L’Italjet Dragster 700 Twin non è uno scooter sotto steroidi, è una moto disegnata da un visionario che risponde al nome di Massimo Tartarini, figlio di quel Leopoldo Tartarini che negli anni Sessanta fondò Italjet, nonché l’uomo che durante la presentazione a Imola ha mandato in video Noel Gallagher in fuck the costumer, un discorso semplicissimo e assolutamente veritiero per tutto ciò che concerne l’arte: produrre quello che vuole il cliente è un errore. Il cliente, dice Noel, non voleva i Sex Pistols, Jimi Hendrix, Sgt. Peppers: “Non li voleva ma li ha avuti ed è stato contento. Fanculo al cliente, il cliente non sa cosa vuole”.
Di certo il cliente non chiedeva l’Italjet Dragster 700 Twin, da una parte lo scooter più raffinato del globo, dall’altra una moto disegnata da Picasso. Siamo all’Autodromo di Imola ad ascoltare questa storia e con noi ci sono gli importatori di tutto il mondo: dovreste farvi un giro nel Sud Est Asiatico per capire cosa significhino le due ruote, gli scooter e nello specifico Italjet da quelle parti per avere un’idea quantomeno approssimativa dell’entusiasmo con cui questa gente ha accolto la novità. E non potrebbe essere altrimenti.

Come è fatto
Davanti vedi le appendici aerodinamiche. Il frontale che ricorda un po’ la cugina, la Ducati che ora domina in MotoGP. Il telaio a traliccio parla di un prodotto disegnato a mano. Tutto attorno è l’eccesso come vuole la filosofia Italjet: la frizione in bagno d’olio a vista, il mono ammortizzatore Ohlins al posteriore - per la variante in edizione limitata - e, soprattutto, i due cannoni Akrapovic che sbucano da sotto la coda esattamente come dovrebbe essere. Per leve, carter e dettagli sembra sia stato svaligiato un catalogo aftermarket, ad esempio i paraleva che integrano gli indicatori di direzione a Led, mentre al centro di tutto c’è un solido bicilindrico da 692 cc, 68 cavalli, 70 Nm di coppia e, soprattutto, un cambio a sei marce. Niente di meno. La strumentazione poi è delegata a un display TFT da 5 pollici ben leggibile anche al sole, da cui è possibile disattivare il controllo di trazione e fare lo stesso con l’ABS. A questo proposito, la frenata viene gestita da un impianto Brembo, con due dischi da 270 mm all’anteriore e un disco singolo da 260 al posteriore. Ultima, ma non per questo meno importante, la possibilità di utilizzare la videocamera integrata per registrare foto e video.

Cosa significa guidare un Italjet Dragster a Imola
È una domanda che ci siamo fatti un po’ tutti rispondendo all’invito di Italjet. Loro, invece, hanno deciso così perché era importante fare le cose per bene: hai un mezzo nato in Emilia-Romagna, finanzi la Gresini Racing che ha la variante alta di Imola dedicata a Fausto e hai tra le mani questo Dragster 700, mezzo che può essere la scelta giusta per godersi il circuito più bello al mondo senza la paura di farsi troppo male. E in effetti ha funzionato quasi tutto, al netto di una piccola eccezione.
Partiamo dal fatto che l’Italie Dragster 700 Twin è il sogno di ogni quattordicenne dentro di noi e diventa, quindi, un modo per tornare lì, agli anni dei primi scooter, con uno strabiliante regalo: “Guarda cosa ti ho portato”, potremmo dire a noi stessi. “Un piccolo monumento al teppismo in strada”. Accendi il motore e lui gorgoglia pastoso. La seduta è senza ombra di dubbio quella di uno scooter, anche se di fatto è tutto più sportivo. Ci sono le pedane laterali per esempio e non la vasca centrale, che poi è la vera differenza (insieme al cambio?) tra una moto e uno scooter: nel primo caso cavalchi tenendo il mezzo tra le gambe e nel secondo ti ci siedi sopra, una differenza così palese che diventa comprensibile anche a chi non ha mai preso la patente.
Entriamo in pista con un po’ di timore, manca un serbatoio con cui ancorarsi e le frenate di Imola non sono esattamente roba da nulla, oltre al fatto che questi pneumatici, dei Pirelli Corsa montati su cerchi da 15 pollici, non li abbiamo mai portati in pista. A dare subito confidenza è il cambio: frizione morbida, innesti precisi. L’erogazione del motore è lineare, niente brutte sorprese. In curva fatichiamo un po’ a trovare la leva del freno posteriore mentre la gomma sulle pedane che ci aveva impensierito da fermi - non esattamente un accessorio da pista - è come se non ci fosse. Imola è una pista meravigliosa e girarci con questo Italjet Dragster 700 Twin una goduria vera, perché vai abbastanza forte da dover chiudere il gas ma non troppo da aver paura sul serio per le velocità raggiunte. La frenata è sempre precisa, anche se ad usare troppa violenza l’avantreno ha qualche piccolo movimento, condizione che ha due attenuanti e un aggravante: la prima attenuante è che non dovrebbe essere strano quando freni a oltre 160 Km/h, la seconda è che a sentire i tecnici di Italjet il feeling migliora cercando una regolazione più rigida della forcella. L’aggravante è che un secondo turno, purtroppo, non possiamo farlo, le persone che devono guidare sono molte e gli scooter a disposizione forse mezza dozzina. A dire la verità però, parliamo di condizioni che in strada sono impossibili da replicare anche con pochissima attenzione al CdS. Tra un turno e l’altro girano anche i piloti Gresini Moto2, Albert Arenas e Darryn Binder, che non si fanno alcun problema a mettere il Dragster di traverso in frenata, anche perché ABS e controllo di trazione sono disinseribili.

In conclusione: ma è una moto o uno scooter?
Risposta breve: è una moto. E se ci fai anche soltanto quattrocento metri te ne rendi conto. Risposta lunga: cos’è che differenzia una moto da uno scooter? La posizione, il cambio, magari la potenza, o comunque un insieme di cose che si combinano assieme. Dovendo scegliere una cosa soltanto, quella sarebbe l’emozione: la moto è pensata principalmente per emozionare, lo scooter per spostarsi. In questi termini l'Italjet Dragster 700 Twin non può che essere una moto. Anche perché non c’è verso di caricarci la spesa, girarci in ciabatte sarebbe certamente più scomodo e la protezione dall’aria non è certamente all’altezza di tanti altri mezzi.
Il che, tutto sommato, è più una fortuna che altro anche rispetto al prezzo, giustificato dall’esclusività del progetto e dalla componentistica di pregio ma comunque bel lontano dall’essere pensato per una questione di utilità. L’Italjet Dragster 700 Twin costa 14.500 € nella Limited Edition nelle colorazioni Gresini Racing e Oro Nero che vedete in prova, comprensiva di scarico Akrapovic, monoammortizzatore Öhlins e coperchio frizione Ducabike, mentre la Premium Edition viene 13.990 €, ma bisogna rinunciare alla frizione a vista e alla molla Öhlins, oltre chiaramente alle colorazioni dedicate.
Potendo scegliere prenderemmo la Limited, con i bei colori Gresini Racing e tutto il resto. Non come prima moto, ma una grande idea se proprio non vuoi prenderti lo scooter.