Abbiamo passato una giornata con il nuovo Yamaha XMax 300 nella sua versione più raffinata, la Tech Max, per scoprire una valida risposta a chi cerca un mezzo pronto a tutto, un compromesso per la mobilità di oggi. Leggero ma capiente, agile ma stabile, compatto ma rapido. Uno scooter così, con cui puoi viaggiare in autostrada e guadagnarti senza grosso talento una multa per eccesso di velocità, sa essere meglio di un’auto sotto diversi aspetti, perché oltre a risultare decisamente più comodo nei parcheggi è anche piuttosto divertente nelle strade di misto. Se poi consideriamo il comfort, la capacità di carico e i consumi (ridottissimi) si rischia anche di preferirlo a una moto. La verità è che l’XMax 300 è dannatamente comodo per i piccoli spostamenti, che si tratti di un tragitto casa - lavoro in giacca e cravatta o di un tuffo al mare guidando in ciabatte con l’asciugamano nel sottosella.
Il primo Yamaha XMax della storia è arrivato nel 2005, giallo come il fratello maggiore T-Max da cui trae ispirazione per linee e contenuti. Per questa quinta generazione Yamaha offre XMax nelle varianti 125 e 300, la prima guidabile con la patente dell’auto e la seconda con l’A2. A spingere la versione in prova troviamo un monocilindrico BlueCore da 292 cc Euro 5 capace di 28 CV e 29 Nm di coppia massima, numeri che su di un mezzo così leggero (183 i chili di peso in ordine di marcia) ci restituiscono prestazioni superiori a quelle di un’utilitaria. Volete una prova inconfutabile delle sue capacità? durante la conferenza stampa di lancio, i ragazzi di Yamaha hanno pregato i giornalisti di non inquadrare troppo spesso il tachimetro con le action cam durante il test: le possibilità di superare i limiti del CdS sono sempre più che concrete.
Come è fatto il nuovo Yamaha XMax Tech Max
La quinta serie è nuova sul serio, ma chi ha già avuto un XMax non farà fatica a riconoscerlo. I fari anteriori a LED sono stati rivisti a formare una X che ritorna sulla fanaleria, mentre il dashboard è stato aggiornato e si compone di un doppio display. Tecnicamente questa nuova serie si porta in dote una sella più stretta, scavata ai lati - e quindi più comoda per i meno alti - che con i suoi 43,7 litri a disposizione permette ancora di custodire due caschi jet. La frenata è stata rivista, c’è un ABS a doppio canale e un controllo di trazione per nulla invasivo. L’allestimento Tech Max, top di gamma più rifinito e stiloso rispetto alla versione standard, offre un miglioramento a cui è tanto facile abituarsi quanto difficile rinunciare, a partire dal display TFT a colori da 4,2” che si va aggiungere all’LCD da 3,2” di serie. Così tramite l’app My Ride sviluppata da Yamaha è possibile ottenere un navigatore gratuito proiettato direttamente sullo schermo e registrare il comportamento del mezzo, dai dati sulla velocità agli angoli di piega raggiunti: una sorta di telemetria.
La Tech Max aggiunge poi colorazioni opache (Dark Petrol e Tech Black), pelle per rivestire la sella e inserti sul retroscudo, oltre a finiture di pregio come pedane in alluminio satinato, manopole dedicate e badge Tech Max. Infine, dal catalogo Yamaha è possibile scegliere tra più di 50 accessori originali e tre allestimenti specifici: Sport Pack, Urban Pack e Winter Pack.
Come va il nuovo Yamaha XMax: da Corso Como al Lago di Como
Normalmente i test di questo genere si svolgono in città e si compongono di un paio d’ore nel traffico a cui segue un piccolo pezzo di superstrada. Yamaha, invece, ha pensato un itinerario che molti motociclisti con le saponette sulla tuta in pelle prendono di mira per sfogarsi nel weekend, con l’obiettivo non dichiarato di farci capire esattamente quali siano le qualità di XMax 300. Siamo quindi partiti da Corso Como, nel pieno centro di Milano, per arrivare sul Lago di Como passando per città, un bel misto collinare e un lungo trasferimento ad alte andature. Salendo per la prima volta sul nostro compagno di viaggio notiamo subito un paio di cose: è comodo, i display si leggono bene, i display sono ben leggibili (oltre che personalizzabili) e non manca il doppio cavalletto, un centrale particolarmente robusto e un laterale piuttosto comodo. Oltre a questo, Yamaha XMax 300 è dotato di Smart Key, quindi per mettere in moto è sufficiente tenere la chiave in tasca o, come abbiamo fatto noi, in uno dei due vani presenti: a sinistra mettiamo smartphone che detta le informazioni di navigazione (in ricarica, grazia alla porta USB), a destra la chiave.
Un rapido tocco allo start e il monocilindrico comincia a suonare sommessamente e scopriamo un motore che risponde bene, senza strattoni, l’equilibrio in sella è ottimo e permette di svicolare nel traffico senza patemi. In breve, sei sempre il primo a partire al semaforo ma anche l’ultimo ad arrivare in coda. Il navigatore è preciso, ma lo schermo non troppo grande richiede un minimo di attenzione in più rispetto agli infotainment che si trovano in auto. Poco male, il mezzo è svelto e in piega regala grandissima confidenza: l’anteriore esprime solidità, concetto che si può allargare a tutto lo scooter che non scricchiola, gli assemblaggi sono estremamente curati e cominciamo a capire perché la Tech Max è una valida alternativa alla variante liscia, standard. Tra buche e pavé gli ammortizzatori al posteriore rispondono un po’ secchi, ma è una caratteristica di tutta la categoria con cui si convive volentieri, specialmente considerando che abbiamo una sella particolarmente confortevole.
Mentre ci allontaniamo dalla città le velocità si fanno più sostenute e verrebbe voglia - se non altro usando un casco jet senza visiera - di aggiustare il cupolino nella posizione più alta, per il quale serve però sganciare un paio di viti a brugola. Nulla di complicato, ma va fatto prima di partire. Di tanto in tanto spostiamo i piedi nelle due posizioni previste, quella da scooter vero e proprio e quella “da mare” con i piedi appoggiati sulle pedane del retroscudo: sarà anche una guida meno tecnica, ma è decisamente comoda. Tra le belle cose offerte da questo XMax 300 c’è l’animazione del contagiri, che oltre a segnare appunto le rivoluzioni del motore indica l’apertura della manopola (e quindi della farfalla) in tempo reale, il che ci restituisce un’idea di quanto in Yamaha abbiano lavorato sui dettagli.
Una volta arrivati nel misto ci rendiamo conto di quanto, con cattive intenzioni e un po’ di malizia, l’XMax 300 sia capace di andare forte: spalanchi il gas e lui, sempre stabile e preciso, sale di giri rapidamente regalando una certa spinta in alto che crea assuefazione, portandoti in tempi piuttosto rapidi ben oltre le velocità codice. L’impianto frenante poi lavora alla perfezione, deciso all’anteriore e sufficientemente modulabile al posteriore. Se cercate la frenata di emergenza però, il consiglio è quello di tirare senza remore entrambe le leve: la potenza c’è e l’ABS anche, ma i tecnici Yamaha hanno lavorato per rendere la risposta dell’anteriore adatta soprattutto alla città, quindi non eccessivamente brusca. Quando ci fermiamo per il pranzo siamo alla guida da circa quattro ore (probabilmente un record per l’utilizzatore medio) senza un filo di affaticamento. Mentalmente lo scooter si guida quasi da solo, senza impegno ma alla svelta, e la posizione è sempre comoda, non stanca. Dopo esserci rimessi in viaggio per l’ultimo tratto, piuttosto veloce, scopriamo che non si può viaggiare con il gas a battuta: con un filo di insistenza il nostro Yamaha Max 300 supera con agilità i 140 Km/h indicati, motivo per cui anche sulle strade a scorrimento veloce è necessario parzializzare l’acceleratore. Un’ultima, gradevolissima sorpresa ce la presenta la stazione di servizio: questo piccolo diavolo riesce a percorrere agilmente venti chilometri con un litro in queste condizioni, avvicinandosi di molto ai 3 litri per 100 Km dichiarati dalla casa. Se lo usate senza immaginare di correre il TT dell’Isola di Man probabilmente potete farcela anche voi, riuscendo quindi a farvi bastare un pieno per quasi 400 Km.
In Conclusione
Yamaha XMax 300 Tech Max è uno scooter adatto alla città, a viaggi più lunghi e anche a qualche giro nel weekend, tutta roba che potete affrontare con un motore solido e consumi ridotti al minimo. Comodo, facile, pratico e stiloso, è il vero punto di riferimento per la categoria. Così, quando vi chiederte perché il prezzo per questo top di gamma sia di 7.299 euro (700 euro in più dell’XMax standard) saprete darvi una risposta: questo non è un mezzo dozzinale, libertà e qualità si pagano. La promessa di questo XMax piuttosto è che saprà darvi tutto ciò che stavate cercando.