Sono da sempre un appassionato di moto, anzi un motociclista. Ho cominciato a viaggiare da ragazzino quando ancora non sapevo che sarei stato catturato dalla pasticceria. Così, anche se so che può sembrare strano, ho scoperto che in qualche modo la motocicletta e il dolce hanno diverse cose in comune: serve una precisione chirurgica da parte di chi costruisce e serve bellezza, imprescindibile se punti ad emozionare. Entrambe, la pasticceria e la moto, se fatte nel modo giusto ti portano al piacere, che se sei fortunato diventa un piccolo viaggio. Per me il viaggio è fondamentale, sempre: vado a pescare idee, ingredienti e spunti nuovi, perché credo che una ricerca costante sia ciò che divide l'artigiano dall'artista.
Quando i ragazzi di MOW mi hanno chiesto se volessi andare in Sardegna con Triumph a provare le nuove moto della gamma Adventure ho capito che stavo facendo le cose per bene, che il timone delle mie idee punta nella direzione giusta: non è vero che se fai quello che ti piace non lavorerai mai nella vita, ma è vero che con la passione puoi arrivare più lontano, fare più cose e quindi avere più idee. Così accetto subito, a condizione però di poter portare mia moglie con me. Questo perché anche l’amore, come la passione per il proprio lavoro, ti fa arrivare più lontano. Da MOW rispondono con due completi Spidi per il viaggio e qualche dritta su come funzionano questi eventi.
Due giorni in Sardegna con le Triumph Tiger 1200
Partiamo da Milano la mattina presto, oltre a noi ci sono una decina di giornalisti che lo fanno di mestiere e tuttavia sono emozionati (quasi) come noi. Dopo un’ora e mezza di volo atterriamo a Cagliari, ci aspettano con un transfer per raggiungere l’albergo dove troviamo un buffet e i responsabili di Triumph Italia. Andrea Buzzoni, l’amministratore delegato, e Alberto Marazzini, il direttore Marketing, ci spiegano le moto che andremo a provare: guideremo la gamma Tiger 1200, divisa in GT e Rally, categorie che a loro volta sono divise in Pro e Adventure. Quest’ultima ha il serbatoio da 30 litri per maggiori percorrenze. C’è tantissima tecnologia (addirittura le spie sugli specchietti per il controllo dell'angolo cieco!) anche se il motore, a detta dei miei nuovi colleghi, sembra il grande protagonista della faccenda. Quello che mi colpisce prima di ogni altra cosa è lo stile: le moto sono disegnate da un italiano (Rodolfo Frascoli) e secondo me si vede in un attimo. Le linee sono spigolose e hanno poco di classico, ma tutto è perfettamente al suo posto e ogni pezzetto della moto sembra avere una sua storia, un suo pensiero preciso dietro, così nel suo complesso sembra un quadro pieno di dettagli da scoprire un po’ alla volta.
Quello che ho imparato sulle Triumph Tiger 1200 durante la conferenza stampa
Per prima cosa ho imparato a distinguerle, perché in gamma ce ne sono un totale di cinque. La GT è quella pensata per il turismo con il cerchio anteriore da 19 pollici (e il posteriore da 18”, una particolarità) che viene proposta in tre versioni: Triumph Tiger 1200 GT, Triumph Tiger 1200 GT Pro e Triumph Tiger 1200 GT Explorer. Pro come gli iPhone, quindi con componenti più pregiati, Explorer come 30 litri di serbatoio. Per la versione col cerchio da 21” il discorso è simile, ma si parte direttamente dalla Triumph Tiger 1200 Rally Pro (quindi super accessoriata) per arrivare alla Explorer con i suoi trenta litri. Tutte, comunque, montano il motore tre cilindri “T-Plane” a scoppi irregolari per 150 CV di potenza e 130 Nm di coppia, numeri che vengono scaricati sulla ruota posteriore da una trasmissione a cardano con forcellone a tre bracci, un sistema che personalmente non avevo mai avuto modo di apprezzare.
Partiamo con la Tiger 1200 Rally
Con questa moto conviene partire con calma, le Tiger ad una prima occhiata sono grandi soprattutto per uno come me abituato a un genere diverso. Di Triumph infatti ho sempre amato l’heritage, quel modo di fare mezzi stilosi e classici ma allo stesso tempo moderni. Anche qui è come la pasticceria: devi sempre inventare, migliorare e cambiare, ma non stravolgere. Foresta Nera, la torta con cui ho vinto un premio di Gambero Rosso per il 2023, è proprio questa cosa: la rivisitazione di un classico. Ad ogni modo ci vestiamo, troviamo la nostra moto (partiamo con la Rally col cerchio da 21”, per poi passare alla GT) e giriamo la chiave. Quello che succede quando ci sali sopra, specialmente se non sei abituato al genere, è una specie di magia, un po’ come andare a cavallo: da fuori è grande, troppo, ma una volta in sella la moto diventa tua. Incredibile quanto sia leggera da subito e facile da gestire, anche con il passeggero sembra di stare su di una bicicletta. Il motore a tre cilindri di cui ci hanno parlato così a lungo è qualcosa di incredibile: va fortissimo sempre, puoi fare la stessa curva con tre marce diverse che il risultato è sempre un sorriso nel casco. Ho poi scoperto un altro piacere della vita, ovvero le cambiate senza frizione. Se immagini la parola "frizione" lontana dai termini motoristici diventa subito chiaro: non c’è attrito e, anzi, sembra di passare da un motore a un altro più grande e potente. Davvero appagante, anche se ammetto di non averla mai utilizzata in scalata per questioni d’abitudine. Con questi pensieri, fermandoci di tanto in tanto per degli shooting fotografici, abbiamo attraversato la Sardegna in zone che ai primi di marzo sono ancora più selvagge di quanto lo siano d’estate. Un paradiso spesso incontaminato su cui scorrere via svelti accompagnati dal tuono del motore. Quando ci fermiamo per una piccola pausa mi rendo conto che ormai la Tiger 1200 Rally Pro non è più quel cavallo indomabile che sembrava all’hotel, si è trasformata in una compagna di viaggio instancabile e precisa. Agile oltre ogni aspettativa, veloce, quando quando apri il gas è già in volo. E poi le sospensioni fanno il resto, perché anche se per la maggior parte del tempo l’asfalto sembrava fatto appositamente per noi puoi cercare qualche sterrato e divertirti anche lì. Di elettronica ce n’è moltissima, da sei modalità di guida differenti alla possibilità di intervenire sul controllo di trazione. Qui stupisce il fatto che assieme alla modalità di guida va a cambiare anche la risposta delle sospensioni, che diventano più rigide nelle modalità più sportive e più morbide se andiamo a cercare il comfort o in fuoristrada. Oltretutto il precarico si aggiusta da solo, in questo caso regolandosi sul peso mio e di mia moglie Donatella. Chapeau.
La Triumph Tiger 1200 GT è ancora più sportiva
Alla fine del primo giorno ci siamo resi conto di quanto viaggiare con una moto possa essere riposante: siamo stanchi, ma non come chi ha fatto fatica, più come chi ha appena portato a termine il primo giorno di vacanze dopo mesi di lavoro. Quando cala la sera poi, ti accorgi non solo delle cornering lights che puntano l’interno della curva come fanno le auto, ma anche che le pulsantiere con i vari comandi sono tutte retroilluminate. Anche Donatella è contenta, per noi i viaggi in moto non sono più un’abitudine e lei si è sentita subito a suo agio, riposata pure dopo ore di trasferta. Passiamo una bella serata e per il secondo giorno e ci aspetta la sorella GT con l’anteriore da 19”. Questa GT è sicuramente più sportiva e permette di osare ancora di più tra le curve, ma la Rally continua ad essere la mia preferita, un po’ perché stando attento allo stile ho apprezzato moltissimo i cerchi a raggi e un po’ perché l’agilità tra le curve col 21” davanti è qualcosa a cui non vorrei mai rinunciare. Allo stesso modo non mi sento ancora pronto per le Explorer con serbatoio da 30 litri, che richiedono un uso più smaliziato per andare forte come le sorelle più ‘magre’ e tutto sommato di dieci litri in più io non saprei bene che farmene. Capisco bene la scelta di Triumph però: per un utente già abituato al genere, guidare una moto capace di andare ancora più lontano deve dare un gusto ancora più grande. Rientriamo a Cagliari felici con la Sardegna negli occhi e queste moto nel cuore, oltre a qualche idea da portare a Milano.
Appunti dal diario di viaggio
Qualche nota finale: nella mia vita sono stato a diversi eventi stampa, ma raramente ho trovato un’organizzazione, una gentilezza e una preparazione simile a quella vista nei ragazzi di Triumph. Non sono solo bravissimi, sono anche appassionati. C’è poi la Sardegna, che ha dato una mano a tutti a sentirsi più liberi: se ci andate solo d’estate state sbagliando qualcosa. Infine, la moto. Sinceramente non avevo mai preso troppo in considerazione il genere, ma dopo due giorni così sono tornato a casa riflettendoci sopra. La verità è che andare forte, potersi permettere un viaggio e farlo anche in fuoristrada ti apre a una serie infinita di possibilità a cui fai fatica a rinunciare.
Ah, un'ultima cosa dopo giorni di riflessione: questa Triumph Tiger 1200 non ti esce più dalla testa.