Il pragmatismo dei tedeschi e l’audacia e il gusto degli italiani: signori, è arrivata (finalmente) la nuova Ducati Panigale V4R. Cioè, la super sventolona di Borgo Panigale si farà attendere ancora qualche settimana, visto che arriverà a novembre, ma ha già fatto capire di essere una seduttrice con il carattere di una guerrafondaia e l'intelligenza di una ricercatrice. E poi oh, ha anche le "tette"! Tecnicamente le hanno chiamate Corner Sidepods e sono una novità assoluta, perché fino a ora nessuna stradale le ha mai avute. Un frivolo particolare? No, vere e proprie armi mutuate dalla MotoGP che le permettono di generare downforce negli angoli di piega più estremi, per chi è in grado di raggiungerli. Generano, dicono da Borgo Panigale, un vero "effetto suolo" che aumenta il grip degli pneumatici. Roba, insomma, che nella maggior parte dei casi la moto potrà molto più di chi la guiderà. Ma va bene così quando si parla di espressione massima. Anzi, estrema, ma pure estremamente armonizzata.

E’, giusto per usare la definizione di tutti gli altri che l’hanno già raccontata o che la stanno raccontando, una Desmosedici Stradale da 998 centimetri cubici che si presenta con 218 cavalli, ma che può vestire un intimo da 235, quando serve, e arrivare addirittura a 239 con lo scarico racing (non omologato) e qualche segretuccio svelato da Ducati a chi potrà mettersela in garage. Una, insomma, che non lo saprai mai se fa la professoressa d'arte o l’astronauta. Ma che ha comunque quel temperamento lì: livelli altissimi. E non per tutti. Due numeri? Regime massimo a 16.500 giri al minuto in sesta marcia e una velocità massima che supera i dichiarati 330 chilometri orari quando decide di togliersi le scarpe da tutti i giorni per indossare le slick, che poi sono le Louboutin o le Hardot delle motociclette.
Sì, ciò che rende davvero speciale il carattere di questa nuova V4R è la personalità ibrida, divisa tra strada e pista. Quasi bipolare. Perché ha ereditato dalle Panigale che le hanno fatto da madri una devastante eleganza nei movimenti, grazie al telaio Front Frame e al forcellone Hollow Symmetrical Swingarm, ma ha sviluppato un'indole decisamente più aggressiva, anche se rimane difficile capire come sia stato possibile. È come se fosse cresciuta nella buona società, ma avesse imparato a combattere dove ci si sporca di brutto e ci si gioca la pelle. In MotoGP, insomma, e chiaramente anche in Superbike. Da Borgo Panigale fanno sapere che il cambio Racing Gearbox è come il referto di un esame del DNA: la folle è sotto la prima marcia e non per un capriccio da emulazione, ma per eliminare il rischio di innesti involontari quando si sta al limite (praticamente sempre).

C’è altro? Sì, l'aerodinamica esasperata di questa nuova V4R racconta la capacità di farsi notare, di far girare con gli occhi sgranati anche chi ha perso ogni istinto, ma senza essere volgare. Le ali più grandi rispetto al modello precedente le donano un ulteriore venticinque per cento di carico aerodinamico, traducendosi in sei chilogrammi di downforce a 300 chilometri orari. Insomma: un fondoschiena da collasso, con sopra sei kg di vento e che sfrutta la fisica per andare forte davvero, ma siccome è consapevole che forte davvero ci sanno andare in pochi, la sfrutta un po’ anche solo per sedurre. Altrettanto sofisticato è il cervello: l'algoritmo Ducati Vehicle Observer gestisce e analizza ogni movimento, il Race Brake Control consente di sfruttare il freno posteriore molto più di quanto farebbe una moto normale e Grip Meter sul cruscotto mostra pure in tempo reale quanto grip ha a disposizione. Come un sesto senso, ma impresso in caratteri digitali, per capire fino a che punto ci si può spingere al limite, cercandone uno nuovo. E un po’ più in là. Il resto lo fanno le sospensioni Öhlins meccaniche di ultima generazione, i freni Brembo Hypure con dischi da 330 millimetri e cerchi forgiati in alluminio su cui si possono montare gli stessi pneumatici slick usati nel Mondiale Superbike senza bisogno di modifiche.
La nuova Panigale V4R è, manco a dirlo, prodotta in serie numerata, come è giusto fare per le opere d'arte, con i più la possibilità di ulteriori personalizzazioni: cerchi in fibra di carbonio, pacchetti freno PRO, carene racing e il software DAVC Race Pro più specifico per la guida in pista. Ok, la parte che fa più male l’abbiamo lasciata alla fine, ma è ora di rivelarla. Ci vogliono, minimo, 43.990 Euro, ma a farli diventare molti di più potrebbe bastare un niente.