Nel caso di Garlasco, a distanza di quasi vent’anni, le indagini potrebbero aver trovato un nuovo punto da cui ripartire. Secondo quanto riportato da Il Giornale, l'attenzione degli investigatori si sarebbe spostata su un dettaglio apparentemente secondario: il cosiddetto “gradino 0”. Si tratta del primo scalino, alla base della scala che dalla casa porta alla taverna, luogo in cui fu trovato il corpo di Chiara Poggi il 13 agosto 2007. La giovane era riversa sulle scale e, secondo le ricostruzioni, l’assassino ne avrebbe trascinato il corpo fino a quel punto, senza però scendere di persona. Ed è proprio su quel gradino che, a quanto pare, si concentrano oggi le analisi degli inquirenti.
L’elemento cruciale, come spiegato da Il Giornale, è che sul gradino 0 non ci sarebbero tracce di sangue, nonostante il passaggio del corpo. Questo ha spinto gli investigatori a ipotizzare che l’aggressore potrebbe non aver mai oltrepassato quel limite, fermandosi in alto e lasciando scivolare la vittima. Proprio in quel punto è stata repertata a suo tempo l’“impronta 33”, successivamente attribuita ad Andrea Sempio. Tuttavia, come ha specificato Il Giornale, quell’impronta non è mai stata collegata con certezza al momento del delitto: non era insanguinata e, soprattutto, oggi non è più fisicamente analizzabile, perché la porzione di intonaco che la conteneva fu distrutta dopo la condanna definitiva di Alberto Stasi, in linea con le prassi di archiviazione.

Oggi, quella traccia non può essere datata né confrontata con nuove tecnologie. Ma l’area dove si trovava, e in particolare il gradino 0, rimane un punto d’interesse. Non tanto per quella singola impronta, quanto per eventuali altri segni o dettagli che potrebbero essere emersi grazie alla recente mappatura tridimensionale della villetta, effettuata con strumenti più avanzati rispetto a quelli disponibili all’epoca. Come sottolineato nell’articolo, la procura di Pavia mantiene il massimo riserbo sull’incidente probatorio in corso, e non è escluso che i primi esiti possano arrivare anche prima della scadenza fissata per ottobre.
Nel frattempo, resta ferma la situazione giudiziaria: l’unico condannato in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi è Alberto Stasi. Andrea Sempio, invece, è iscritto nel registro degli indagati in concorso, ma al momento non ci sono elementi che lo colleghino in modo inequivocabile alla scena del crimine.
