna? E se non fosse di Alberto Stasi significherebbe che qualcun’altro ha fatto colazione con lei prima di ucciderla? Ecco cosa sappiamo…

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

  • Foto di ANSA

23 giugno 2025

Omicidio Poggi, IL RITROVAMENTO CHOC nella spazzatura di Chiara: a chi appartiene il capello? Ci sono tracce di dna? E se non fosse di Alberto Stasi significherebbe che qualcun’altro ha fatto colazione con lei prima di ucciderla? Ecco cosa sappiamo…
Un capello trovato nella spazzatura dopo 18 anni riapre il caso del delitto di Garlasco Era tra i resti della colazione di Chiara Poggi, uccisa nel 2007 nella villetta di famiglia. Il reperto verrà analizzato per cercare tracce di Dna nucleare. A chi potrebbe appartenere? Nel mirino Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, ora indagato per concorso in omicidio. I precedenti capelli esaminati parlavano solo di Chiara, non di Alberto Stasi. Adesso il nuovo reperto potrebbe cambiare tutto, o non dire assolutamente nulla

Foto di ANSA

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

Diciotto anni dopo, tra una confezione di Fruttolo e i cereali ancora impregnati di una normalità spezzata all’improvviso, è spuntato un capello. Tre centimetri appena, ma tanto basta per riaprire una ferita mai chiusa. Quel capello era lì, dentro un sacco azzurro della spazzatura. E adesso potrebbe riscrivere la verità sul delitto di Garlasco. È stato trovato giovedì scorso, tra un blackout che ha paralizzato gli uffici della Questura di Milano e il secondo giorno dell’incidente probatorio. Un tempismo da fiction, se non fosse tutto terribilmente vero. A doverci mettere le mani adesso saranno Denise Albani e Domenico Marchigiani, consulenti del gip Garlaschelli. Hanno l’incarico di capire se quel capello, finora mai registrato in nessun verbale, contenga un profilo di Dna nucleare. In altre parole: se possa dire qualcosa su chi c’era davvero, quel 13 agosto 2007, nella villetta dei Poggi. Chiara è stata uccisa a soli ventisei anni. Alberto Stasi, allora suo fidanzato, è stato condannato in via definitiva a 16 anni, pena che sta finendo di scontare. Ma da qualche anno in procura a Pavia si è tornati a scavare, dopo che un'altra consulenza genetica ha insinuato nuovi dubbi.

ANSA, Alberto Stasi
ANSA, Alberto Stasi
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L’ha firmata Carlo Previderè insieme a Pierangela Grignani: “In relazione a nessuno dei reperti analizzati sono state riscontrate caratteristiche genetiche riconducibili ad Alberto Stasi”, scrisse nel 2008, dopo aver esaminato i capelli trovati stretti nel pugno di Chiara e in una pozza di sangue. Uno solo aveva il bulbo, ed era il suo. Ora invece spunta questo. E la novità è che al centro dell’indagine c’è Andrea Sempio, amico del fratello della vittima. Sempio è formalmente indagato per omicidio in concorso. Lo difende Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, che giura: “I reperti sono in buone condizioni”. E se il capello fosse davvero integro, potrebbe parlare. Dire finalmente qualcosa che nessuno è riuscito a dire per diciotto anni. Ma non è detto che succeda. Perché è già successo che i capelli – anche quelli che sembravano promettere rivelazioni – si siano rivelati solo fili morti, senza bulbo, senza tracce. E allora il punto resta sempre lo stesso: la verità sul delitto di Garlasco è appesa a un capello. Letteralmente.

ANSA, la villetta della famiglia di Chiara Poggi
ANSA, la villetta della famiglia di Chiara Poggi
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