Non so voi, ma noi, una cruiser firmata Ducati, ce l’eravamo immaginata così: una moto bellissima, dal design tipicamente italiano, equipaggiata con le migliori soluzioni ciclistiche, ma fatta tutto sommato per andarci a spasso la domenica sul lungolago. Ecco, se è questo che vi aspettate dalla nuova XDiavel V4, sappiate che — come il sottoscritto — rimarrete piuttosto sorpresi, una volta percorsi i primi metri. Perché questa nuova Ducati non è soltanto una moto che può andare forte, né soltanto una moto che va più forte delle sue competitor. È soprattutto una moto che preferisce andare forte — o quantomeno, che ve lo fa credere. Di certo, è una moto che ama essere guidata, come ogni vera Ducati.

Un’esperienza di guida, quella in sella alla nuova XDiavel, che è profondamente influenzata dal nuovo propulsore. Sul model year 2025, infatti, fa la sua comparsa il V4 Granturismo già visto su Multistrada e Diavel V4, capace, in questa configurazione, di 168 cavalli e 124 Nm di coppia massima, a 7.500 giri/minuto. Un motore che, oltre a raddoppiare i cilindri, rispetto al precedente V2 da 1260 cc, restituisce sensazioni piuttosto diverse, soprattutto a bassa andatura, anche rispetto ai V4 delle sue parenti più strette. Merito (o colpa) delle soluzioni scelte dai tecnici di Borgo Panigale per il funzionamento del sistema di disattivazione dei cilindri posteriori.

Nel dettaglio, la moto lavora sempre a due cilindri quando è in folle; in prima, la moto gira sempre a quattro, mentre dalla seconda in poi, entro i 4.800 giri, la moto funziona soltanto a due, a patto che il pilota non richieda un apporto di coppia tale da necessitare l'intervento anche dei cilindri posteriori. Infine, una volta oltrepassata la barriera dei 4.800 giri, il motore torna a funzionare in maniera ordinaria. Un sistema utile a contenere consumi ed emissioni, ma anche e soprattutto a ridurre il calore percepito dal pilota alle basse andature. Un sistema, come detto, comune a Multistrada V4, che cambia, però, su XDiavel 2025 per le soluzioni adottate al fine di assorbire le vibrazioni, piuttosto marcate quando il motore disattiva i cilindri posteriori. Una caratteristica che si aggiunge a una rapportatura piuttosto lunga e che restituisce la sensazione di una moto quasi a disagio nell’andare piano. I dati, però, dicono tutt’altro. Date un’occhiata al grafico che mostra le curve di coppia e potenza e vi accorgerete che l’arco di erogazione è assolutamente regolare per entrambi i valori. E allora perché la moto vibra così tanto? Si tratta di una precisa scelta progettuale. Giulio Fabbri, product manager di Ducati, ce l’ha proprio detto: «Della precedente generazione ci piaceva il modo in cui “pistonava”». Da qui, l’idea di trasferire anche su questa generazione di XDiavel lo stesso tipo di sensazioni, non intervenendo con sistemi che potessero filtrarle, al pari di quanto avviene su Multistrada. Una scelta coraggiosa ma perfettamente coerente con la filosofia di una moto che si inserisce a suo modo in una categoria in cui le vibrazioni sono una parte integrante dell'esperienza di guida.

Ovviamente, il motore resta l’elemento centrale — come sempre, quando si guida una Ducati — anche e soprattutto quando il gas lo si ruota davvero. Ad emergere, a quel punto, sono i geni di un DNA che, non dimentichiamolo, è comune al V4 che equipaggia le MotoGP di Bagnaia e Marquez. Insomma, ribaltate la manopola dell’acceleratore, sostanzialmente in qualsiasi rapporto, e vi ritroverete nel futuro. Un futuro in cui le cose avvengono molto più velocemente e in cui, a supportarvi, ci pensa tutto il know-how di Ducati in termini di tecnologia votata all’handling. Già perché l’interasse lungo (1.620 mm), la posizione bassa (la sella è a 770 mm di terra), l’inclinazione del cannotto di sterzo (29° contro i 26,5° della Diavel V4) e una gomma posteriore dalle dimensioni monstre (240/45) dovrebbero penalizzare l’agilità di una moto sulla carta adatta ad andare il più dritto possibile. Ma è proprio nella capacità di donare a questa XDiavel delle inaspettate doti dinamiche, che i tecnici Ducati sono riusciti in un piccolo miracolo. Grazie a una messa a punto perfetta di telaio monoscocca in alluminio, forcella upside-down da 50 mm e ammortizzatore posteriore completamente regolabili, forcellone monobraccio in alluminio, e grazie alla presenza di soluzioni come l’albero motore controrotante — derivata direttamente dalla MotoGP — la nuova XDiavel si dimostra incredibilmente agile e godibile sui percorsi misti. La sospensione posteriore, in particolare, assorbe bene ogni asperità e regala tanata sicurezza ad ogni apertura del gas. Le pedane avanzate (regolabili su tre posizioni) limitano, come ovvio, parte della luce a terra, consentendo tuttavia pieghe di tutto rispetto. La moto, si inserisce con facilità in curva e solo nella ricerca della guida più esasperata fa emergere qualche resistenza, connaturata alle geometrie proprie di questo segmento. Proprio le pedane, in ogni caso, possono essere sostituite con componenti originali fissati in posizione centrale e in grado di assicurare una guida ancora più sportiva per quanti la desiderino. L’impianto frenante, dotato di tecnologia cornering ABS, vede, all’anteriore, la presenza di due dischi semiflottanti da 330 mm, pinze Brembo monoblocco Stylema ad attacco radiale a 4 pistoncini e pompa radiale PR16/19, mentre al posteriore un singolo disco da 265 mm, su cui insiste una pinza flottante Brembo a 2 pistoncini. Un impianto dalle performance straordinarie, che nel primo bite, in particolare all’anteriore, personalmente mi è parso persino un po’ troppo deciso, portando a un affondamento della forcella un po’ troppo repentino, specie nella guida più disimpegnata. Ma si tratta davvero di finezze.

Sul fronte dell’ergonomia, al di là di quanto già detto in merito alle pedane, su XDiavel V4 fa la sua comparsa una nuova sella, più spessa e ben profilata, in grado di assicurare un ottimo comfort anche dopo diverse ore di guida — pur se obbligando a una posizione che non lascia spazio a grandi spostamenti durante la marcia. Anche il passeggero può ora contare su una seduta più ampia e accogliente, con un incremento del 30% in larghezza, del 50% in lunghezza e con 25 mm di spessore in più. Il manubrio, arretrato e leggermente ribassato rispetto a quello della XDiavel 1260, permette una posizione più rilassata ma allo stesso tempo efficace. L’elettronica è quella che ci si aspetta da una Ducati di ultima generazione: quattro Riding Mode (Sport, Touring, Urban e Wet), che lavorano su differenti livelli di potenza, Ducati Traction Control in versione Cornering, ABS Cornering, Ducati Wheelie Control, Ducati Quick Shift up & down e Launch Control. Presente anche il Cruise Control.

Tutti i parametri sono facilmente gestibili dal nuovo cruscotto TFT da 6,9”, lo stesso introdotto per la prima volta sulla Panigale V4. Oltre a garantire una leggibilità ottimale anche in pieno sole, grazie alla tecnologia Optical Bonding, offre connettività Bluetooth per musica, chiamate e messaggi, oltre al supporto per il sistema di navigazione turn-by-turn (tramite Ducati Link App).
A completare l’esperienza XDiavel ci pensa, infine, un’estetica a nostro avviso davvero azzeccatissima. So che ad alcuni di voi le linee di questa XDiavel non sono piaciute — e tra l’altro mi domando quali siano le moto belle per chi la pensa così — ma, per quanto mi riguarda, questa XDiavel porta con sé dei concetti stilistici che non mi stupirei se venissero introdotti, in futuro, anche su altri modelli della gamma — vedi Monster, tanto per capirsi. In particolare, la linea affusolata del serbatoio, il fanale dalla forma quasi ogivale, le nuove colorazioni e il cerchio posteriore a vista, sono una di quelle cose per cui vale davvero la pena di alzare la serranda del garage ogni mattina. Nessun difetto quindi? L’unico che merita una menzione è il calore emanato sul lato sinistro della moto. Nel corso del test abbiamo guidato con temperature piuttosto basse (tra i 7 e i 15 gradi al mattino, acqua a catinelle al pomeriggio) e ciononostante una certa presenza si faceva sentire ugualmente. Se tanto ci da tanto, con temperature superiori ai 20 gradi la cosa potrebbe essere davvero marcata.

Ok ma quindi?
Per mettersi in garage la nuova XDiavel V4 servono almeno 28.990 euro. Si tratta di un prezzo decisamente importante ma che deve essere considerato in relazione al posizionamento che Ducati vuole fare di questo prodotto. La nuova XDiavel V4 è, infatti, una moto che non serve a fare “qualcosa” in particolare. Non nasce per viaggiare (potete farlo, ci sono anche delle borse dedicate in catalogo Ducati, ma non è stata progettata per questo), non nasce per il commuting, tantomeno per il fuoristrada e non nasce neppure per cercare la perfromance assoluta, né su strada, né in pista. È un oggetto fondamentalmente inutile, toys for boys direbbero gli inglesi, ed è proprio per questo che Ducati ha deciso di farla con quanto di meglio fosse possibile mettere insieme a Borgo Panigale: il suo motore ormai più iconico, elettronica allo stato dell’arte, estetica e finiture al top. A chi si rivolge, quindi, questa XDiavel V4? A chi può permettersi di pretendere il meglio per uno sfizio e a chi vuole farlo prendendo le distanze da tutto ciò che lo circonda. Nuova XDiavel V4 è, infatti, molto più che una semplice evoluzione. È una reinterpretazione profonda di cosa può essere oggi una sport cruiser. Una moto che riesce a sorprendere, a divertire e — come da tradizione Ducati — a emozionare. Anche quando, semplicemente, la guardi te la trovi davanti, una vola aperta la serranda del box.