È tutto sempre inevitabilmente incredibilmente perfettamente uguale. La Rai, i fiori, l’Ariston che sembra enorme e invece da dentro è così piccolo, il tappeto rosso, la sala stampa con i giornalisti gene gne, la conferenza stampa con gli occhiali da sole, i pronostici sul vincitore, le polemiche sul vincitore, le interviste al vincitore, le facciate delle case non verniciate, la decadenza, il mare a febbraio, pure Malgioglio dalla Venier. E sul palco, loro. RussoMandelli. La generazione che ha fatto i Duemila e che si prende Sanremo e ci porta MTV e il cazzeggio, quella perenne voglia di leggerezza derivata - forse - dal non sapersi mai rispondere fino in fondo alla domanda: ma noi, qui, che ci facciamo? Presentatrice femminile dell’edizione 2030, signore e signori: Scarlett Johansson.
Siamo fuori dal Polpetta, birre e battute, in mano caschi e sigarette, con Fede che racconta dell’ultima volta che ha scritto un messaggio a Scarlett Johansson e lei che non gli ha più risposto. “Ero al bancone del bar, durante una festa a Los Angeles, ho chiesto carta e penna per scrivere il mio numero e lasciarle un messaggio: sei grande… in italiano! Per portarle questo biglietto ho abbandonato pure una stangona mulatta che mi avevano appena presentato. Poi con Scarlett ogni tanto ci siamo sentiti. Fino a quando non mi ha più cahato”. Francesco ghigna e fa sì con la testa. Erano insieme quando è successo. “Scarlet era fissata con Amalfi, Capri e quei posti lì. Ogni volta mi diceva: oh Amalfi, amazing, I Love Italy. Così una volta eravamo sulla costa napoletana, era un posto di merda a dire la verità”. Interviene Fra: “Era una lingua di asfalto che entrava nel mare, sicuramente abusiva”. Fede fa questa foto e la manda a Scarlett con il testo: "I’m in Amalfi, thinking of you" o qualcosa di simile. “Si deve essere accorta che era una stronzata. Abbiamo passato tutta la notte a immaginare di tartassarla di messaggi della serie: 'che fai? Perché non rispondi? Hai letto? Perché non scrivi? Eh?' Noi, due scappati di casa, uno di Firenze e l’altro di Osnago, a Scarlett Johansson…". Hollywood e Brianza, realtà e assurdo, Federico Russo e Francesco Mandelli. Fede con la Vespa e la c aspirata e Fra con la Scrambler Ducati guidata in giacca e la cadenza milanese. Due quarantenni che rappresentano perfettamente il mondo di mezzo, tra i ventenni (quasi) nativi digitali e i sessantenni maturi, una generazione con responsabilità sempre più importanti e quel continuo desiderio di non prendersi troppo sul serio che deriva dai tempi di MTV e da Radio Deejay, due facce che ci ricordano una gioventù che ci portiamo nel cuore e che ci aiutano a capire come vogliamo (dobbiamo) affrontare queste fasi 3, 4, 5, 6mila che abbiamo davanti: easy, tranquilli, creativi, sciallati. Non è un caso che Rai Due li abbia scelti per il programma Revolution - storie dal futuro (visibile su Rai Play) che racconta start up, progetti e persone innovative.
Cani, passanti, urla, degeneri vari, due tizi camminano in giubbotto di pelle, occhiali, vestaglia, canotta e mutande in porta Romana. Finito lo shooting, Fra e Fede si siedono davanti a me.
Ma voi due come vi siete conosciuti?
Mandelli: “A Rogoredo, cercando la crocodile al parchetto”.
Russo: “Aahahah in realtà io e lui ci siamo conosciuti a MTV ma facevamo programmi diversi, robe diverse, ci si conosceva perché si lavorava insieme però non è che ci si sentiva…”.
Mandelli: “Ma noi ci siamo conosciuti veramente nel 2013. Abbiamo scoperto di avere le stesse idee su tante cose, poi un mio amico che aveva un negozio di skate in Veneto e ogni anno faceva la festa del locale mi ha chiesto di fare un live acustico. Sapendo che ci piaceva lo stesso genere ho chiesto a Fede: perché non ci prepariamo 8/10 canzoni, andiamo lì e suoniamo. Così sono nati gli Shazami. E sai, suonare insieme, le prove, i concerti sono cose che ti legano in un modo molto forte”.
Russo: “Si facevano questi mini tourrettini… si viaggiava io e lui. La roba bella è che a questo nostro amico si è allagato il negozio. Noi ci siamo trovati con prove fatte, tutto ok e ci siamo detti: va be’ troviamo comunque un posto e abbiamo suonato per la prima volta al Bond sui Navigli, che non aveva neanche il palco. Eravamo seduti su dei panchetti al banco, vestiti da sbirri”.
Voi siete consapevoli di arrivare da un’epoca difficilmente ripetibile, quella della nascita di MTV, e di aver vissuto un momento incredibile?
Mandelli: “Guarda, quando abbiamo fatto la diretta via FB con tutti gli altri colleghi di MTV, la sensazione era quella di aver vissuto un periodo del mondo e dell’Italia molto bello, che veniva raccontato anche tramite noi. La roba che non è mai stata raccontata bene era quanto quel momento, per noi ragazzi di 20 anni che lo abbiamo condiviso, fosse prima di tutto un momento di crescita umana meravigliosa. Non cambierei i miei 20 anni con nient’altro al mondo”.
Mi ricordo che ci ritrovavamo a casa degli amici e vedevamo la tua faccia in tv e sotto appariva la scritta: se vuoi diventare un volto di MTV, vieni a fare il provino… E prima di te non succedeva, perché con te avevano capito che il talento poteva arrivare proprio dalla strada e non avere per forza un volto e un fisico da modello…
Mandelli: “Quando ho iniziato a lavorare a MTV, si parla del 98, non c’era alcuna somiglianza tra me e quelli che già lavoravano in tv, è vero, Enrico Silvestrin, Daniele Bossari… Io ho sdoganato l’idea che comunque tutti ce la possono fare, che poi è diventata la cifra di MTV”.
E la stessa cosa l’hai provocata tu, Fede, perché prima di te in radio la cadenza doveva essere quasi sempre precisa, perfetta, neutra. Poi un giorno arrivi tu e si sente l’accento fiorentino a palla.
Russo: “È vero… Io comunque a MTV ci sono arrivato dopo, nel 2003, facevo già Radio Deejay da un po’”.
In quel periodo avevate qualche minima paranoia sui risultati o era creatività pura?
Mandelli: "Mai. Nessuna paranoia sugli ascolti, su niente”.
Adesso gli youtuber hanno carta bianca sui contenuti ma ragionano sempre nell’ottica del performare il più possibile: like, views, numeri numeri numeri…
Mandelli: “Io nel 99 facevo Select, su MTV. Sono arrivati gli inglesi a dirci come dovevano essere messe le luci e fare le inquadrature. Poi in Italia siamo cresciuti così tanto che siamo diventati noi un esempio per gli altri Paesi. Non c’era nessuna edizione di MTV da nessuna altra parte del mondo ad avere il nostro stesso impatto sui giovani”.
Nel 2008 MTV comincia a cedere. Avete vissuto un trauma post MTV?
Russo: “Be’, Fra con I Soliti Idioti l’ha tenuta bella viva per tutti gli ultimi anni di gloria”.
Mandelli: “È successa questa roba… nel 2001 MTV cambia frequenze e prende le frequenze di TMC2, arriva Telecom e MTV entra nella fase 2 e tu se avevi un marchio che volevi far arrivare ai ragazzi non potevi che venire da noi, eravamo diventati una cosa talmente gigante che abbiamo cominciato ad attrarre e ricercare figure dal mondo televisivo esterno. Per fartela breve, tutta la roba muore quando arrivano i presentatori della tv più generalista che erano stati presi pensando di rendere MTV ancora più pop. Ma questa cosa non ha funzionato. MTV scopriva le facce e il pubblico si affezionava a quelle facce lì…”.
Russo: “C’è stato anche un motivo più tecnico: l’arrivo delle produzioni esterne. È stata tutta la televisione a trasformarsi, non solo MTV, ma MTV era fatta dalle persone che realizzavano i programmi, perché conoscevano il linguaggio, ne formavano l’identità. Con le produzioni esterne sono cambiati gli ingredienti e la ricetta si è persa”.
Mandelli: “Poi nel 2008 sfondano i social, YouTube, e quindi non dovevi più aspettare di vedere un video perché lo programmava MTV ma potevi vederlo quando volevi. C’è stata anche la crisi economica nel 2008 e mi ricordo che il direttore artistico mi convocò per dirmi che da quell’anno non poteva più rinnovarmi il contratto ma che dovevo lavorare a progetto. In quell’occasione ho capito che era finita una fase e ne stava iniziando un’altra”.
Russo: “In quegli anni c’era talmente tanta incoscienza, era talmente tutto così bello che non pensavi: ‘sì però cosa farò da grande?’. Pensavi a goderti il momento e a sfruttarlo perché MTV era una fucina di idee e se avevi una idea la realizzavi. Quando è finita con MTV mi sono chiesto: e ora? E da allora me lo chiedo tutti i giorni: cosa farò fra 10-20 anni? Per fortuna che c’è la radio. La radio non cambierà mai, ma rimane sempre la radio. E mi dà continuità”.
Mandelli: “La roba assurda era che per me, in quel momento dei 20 anni, ero convinto che avrei fatto MTV tutta la vita. Ma quando tutto è finito non l’ho vissuto con stress. Poi io penso sempre che manco dovevo stare qua e che qualsiasi cosa succeda è andata bene. È stata una cosa pazzesca. Incredibile. Non esisterà più una roba cosi, dove ti insegnano un mestiere, dove sei libero e cresci insieme a una generazione. Noi siamo stati l’ultima generazione televisiva”.
Adesso quindi ve lo chiedo: e fra 10 anni?
Mandelli: “Il mondo dello spettacolo è morto. Per come sono cresciuto io… per come ho iniziato io… era un mondo di signori, professionale… oggi vale tutto. Io non lo so, faccio fatica a rapportarmi con questo meccanismo”.
Russo: “Le cose sono cambiate in modo vertiginoso negli ultimi 10 anni e come sarà fra 10 anni chissà. Secondo me i grandi eventi ci saranno sempre, vedi i big show, Sanremo, con il conduttore che detterà i tempi”.
Farete come Amadeus e Fiorello che se uno va a Sanremo chiama pure l’altro?
Russo: “A’ voglia, certo. Anche Herbert Ballerina”.
Mandelli: “Sarebbe bella la nostra generazione a Sanremo. Quelli che sono stati gli anni duemila che si prendono in mano Sanremo e lo fanno…”
Come lo cambiereste?
Mandelli: “Io mi affeziono a quei posti che dopo 20 anni sono sempre uguali, perché ti fanno riaffiorare i ricordi, sono delle comfort zone, dei posti sicuri. Sanremo è così, è una certezza dell’entertainment”.
Russo: “È giusto che rimanga così, e che ognuno poi ci metta la sua firma facendolo”.
Mandelli: “Scommetti che se oggi MTV riprogrammasse la stessa roba del 2004 la gente lo riguarderebbe?”
Nuovo direttore di MTV, Francesco Mandelli…
Mandelli: “Sai che cosa c’è… non ho voglia, è un problema di pigrizia. Fare il direttore è un lavoro vero e poi oggi dovrei confrontarmi troppo con i numeri. Ma va, dopo un giorno mi sarei già rotto i coglioni. Infatti oggi è tutta la stessa identica roba, lo stesso minestrone. In Italia non c’è un programma nuovo in tv dal… forse dal 2004, forse da Ciao Darwin. E non riguarda solo la tv, riguarda tutto il nostro sistema culturale. Immaginati Breaking Bad, vai da un produttore di Italiano e gli racconti la storia di un prof che ha il cancro e a un certo punto si mette a sintetizzare metanfetamina. Ti rispondono: ‘cazzo stai dicendo?'”.
EPCC di Alessandro Cattelan?
Russo: “Ci hanno provato in tanti a fare quello che sta facendo Ale, ma lui è il primo che ci è riuscito perché è bravissimo”.
Mandelli: “Ale interpreta molto bene un format che ha fatto scuola negli Stati Uniti. E già per questo è un grandissimo. Nel nostro Paese, comunque, la tv, il cinema e l’arte penso che siano lo specchio della realtà, non il contrario. Oggi, semplicemente, l’Italia è meno interessante di altri. Infatti le cose che funzionano anche fuori sono sempre a tema malavita o malapolitica: Gomorra, Suburra…”.
L’Italia come la vedete?
Mandelli: “Dal punto di vista creativo ci sono delle robe belle, ci sono registi molto interessanti come i fratelli D’Innocenzo che per me sono super, però in generale c’è pochissima voglia di rischiare”.
E allora come te li spieghi i d’Innocenzo? O i Sorrentino?
Mandelli: “Perché hanno perseverato, e quando perseveri nella tua visione alla fine funzioni e lasci il segno. Io I Soliti idioti ora non potrei più farli. Troppo politicamente scorretti. Alcuni contenuti non rispetterebbero nemmeno le policy di YouTube”.
Russo: “Noi continuiamo a essere forti nel prenderci in giro, dalla commedia italiana di Sordi ai Vanzina”.
Nuovo protagonista del cinepanettone 2021: Federico Russo.
Russo: “Sì, certo. Scherzi?”.
Cosa votate?
Mandelli: “Non ti dico cosa ho votato ma ti dico che ho cambiato tante volte. Seguo molto la politica e so che i governi in questo momento contano molto poco, ci fanno credere che abbiamo la possibilità di scegliere qualcosa però io trovo che valgano di più alcune realtà economiche più potenti. Conta più Amazon rispetto al governo italiano”.
Se vi dico Rocco Casalino?
Mandelli: “Se tu mi avessi detto 20 anni fa che lui del Grande Fratello sarebbe diventato portavoce di uno dei primi partiti italiani e poi del nostro premier ti avrei risposto: ma che cazzo succede? E oggi ti dico: ma che cazzo succede?”.
Cosa vi manca degli anni 90?
Mandelli: “Eh… io ci sto scrivendo un libro: la storia di un teenager che da bambino diventa adulto attraverso gli anni 90. Poi si passa a oggi, quando questa persona di 40 anni, per un motivo che non ti dico, torna a vivere dai genitori”.
Russo: “Be’ è quello che mi succede tutte le volte che torno a Firenze, ho sempre la mia cameretta”.
Mandelli: “Io ho ancora le foto degli Oasis sul muro, della mia tipa di un tempo, tutte quelle robe che sono rimaste cristallizzate lì. Io andavo a letto alle 20:30 di sera mentre i Guns N' Roses erano in giro per Los Angeles completamente fatti. Secondo me gli anni 90 sono stati i nostri anni 60 e non ce ne siamo accorti. Sì, lo so. Sono un nostalgico senza precedenti”.
Russo: “Mentre li vivevo pensavo che non stava succedendo niente, invece abbiamo vissuto un decennio davvero speciale, ricco di cose che fra il 94 e il 97 sembrano essere passati 30 anni, invece sono solo 3. Io in radio sento cose raggaeton che sono arrangiamenti fatti su canzoni degli anni 90. The Rhythm of the night ad esempio”.
Mandelli: “Ragazzi negli anni 90 c’è stato un momento in cui il mondo era perfetto. Il 1997. Primi in classifica erano gli Oasis, in Inghilterra il primo ministro era un laburista come Tony Blair dopo anni della Thatcher, Clinton era presidente degli USA, e c'era l’amore libero con la Lewinsky. Era tutto perfetto cazzo!”.
Russo: “Io ci torno tutte le notti negli anni 90, in sonno… Sai cosa? Io ho una paura fottuta che fra 20 anni diremo: cazzo quel 2020 li anche se c’era il Covid sai che alla fine era perfetto? È un’ansia sta roba, di non accorgerti che stai bene. Guardaci qui: torniamo comunque da uno shooting in boxer, col chiodo a petto nudo, con la birra in mano e magari fra qualche anno dirò: cavolo andavo in giro in mutande in centro a Milano…”.
Chi è la persona più importante della vostra vita?
Russo: “Che domande che tu fai… Potrei dire la mi' mamma, mio fratello, ma ti dico Carlo Verdone. Mai conosciuto di persona, tanti anni fa ci ho parlato solo al telefono. Ma mi ha cambiato la vita: da bimbo quando mi mettevano Bianco, rosso e Verdone impazzivo”.
Mandelli: “Non ho dubbi: Andrea Pezzi, mi ha cambiato la vita. Io devo tutto a lui, mi ha preso dal pubblico di un programma e adesso è merito suo se oggi mi avete fotografato e se mi state intervistando, è tutto merito suo”.
Tre cose che vi fanno stare bene.
Russo: “Il mare, la pizza, i concerti che facciamo e che vediamo”.
Mandelli: “La musica, Giovanna mia figlia, e il fatto che io il lunedì mattina posso andare a giocare a tennis… La libertà è la conseguenza più bella del mio lavoro: posso avere ancora 17 anni anche se ne ho 41”.
Come vorreste morire?
Mandelli: “Vecchio… Da quando ho una figlia voglio morire il più tardi possibile. Non vorrei mai che mia figlia dicesse: ma perché papà è morto? Ma non mi voleva bene? Sto pezzo di merda del papà, io gli ho voluto un bene della madonna e lui è morto”.
Russo: “Dal ridere… Meglio di chi muore durante l’amplesso che fa un po' vecchio. Invece ci sta che ne hai fatte tante e all’ultima ridi, ridi così tanto che dici: oddio non ce la faccio più, moio, e alla fine non ce la fai più davvero e mori ridendo, veramente…”.