Chiara Ferragni lancia la sua candela profumata sui social ed è subito polemica. Il che è giusto: bisogna pure avere argomenti sui quali esprimere la propria visione del mondo e giustificare la propria esistenza. E però le polemiche, in questo caso, appaiono pretestuose, perché la critica più feroce è quella secondo la quale non si può lanciare sul mercato una candela profumata senza fare almeno un evento in cui poter odorare questa candela: gli odori non si possono immaginare.
Adesso, conosco le giornaliste e i giornalisti esperti in candele e in Chiara Ferragni e lo so che volevate l’evento per farvi regalare la candela; e visto che Chiara Ferragni, la sua candela, l’ha regalata a pochi e non a voi, ecco che scatta la vendetta. O, poi, certo, ci sarà qualcuno di onesto che, non potendo odorare di persona la candela, si è trovato di fronte al vuoto cosmico esistenziale, ma per lo più si tratta di content creator che volevano la candela tra le mani.
Detto questo: la candela della Ferragni non è difficile da immaginare. Nella descrizione della candela sta scritto che si apre con un aroma di caramello: prendete un crème caramel e sniffatevelo. Poi, dice la Ferragni, dalla candela si sprigiona aroma di latte: andate nel frigo e odorate il latte; se è acido rimettetelo nel frigo come fate sempre, se è buono, ecco l’odore della candela. Infine, la candela della Ferragni rilascia profumo di vaniglia: prendete lo zucchero vanigliato di un pandoro, preferibilmente quello rosa della Ferragni che tanto da parlare ha dato, prendete una carta di credito platinum (se ha un limite di spesa, vergognatevi), fate delle strisce su uno specchio e tiratele su come se non ci fosse un domani ed ecco: avrete l’odore della candela della Ferragni.
Ovviamente, data la clientela che acquisterebbe i prodotti della Ferragni, così come io me la immagino (parlo della clientela, non della Ferragni, ovviamente, ma è bene specificare), credo che l’errore di marketing sia stato proprio l’odore della candela, laddove avrebbe avuto più successo con la seguente descrizione: «La candela della Ferragni rilascia all’inizio un sentore di cocaina appena riscaldata, seguita dall’aroma forte di un Campari corretto doppia vodka, per finire con un retrogusto di sottopalla dentro una tuta acetata brandizzata, miscelato al ricordo dell’afrore della moquette della gintoneria oramai chiusa. Un percorso nella memoria.»
Per il resto, quando Gwyneth Paltrow lanciò la candela che sapeva della sua vagina (non una vagina generica: proprio la sua), tutte queste lamentazioni sul come indovinare l’odore non le ho sentite. A meno che non aveste tutti odorato la vagina di Gwyneth Paltrow e allora sì che quelli sono eventi fatti bene.